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A.A.A. avvelenati da cibo cercasi

13 Febbraio 2017 by Germano Longo

i-was-poisoned-1Patrick Quade era uno delle migliaia di colletti bianchi di Wall street, la strada della borsa americana da cui passano spesso i destini delle finanze mondiali. Una vita che equivale ad una dose quotidiana di adrenalina che solo di newyorkesi hanno saputo trasformare in caratteristica: minuti contati per avere la meglio di ogni “block”, l’isolato, e altrettanti per mettere qualcosa nello stomaco. Un vortice che un giorno del 2009 fa arriva ad uno stop forzato: Patrick mangia qualcosa che lo porta di corsa al pronto soccorso. Intossicazione alimentare, diranno i medici poco dopo. Nulla di così strano, aggiungono: ogni anno 48 milioni di persone, nei soli Stati Uniti, accusano problemi per aver mangiato qualcosa di scaduto, e di questi 130 mila finiscono in corsia, con flebo al braccio, mentre ad almeno 3.000 va ben peggio, passati a miglior vita con la sola colpa di aver scelto il panino sbagliato nel posto sbagliato.

È la molla che convince mister Quade a cambiare vita, scegliendo da quel momento di dedicarsi totalmente alle ingiustizie dell’industria alimentare, che pur di incassare valigiate di dollari se ne infischia bellamente della salute della gente. Insomma, pensando ad una sorta di Trip Advisor che raccolga il peggio del peggio, Patrick apre un sito dal nome inequivocabile, www.iwaspoisoned.com, letteralmente “sono stato avvelenato”, e lo mette a disposizione di chiunque abbia avuto la sua stessa disavventura.

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I casi, pensa un po’, fioccano come la neve a Natale: decine e decine di malori, dolori, vomiti, nausee diventano di dominio pubblico, con tanto di segnalazione del ristorante o del negozio di alimentari incriminato. i-was-poisoned-5

Fra i primi casi risolti, uno dei più sensazionali riguarda “Chipotle”, un’intera catena californiana di fast food, addirittura chiusa dalle autorità dopo decine di denunce e altrettanti malori per via di un virus che aveva eletto residenza nelle cucine. Un danno valutato in circa 10,7 milioni di dollari. Stessa sorte toccata al ristorante “Melting Pot” di Tacoma, sbarrato con tanto di sigilli alla porta, e alla “Peanut Corporation of America”, i cui vertici stanno scontando una trentina d’ani di galera per avere deliberatamente messo in commercio prodotti scaduti che hanno ucciso ben nove persone.

Il portale, come accennato, è aperto a tutti, senza distinzioni. È sufficiente iscriversi compilando un form e segnalare luogo sospetto, sintomi ed eventuali diagnosi mediche, ma per evitare colpi bassi fra ristoratori concorrenti, quelli di iwaspoisoned preferiscono accertarsi e verificare, aspettando di ricevere un po’ di segnalazioni di problemi nati nello stesso locale o riferiti allo stesso prodotto, poi parte la denuncia alle autorità sanitarie seguita da una meritatissima gogna mediatica, visto che anche i giornali vengono informati delle anomalie accertate. Dal sito è anche possibile ricevere una newsletter che segnala i posti a rischio, addirittura personalizzata su zone precise e interi stati.

Oggi, a meno di dieci anni dall’incidente di Patrick Quaide, il sito vanta tra 25.000 e 35.000 utenti unici al mese, e soltanto nel 2016 ha diffuso 20.500 rapporti e segnalazioni. Se non fosse che tutto è nato per risolvere un vero problema sociale si potrebbe perfino parlare di successo, ma quella di Patrick resta comunque un’iniziativa a cui perfino le autorità sanitarie americane guardano con grande attenzione. Grazie a lui, qualche migliaio di americani si è risparmiato un solenne mal di pancia.

Germano Longo

Filed Under: Salute&Cibo Tagged With: salute

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