
Sempre più spesso mi ritrovo a pensare a quante persone siano, come me, profondamente innamorate della Grecia, tanto da sentirne, al rientro in Italia, nostalgia struggente, come fosse Patria.
Non è solo per i paesaggi magnifici, le baie incantevoli e tanta natura ancora selvaggia, ma credo, per quell’emozione speciale e profonda che, ogni volta, come malìa, ruba l’anima, sfuggendo ad ogni definizione. Un’affinità di elezione, una sorta di legame indissolubile radicato nel cuore e nella mente, che percepiamo attraverso la familiarità di sentimenti e di gesti comuni, anche piccoli, che ci fanno sentire come “a casa”.
Non so voi, ma io mi emoziono sempre quando, nel dedalo dei vicoli cittadini o lungo il nastro sterrato di certi paesini di montagna, dolci signore anziane espongono su banchetti di fortuna la loro semplice mercanzia di tessuti, di ricami, di dolci, incalzando con larghi sorrisi e piattini colmi di fichi o altra frutta matura. Le adoro!

Filoxenìa è il termine che indica non solo il valore della mitica ospitalità greca, ma sintetizza ataviche tradizioni di sentimenti di condivisione con amici, conoscenti e sconosciuti, con uno slancio di generosità senza eguali, evocando il vincolo di reciprocità di ruoli che la mitologia riconduceva alla protezione di Zeus. Violàre questo vincolo sacro, significava tradire la fiducia e scatenarne l’ira.
Oggi la Filoxenìa non è più un obbligo divino, ma rappresenta un valore distintivo fondamentale del comune sentire greco che si esprime anche con piccoli gesti, come l’usanza, tanto nelle taberne più remote quanto nei ristoranti più chic, di offrire a fine pasto un piatto di anguria insieme a una bottiglietta di ouzo o raki (a Creta), preferibilmente di produzione locale, come nella tradizione.
Se, poi, si pranza in una taverna di cucina tradizionale, παραδοσιακή ταβέρνα, a fine pasto si può gustare anche il γλυκο κουταλιου, una speciale “dolcezza”, comunemente conosciuta come “dolce al cucchiaio”, fatta con frutta e verdure diverse e anche bucce. E’ bene sottolineare che non si tratta di “dolci” nel senso classico della parola, ma di piccoli “bocconi golosi” con cui finire il pasto in una dolcezza fatta di semplicità, un rituale perpetrato attraverso i secoli, con tante varianti di ricette che ogni famiglia custodisce gelosamente, tra mix di agrumi, spezie e consistenze dal sapore unico, diverso ogni volta.
Pranzare in una παραδοσιακή ταβέρνα dal cibo autentico, cucinato con prodotti locali, secondo ricette semplici, è un’esperienza di gusto davvero speciale!

A Peza, a 17 km a nord di Heraklion, la Ταβέρνα “ΟΝΗCΙΜΟC” è un delizioso locale tradizionale gestito da Ελενης Βαρδακη ed il marito Ονησιμο dove poter sperimentare i sapori dell’autentica cucina cretese insieme alla mitica ospitalità isolana.
Conoscerli allarga il cuore! Lei, timida e riservata, si affaccia dalla sua cucina solo per fare cenno al marito di prelevare i piatti pronti da portare a tavola, lui, Ονησιμο, è la simpatia fatta persona e, pur parlando solo greco, ogni tanto azzarda qualche parola in un inglese stentato, a tratti incomprensibile, distendendo, subito dopo, un sorriso o una risata contagiosa e piena d’allegria, insieme ad un calice di malvasia fresca.

Qui si apprezza pienamente l’autenticità dei piatti tradizionali locali, come Kalitsounia (fagottini di pasta fillo con formaggio myzithra, aneto, menta fresca e spinaci), Dolmades (rotolini di foglie di vite ripiene di verdure, carne macinata e riso), i mitici Paximadi (biscotto di grano, tipo la nostra “fresella”, conditi con un filo di olio di oliva locale, origano, pomodoro fresco e formaggio myzithra) e horta, una tipica misticanza di erbe di campo, lessate e condite solo con olio e limone, una vera leccornìa!

Quasi tutti i prodotti sono fatti in casa – mi spiega orgoglioso Ονησιμο, portando a tavola i suoi speciali formaggi Manouri e Anthotyro, a pasta tenera e Graviera, a pasta dura, insieme ad una bottiglia di Raki, l’acquavite tipica di Creta (ma parimenti apprezzata in tutta la Grecia) pure da lui prodotta ed, infine, a fine pasto, γλυκο κουταλιου, diverse tipologie di frutta e verdura da lui cotte e sciroppate, tra cui σύκα, fichi, fette spesse di Πορτοκάλι, arancia, scorze di καρπούζι, anguria e, persino σταφύλι, chicchi d’uva.

I pezzi di frutta e verdura hanno colore vivido e brillante e, malgrado la vischiosità dello sciroppo di zucchero, sono piacevolmente callosi, quasi croccanti, assolutamente deliziosi anche per chi, come me, non ama il senso del dolce. Ma si tratta di una dolcezza aromatica, del tutto diversa e affatto stucchevole rispetto a quella di certi dolci pure tradizionali.

E, nel frattempo che annoto, fotografo ed assaggio tutte queste delizie, Ελενης ha già impastato e spianato la sfoglia sottilissima di pasta fillo, richiudendone il delizioso ripieno di tenero formaggio myzithra, zucchero e cannella.

Sono le Tiropitakia, deliziose sfoglie tradizionali ripiene, fritte e coperte di miele. Semplicemente squisite!

Ταβέρνα “ΟΝΗCΙΜΟC”
Δημοκρατίας 17, Πεζά Ηρακλείου
+30 2810 741754
Ωράριο Λειτουργίας
Δευτέρα-Παρασκευή 12:00-24:00
Σάββατο-Κυριακή 12:00-02:00
Testo e immagini Carmen Guerriero