Vuoi veramente sapere da dove viene quello che mangiamo?
In questo video di Coltura & Cultura l’agronomo Duccio Caccioni spiega perché l’Italia non è solo il paese dei cento campanili, delle cento cucine locali, dei cento dialetti ma anche quello delle cento agricolture.
Vuoi veramente sapere da dove viene quello che mangi? Allora ti serve una bella carta ortofrutticola dell’Italia in 3D.
Come puoi vedere dal video, non si fa tutto dappertutto, ma ogni regione si è specializzata.
Il perché te lo spiega proprio la carta. Siamo il paese più lungo dell’Unione Europea, da nord a sud c’è una grande varietà di climi ed è normale che si cerchi di coltivare ogni cosa dove viene meglio.
Le mele, per esempio, sono più saporite in montagna nell’arco Alpino perché l’alternanza di caldo e freddo fra la notte il giorno spinge la pianta a produrre sostanze protettive particolarmente aromatiche e profumate.
L’uva da tavola, invece, viene meglio dove c’è tanto sole e piove poco, come in Puglia e in Sicilia.
Il carciofo è una pianta Mediterranea, quindi si coltiva più che altro a sud o comunque vicino alle coste.
I pomodori da consumo fresco si fanno soprattutto in Sicilia, perché nelle serre si raggiunge la temperatura che li fa maturare bene anche d’inverno.
I pomodori per le conserve, invece, si possono produrre anche nella Pianura Padana, in pieno campo.
Le patate, si coltivano dappertutto, e giocando con la geografia e con la stagionalità si inizia a raccogliere a sud in inverno, finendo a nord in estate.
Anche se nessuno di noi ci fa caso, anche la geologia in Italia è diversa.
In Italia i terreni sono molto variegati.
Le carote per esempio hanno bisogno di terreni sabbiosi (che trovano infatti in un ex lago prosciugato come il Fucino, oppure intorno a Ravenna o a Fiumicino), vicino alla foce dei grandi fiumi.
Il terreno influisce anche sui sapori. Pensiamo al vino, ma avviene anche con i meloni del Mantovano, con i pomodori siciliani che vengono meglio nei terreni sabbiosi e salmastri.
L’uva dalla Puglia ha bisogno di un suolo calcareo per produrre una buccia croccante.
Inoltre, nessuno può fare bene tutto. Servono competenze, attrezzature, manodopera specializzata, per offrire prodotti di qualità a prezzi accessibili e con un ritorno economico (quindi in maniera sostenibile).
Sempre l’uva, ha bisogno di tanta manodopera specializzata, perché tutte le lavorazioni si fanno a mano. In Puglia cinquantamila persone lavorano nei vigneti solo per l’uva da tavola.
Le pere si fanno in Emilia Romagna perché sono difficili da coltivare da altre parti.
Si potrebbero fare tanti altri esempi.
L’agricoltura è lo specchio del nostro paese, e innanzitutto la coltura non è solo natura anzi è soprattutto cultura.