BOGAMARI, a Tokyo cucina marinara italiana e vini irpini di Tenuta Cavalier Pepe.
In Giappone il biglietto da visita è un accessorio fondamentale che non può mai mancare, perché parla della persona più di mille parole.
Quasi diecimila chilometri di distanza, tredici ore di volo e otto di fuso orario mi hanno condotta a Tokyo, 東京 Tōkyō, straordinaria capitale del Giappone, mix di contrasti architettonici che alternano grattacieli di acciaio e specchio ultramoderni a elementi tradizionali, templi shintoisti, parchi, boschi e l’imponente Palazzo imperiale.
A Shibuya (渋谷区 Shibuya-ku), uno dei 23 quartieri speciali della vivace città, famoso non solo per i suoi locali, boutique, bar e ristoranti alla moda, ma anche per la stazione dove il fedele cane Hachiko attese invano il ritorno del suo amato padrone per circa 11 anni, BOGAMARI (http://bogamari.jp) è una trattoria di pesce molto conosciuta ed apprezzata, specializzata in cucina marinara e piatti della migliore tradizione … italiana!
Il titolare, Tomonori NUNOKAMI è lo chef che con scrupolosa cura e ricerca ha trasformato, nel tempo, la sua passione nel suo lavoro. Anni di esperienza anche in Italia, da nord a sud, nei ristoranti più quotati, hanno fatto acquisire a Nunokami preziose tecniche, abilità e segreti di cucina nostrana che, oggi, ripropone, fiero, nel suo ristorante marinaro.
Ad iniziare dal nome, Bogamari, che, in dialetto sardo, significa “riccio di mare” e, poi, arredi in legno, dettagli che richiamano continuamente storie di vita in mare ed una vetrina ricca di pescato freschissimo che cambia continuamente. “Vado tutti i giorni a scegliere e comprare il pesce che servo ai clienti al mercato di Kyoto, il più importante riferimento ittico del Paese” – precisa Nunokami. “E’ una selezione che tengo a fare io, personalmente”.
Il menù è scritto a mano, in perfetto stile italiano, su una grande lavagna, dove sono annotati i piatti del giorno con specialità tipiche italiane, come bottarga di tonno rosso, pistacchi di Bronte, nero di seppia, tiramisù, cannoli siciliani, olio evo da Toscana e Puglia, ma anche pane, grissini, biscotti, dolci e cialde croccanti (quelle del cannolo siciliano) fatti in casa.
Il Giappone, si sa, è tra le Nazioni che meglio apprezza lo stile italiano in tutti i campi: dalla moda, alle auto di lusso, al cibo gourmet ed al vino, l’italian style è sempre ricercato.
La tavola è arredata con semplicità, come stile richiede, con tovagliette di carta che, al pari di un biglietto da visita, richiamano nome e dettagli del ristorante…ma, ecco che, a margine del foglio, ritrovo i versi ( e l’emozione) di una famosa poesia (frammento 346, quante ore spese al liceo per meglio tradurla dal greco!) di Alceo, nobile artista greco vissuto nel 630 a.C. a Mitilene, nell’isola di Lesbos, che inneggia alla vita, all’attimo fuggente ed al conforto che il vino, bevuto sine moderatione, riesce a profondere nell’animo umano: “Beviamo, perché aspettare le lucerne? Breve il tempo. O amato fanciullo, prendi le grandi tazze variopinte, perché il figlio di Zeus e Sémele diede agli uomini il vino per dimenticare i dolori. Versa due parti di acqua e una di vino; e colma le tazze fino all’orlo: e l’una segua subito l’altra.”
Una speciale serata degustativa con i vini dell’Irpinia
Come interpretare siffatta raffinatezza?
