Grande successo per l’incredibile longevità dei vini bianchi della Cantina Terlano.
La Cantina vanta vini longevi come quasi nessun’altra realtà in Italia e questa caratteristica si ritrova attualmente in un vino che molto presto debutterà nelle fiere di settore più importanti d’Europa: il Pinot Bianco 2006.
L’origine della longevità dei vini della Cantina Terlano
Alcune ricerche geologiche hanno dimostrato che il suolo di Terlano è ricco di biossido di silicio e di minerali secondari.
Inoltre, le analisi hanno rilevato che nel terreno di Terlano sono presenti tutti gli elementi di cui le viti hanno bisogno.
Oltre a questo, le viti vengono coltivate in modo da ottenere delle basse rese di uve sane e di grande qualità.
Cantina Terlano, negli anni, ha maturato esperienza nella produzione di vini bianchi invecchiati imparando ad ascoltare e far crescere i vini e a comprendere quando è il momento di farli uscire dalla cantina.
E’ arrivato così il turno anche per il Pinot Bianco 2006, il vino rarità di quest’anno che a breve verrà presentato a Vinitaly presso il Padiglione 6, Stand C3.
Affinamento sur lie e in bottiglia
Il primo enologo ad applicare il metodo di produzione dei vini rarità prendendo spunto dai produttori francesi fu Sebastian Stocker, ex enologo di Cantina Terlano che lasciò maturare i vini più a lungo sui lieviti fini.
“Il primo vino rarità della cantina è stato un Pinot Bianco del 1979 che fu lanciato sul mercato all’inizio degli anni ’90 e ci ha permesso di gettare le basi della nostra immagine come produttori di vini bianchi longevi a livello nazionale ed internazionale”, spiega Rudi Kofler, successore di Stocker in cantina.
“I vini rarità vengono affinati in botti di rovere per un anno, dopodiché rimangono dai 10 ai 30 anni in piccoli serbatoi d’acciaio, dove hanno tutto il tempo di maturare sui lieviti fini e di sviluppare una struttura complessa e tutti i loro aromi”, prosegue Kofler.
Quando l’enologo reputa che i vini siano equilibrati, questi vengono imbottigliati e raggiungono la loro massima espressione dopo altri 4-5 anni di affinamento in bottiglia.
Ad oggi sono 18 le annate che stanno invecchiando con questo metodo all’interno dei piccoli serbatoi d’acciaio della cantina e alcune di queste risalgono addirittura al 1979.
Cantina Terlano ha anche un archivio enologico unico nel suo genere in Italia.
A 13 metri di profondità sono custodite circa 100.000 bottiglie di tutte le annate dal 1955 ad oggi.
Questa tradizione di conservare le bottiglie di vecchie annate è dovuta sempre all’ex enologo di Cantina Terlano, Sebastian Stocker.
I cofanetti della longevità
La longevità è l’aspetto che caratterizza Cantina Terlano anche nelle vendite ed è dimostrato dal fatto che alcuni grandi vini che hanno ancora bisogno di tempo per crescere, vengono commercializzati solo una volta pronti.
Quando arriva il momento, i vini vengono confezionati in preziose cassette di legno in edizione limitata e proposti ai migliori ristoranti di tutto il mondo.
Ogni cofanetto contiene sei bottiglie, due per annata, in formato normale o magnum.
“Per il cliente è un vantaggio importante perché può acquistare alcuni dei nostri migliori e più esclusivi vini senza doversi preoccupare di uno stoccaggio professionale e costoso.
Inoltre può offrire dei prodotti di grande prestigio sulla carta vini, con un valore aggiunto in termini di immagine”, afferma Klaus Gasser, responsabile vendite di Cantina Terlano il quale, in questi anni, ha notato un modo differente di pensare di alcuni clienti dell’alta ristorazione.
“Sappiamo che la percezione delle persone è un processo che muta lentamente nel tempo. Molti ristoratori non hanno più il timore di tenere una bottiglia di vino bianco da parte perché hanno appreso che alcuni di questi vini possono diventare dei veri e propri tesori negli anni”, continua Gasser.
“Lo trovo strabiliante. In questo modo sempre più ospiti nei migliori hotel e ristoranti di tutto il mondo hanno la possibilità di apprezzare l’autentica genuinità dei vini di Terlano”.
Paolo Alciati
Fonte Ufficio Stampa
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