Intervista a Emanuele Coscia, vigna di Contrada Chianzano durante la vendemmia 2020

È una bella storia di tradizioni e passione familiare quella che da Generoso De Lisio, capostipite dell’azienda agricola Cantine Delite di Emanuele Coscia a Montemarano, in provincia di Avellino, è approdata al giovane nipote Emanuele, di appena 25 anni, cresciuto all’ombra del nonno fino a formarsi presso la Regia Scuola Enologia, Francesco De Sanctis di Avellino.
Una produzione di circa 15.000 bottiglie l’anno da cinque ettari di vigneto tutti ad aglianico, distribuiti su tre appezzamenti contigui, con terreni che da argillosi degradano in sabbiosi man mano che si avvicinano alle sponde del fiume Calore ed una magnifica esposizione collinare sui declivi verdissimi della Valle, costellata di castagneti, impiantati negli anni ’60 dal capostipite Generoso che produceva Aglianico da vendere ai privati, riservando solo una piccola parte al consumo della famiglia.
“Il vino è pura magia che parte dalla vigna. Ho imparato tantissimo lavorando fin da bambino in vigna, fianco a fianco del nonno” – sottolinea Emanuele. “Poi mi sono perfezionato a scuola. La mia visione è sicuramente aperta e dinamica, ma sempre fedele agli insegnamenti del nonno che hanno segnato la mia crescita umana e professionale”. Un prezioso tassello di esperienze ed emozioni che rappresenta il valore aggiunto di questa azienda portata avanti da Emanuele con serietà ed impegno dal 2016, con il supporto di Arturo Erbaggio, esperto Enologo napoletano trapiantato a Mercogliano (Av), innamorato dell’Irpinia e dei suoi vitigni.

Le antiche vigne del nonno di Emanuele, a pergola avellinese, sono state successivamente estirpate e reimpiantate con allevamento a spalliera, salvo poche pergole, in un fazzoletto di terra antistante la cantina, a memoria del nonno.

Perché la scelta di sostituire l’antico allevamento a pergola con quello a spalliera? “A livello qualitativo, per quanto se ne dica, la spalliera è tutta un’altra cosa e ha molti vantaggi” – sottolinea Emanuele. “La vicinanza dell’uva al terreno fa aumentare i gradi zuccherini e, dunque, il grado alcolico, poi, del vino. Inoltre, facilita il diraspamento con una maggiore possibilità di pulizia delle uve e, quindi, di selezione delle stesse, a vantaggio della qualità. Quest’anno, rispetto ai precedenti, c’è stata una crescita foliare minore, specie nella parte bassa. La pulizia è importante per favorire una buona ventilazione ed evitare l’annidamento di ospiti indesiderati.

Cantine Delite nel 2019 ha ottenuto il certificato di azienda biologica, pur operando già da tre anni in conversione. “Quest’anno è stata un’annata calda e pensiamo di partire con la vendemmia dell’Aglianico 6/8 giorni di anticipo rispetto al consueto, ma bisognerà vedere le condizioni meteo e se pioverà, in quanto questa è un’annata particolare e l’uva ha la buccia molto sottile e delicata. La pioggia potrebbe danneggiare il raccolto pesantemente.
Quante etichette la produzione? “Facciamo tutta la linea doc e docg dell’Aglianico, con l’Irpinia Campi Taurasini ed il Taurasi”. L’Aglianico fa solo acciaio, con i primi travasi che avvengono nel giro di poche ore e, poi, la malolattica spontanea. Una parte della produzione è destinata, poi, al Taurasi e va, in massa, una parte in botte ed un’altra in barriques francesi, per poi essere infine assemblata. Il tempo di sosta dipende dalle caratteristiche dell’annata, ad esempio quella del 2017 ha richiesto molto più di un anno”.

E’ commovente notare che le etichette recano il nome dei nonni: Generoso, Irpinia Aglianico DOC, nome di nonno Generoso e Nonna Seppa, Campi Taurasini DOC, dedicato alla nonna Giuseppa, capostipite della famiglia De Lisio. Per entrambi aglianico in purezza, tenore alcolico rispettivamente di 14- 15 quindici gradi, maturazione in acciaio, affinamento in barrique di rovere francese (solo per Nonna Seppa) ed elevazione in vetro.
Pentamerone, Taurasi DOCG, 2012, 15 gradi, lavorato per alcuni anni in acciaio, legno e boccia, si ispira, nel nome, all’opera letteraria di Giambattista Basile, governatore di Montemarano dal 1626 ed è una singolare interpretazione del Taurasi. Bel rosso rubino scuro, dai guizzi cangianti fino al cupo, tanta frutta rossa, fresca e carnosa e floreale vellutato, trame sottili di erbe aromatiche che, dopo l’ingresso, cedono il sorso ad una rotondità calda e asciutta, intrisa di effluvi speziati di cannella, pepe nero, liquirizia, amplificata in un armonico abbraccio di morbida eleganza tannica, con, imperante, una freschezza quasi infinita e lunghissima persistenza.

Vini che raccontano la cultura di Montemarano e lo sforzo continuamente teso ad avere bottiglie di qualità, tutelando la tradizione e senza disdegnare gli strumenti necessari per modernizzare i processi e affinare le tecniche di vendita, “come l’inserimento nel sito aziendale anche della sezione dedicata all’e-commerce, all’acquisto online dei vini, oltre un’attenzione particolare ai canali social”.
Quanto tempo per la migliore espressione? “Diciamo che ora stiamo immettendo sul mercato il Taurasi 2012, ma in generale, quanto più tempo il vino sta in bottiglia meglio è, specie se si trovano tappi buoni che fanno respirare il vino”.
In cosa si differenzia il suo Taurasi da quello degli altri? “Perché mi “ci “rappresenta, perché abbiamo provato su tutta la linea a fare qualcosa di più particolare, vini che all’inizio, quando vanno in bottiglia, sono un po’ più grezzi, ma, nel tempo, stanno dando i risultati sperati. “
Come consiglia di apprezzarlo al meglio? “Accompagnandolo con tanta convivialità, perché il vino è un piacere, e va vissuto in quanto tale”!
Cantine Delite di Coscia Emanuele
Contrada Chianzano, 6
83040 Montemarano (Av)
E-Mail: info@cantinedelite.it
Testo e foto Carmen Guerriero