Albarossa Live: percorso sensoriale attraverso le annate ideali.
Giovedì primo ottobre si è tenuto presso il Ristorante da Fausto – Relais Borgo del Gallo di Cavatore (AL), un interessante incontro sul vitigno autoctono piemontese Albarossa, alla presenza dell’enologo Donato Lanati. L’eccezionale appuntamento è stato organizzato dall’Albarossa Club – Associazione Produttori Albarossa con la regia del vulcanico Pier Ottavio Daniele.
L’Albarossa Club lavora per promuovere nel mondo il vino Albarossa Doc e il vitigno omonimo, nato nel 1938 grazie all’instancabile lavoro di ricerca del professor Giovanni Dalmasso che ha ottenuto questo straordinario incrocio dalle uve Chatus (Nebbiolo di Dronero) e Barbera.
La Regione Piemonte ha ripreso il lavoro del professor Dalmasso agli inizi del nuovo millennio, appoggiandosi ad alcune storiche aziende vitivinicole piemontesi.
Nato dall’unione di 5 storiche aziende, oggi l’Albarossa Club vede associate ben 20 cantine per una produzione di circa 470.000 bottiglie. Il suo intento è quello di valorizzare un prodotto unico, rappresentativo di un territorio eccezionale come l’areale di Langhe, Monferrato e Roero.
Il vitigno Albarossa attualmente viene messo a dimora in una zona piuttosto ampia del Piemonte (a cavallo tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo), ma nel territorio dell’acquese trova le sue gemme originarie, in quanto la moltiplicazione delle barbatelle ebbe sede per la prima volta a Bistagno.
“Si tratta di un vino dall’ottimo potenziale di invecchiamento, e proprio per questo si inizia a bere bene non prima di 3 anni dall’imbottigliamento. L’incontro di oggi rappresenta per noi il numero zero di quello che vorremmo far diventare un appuntamento fisso per presentare alla stampa e ai sommelier il nostro vino.” commenta Alberto Chiarlo presidente dell’Albarossa Club “Questo è un vino dalle grandi potenzialità e abbiamo il compito di farlo conoscere ed apprezzare in Piemonte, in Italia e nel mondo. È un vino che si dimostra nel tempo ed è bello vedere che sono sempre di più i produttori che credono e investono in questo vitigno.”
Soddisfatto anche l’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Marco Protopapa: “Ho appreso l’affascinante storia di questo vino quando mi sono recato presso l’azienda Tenuta Cannona, dove le sperimentazioni su quest’uva continuano incessantemente. Il completamento della mia conoscenza è la giornata di oggi, dove con orgoglio riscontro la volontà di questo gruppo di produttori di portare avanti un bellissimo progetto di nicchia. Mi auspico che dall’altra parte inizi ad esserci del “sano campanilismo” sulle nostre carte dei vini! Nei ristoranti e nei bar della zona vorrei trovare i nostri eccellenti vini del territorio. Dobbiamo noi stessi essere testimoni di quello che la terra ci da a km zero.”
“Tenuta Cannona ha avuto il merito di sperimentare e mettere a dimora ben 40 incroci Dalmasso prima di arrivare all’Albarossa. Quando mi hanno chiamato ad assaggiarla per la prima volta, ne sono rimasto affascinato” ricorda con entusiasmo il produttore Michele Chiarlo “Ho subito pensato <Che bel vino, avrà un futuro importante!>”
“Se oggi ci fosse stato Veronelli qui con noi, avrebbe detto che l’Albarossa ha vinto! Soprattutto perché ha conquistato i produttori di un grande territorio, ma anche perché è un vino unico, particolare, dal gusto che esprime una curiosità infinita ed una longevità sicura. L’Albarossa è grande brevetto che si distingue dagli altri vitigni piemontesi e mondiali. I vitigni si fanno dappertutto, la storia no e quest’uva ha una storia. Sarà un vino di nicchia, con la forza di piacere alla gente.” così si esprime alla fine dell’incontro l’enologo Donato Lanati.
Durante la degustazione i produttori hanno presentato 20 Albarossa di annate che hanno spaziato dal 2017 fino ad arrivare al 2008:
- Banfi
- Bava
- Bonfante
- Castello di Neive
- Convento dei Cappuccini
- Franco Ivaldi
- L’Armangia
- Marenco
- Michele Chiarlo
- Piacenza
- Tre Secoli
- Villa Felice
- Viotti
Dalla degustazione è emerso che nonostante il filo conduttore di potenza, freschezza, eleganza e longevità che ritroviamo in tutti i vini, differenti terroir permettono al vitigno di sviluppare profumi completamente diversi. In alcune tipologie è emersa la frutta più o meno matura, in altre sono prevalse le note speziate e in altre ancora sono emerse in modo preponderante note terziarie ematiche o addirittura erbacee.
I produttori hanno commentato che l’Albarossa è un vino con eleganza e forza, colore e longevità, profumi e potenza, sensualità, passione e piacevolezza!
Insomma l’Albarossa è “Buona e internazionale” e merita di essere conosciuta ed apprezzata in Piemonte e in tutto il mondo, da sola o in abbinamento a ottime portate – meglio se piemontesi.
Laura Norese
Credit Photo Laura Norese