Con una parola equivalente: accortezza che Tomonori NUNOKAMI pare mettere in ogni cosa, cercando di coniugare l’eccellenza di prodotti italiani a vini in pairing, com’è trasparso nella speciale serata degustativa svoltasi al BOGAMARI lo scorso 29 Gennaio a cura di mister Takashi ITO, Yokohama branch office, Branch Manager di AGRI Corporation (www.ywc.co.jp) insieme a Mrs. Hiraku HORIKAWA, le proposte culinarie dello chef sono state abbinate a vini della nota azienda italiana vitivinicola irpina, in Campania, TENUTA CAVALIER PEPE in Luogosano (AV), rappresentata nell’occasione, dalla dottoressa Milena PEPE, enologa e co-titolare, insieme al padre Angelo PEPE.
In degustazione:
- Rosato Del Varo, Irpinia Rosato Doc, vinificazione in bianco di uve 100% Aglianico, dal tenue colore rosa salmone, leggere note floreali di rosa e fruttate di fragoline di bosco ed una piacevolissima freschezza, ideale accompagnamento di antipasti di pesce, ricche insalate, fritti leggeri e delicate salse.
- Sui piatti di pesce più strutturati e complessi del ricco menu, come gnocchi di cime di rape con capesante, risotto al nero di seppia, spaghetti ai ricci di mare e lasagna con ragù di pesce, è risultato felice l’abbinamento a NESTOR, 100% Greco di Tufo DOCG, da vigneti sulle colline della denominazione irpina, tra S. Paolina, Montefusco e Prata Principato Ultra: intenso colore giallo dai riflessi dorati, elegante mix di frutta bianca matura, come pesche bianche e floreale di fiori gialli, come la ginestra di montagna, con lievi note agrumate ed una mineralità spiccata, perfettamente bilanciata ad una buona acidità. Finale sapido e persistente.
- Chicco D’oro, Fiano Passito, 100% Fiano di Avellino DOCG, nobile vitigno di terra d’Irpinia è stato degustato in abbinamento ad un gustoso cannolo siciliano, dalla cialda croccante, ricotta montata a regola d’arte e pistacchio siciliano, connubio sensuale di sapori ricchi, amplificati dai sentori di miele, albicocca matura, mandorla tostata del passito, dal finale lungo, secco ed avvolgente.
Una bella conferma per l’azienda vitivinicola irpina che, forte anche del particolare gradimento del vino italiano sul mercato, con una crescita stimata del 17,2% nonché dell’accordo di libero scambio del 1° febbraio 2019 ratificato dall’Unione Europea con il Giappone (EPA – economic partnership agreement) che ha agevolato grandemente l’accesso al mercato giapponese delle aziende italiane interessate, raccoglie i sensi del suo impegno e lavoro costante nella valorizzazione del territorio e del suo prodotto d’eccellenza, il vino irpino, vanto, con le sue tre DOCG, non solo dell’enologia campana, ma dell’intero comparto vitivinicolo nazionale.
“La famiglia Pepe è un’antica famiglia irpina, che da generazioni s’impegna con dedizione nella produzione dei propri vini, commercializzati in tutta Italia e all’estero. Seguendo il proprio intuito e spinto dall’amore per la sua terra, l’imprenditore Angelo Pepe ha lavorato duramente per disegnare il futuro della sua famiglia, creando la Tenuta Cavalier Pepe, un complesso costituito da: Cantina, Azienda vitivinicola, Ristorante e bed-and-breakfast, che rappresenta un sistema produttivo e turistico di straordinaria qualità. Il valore e la lungimiranza di Angelo Pepe sono stati apprezzati, dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che nel 1998 lo nominò: “Cavaliere della Repubblica” per i suoi meriti lavorativi. Oggi, la Tenuta grazie anche al lavoro di Milena Pepe, la figlia maggiore del Cavaliere – laureata in viticoltura ed enologia in Francia e in marketing in Belgio – è gestita con carisma e competenza e può vantare una produzione di vini di altissima qualità“.
Carmen Guerriero
Fonte Ufficio Stampa
Credit Photo Carmen Guerriero