Peperoni: varietà, biodiversità | video di Coltura e Cultura
I peperoni sono un po’ come i cani. Ce ne sono di tutte le razze: piccoli o grandi; quadrati, tondi o affusolati; di colori diversi; dolci o piccanti…per non parlare delle differenze che non si vedono.
Troviamo peperoni da 20 o 30 grammi e peperoni da 1 kg.
Ne abbiamo di quadrati, di tondi, o ancora di affusolati.
I colori variano dal giallo vivo al rosso fuoco, dall’arancione al verde.

Qualcuno è dolce e qualcun altro così piccante da “mandarti all’ospedale”, come il friariello o l’abanero.
E poi ci sono le differenze che non si vedono: nel contenuto di nutrienti, nella sensibilità o resistenza ai parassiti, nell’adattamento ai vari climi, ai vari terreni
Tanta ricchezza di peperoni (e di cani) si chiama biodiversità: una parola che oggi sentiamo molto spesso.

Ognuna di queste varietà è diversa dalle altre per alcuni geni (che sono pezzi di dna la molecola che in ogni cellula custodisce il libretto delle istruzioni della vita).
La biodiversità agricola l’hanno agricoltori e ricercatori incrociando e selezionando varietà che servono per soddisfare i gusti dei consumatori ma che in natura non avrebbero possibilità di sopravvivere
La biodiversità cambia continuamente.
Nel registro ufficiale ci sono oltre 1.700 varietà differenti di peperoni e ogni anno se ne aggiungono 20 o 30 nuove.
I geni però non si possono costruire in laboratorio.
Se una varietà scompare, scompaiono per sempre anche i suoi geni.
Oggi molte varietà di frutta e verdura, che i nostri nonni mangiavano, sono scomparse dai mercati perché non si coltivano più o quasi.
Ed è una grande perdita per la nostra cucina e quindi anche e soprattutto per la nostra cultura.
Ma non sono scomparse per sempre, infatti queste varietà vengono conservate dagli istituti di ricerca e dalle aziende sementiere in decine di banche del germoplasma sotto forma di semi, di campioni di tessuto o di piante mantenute in coltivazione.
Sono delle vere e proprie biblioteca della vita per le future generazioni.
Ma conservare la biodiversità sul campo dipende soprattutto da noi.
Se noi richiediamo una varietà particolare gli agricoltori ricominciano a produrla ma per chiederla naturalmente bisogna prima conoscerla
Insomma la biodiversità va innanzitutto esplorata e attrezzata a tavola.
Fonte: Peperoni diversamente buoni – Coltura & Cultura
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Paolo Alciati