Fondata dai Romani nel I secolo a.C. come capitale delle Tre Gallie, Lugdunum -questo l’antico nome romano di Lione- ricopre un ruolo importante nello sviluppo politico, culturale ed economico dell’Europa con il suo tessuto urbano e i numerosi edifici storici di ogni epoca.
Dal 5 dicembre 1988, il 10% della città, circa 427 ettari, sono inseriti nel Patrimonio Mondiale dell’Umanita Unesco: la “Vieux Lyon” -la città Vecchia di Lione- il quartiere rinascimentale più grande d’Europa, la collina di “Fourvière”, chiamata anche “la collina che prega” per la presenza della grande basilica di Notre-Dame de Fourvière, la “Croix-Rousse”, dall’atmosfera bohémien e conosciuta come “la collina che lavora”, riferito alle abitazioni dei “canuts”, i tessitori della seta sui telai, e il centro della città, la “Presqu’île”, un piccolo lembo di terra alla confluenza del Rhône (il Rodano) e della Saône, i due fiumi che bagnano Lione.
Percorrendo a piedi la zona della Vieux Lyon si rimane affascinati da una delle particolarità architettoniche più intriganti, i “traboules”: scorciatoie, vicoli nascosti, scale a chiocciola, facciate, gallerie, passaggi pedonali interni che consentono di transitare da una strada all’altra, attraversando uno o più edifici. In tutta la città ve ne sono quasi 500, la maggioranza si trovano nella vecchia città (215), nella Croix-Rousse (163) e sulla Penisola (130). I passaggi della Vecchia Lione risalgono al Rinascimento e furono costruiti secondo il modello del patio romano con le sue gallerie e pozzi nel cortile.
Continuando a camminare nella Vecchia Lione sembra che il tempo scorra più lentamente che negli altri quartieri, con una vita meno frenetica e maggior rispetto dei rapporti umani e delle relazioni sociali. E c’è tutto il tempo per farsi conquistare dai palazzi tardo-medioevali come la “Maison des Avocats” -la Casa degli Avvocati- che risale al 1500 ma soprattutto da quelli rinascimentali, splendidi e opulenti, o anche dai percorsi fatti di viuzze che sfociano in piazzette deliziose con i loro tradizionali “Cafè”, oasi perfette per un breve ristoro, con negozi di piccoli artigiani che lavorano e vendono oggetti in cuoio, legno, monili, ceramiche, sculture, abbigliamento vintage e tanto altro. Ovviamente è d’obbligo acquistare un ricordo, un souvenir -originali sono quelli del Piccolo Principe o della tipica marionetta Guinol- ma anche piccoli oggetti antichi nei negozi di antiquariato o di oggettistica d’arredamento. Inoltre Lione è la città della seta, celebre per i Canuts (i setaioli) e un foulard di seta è sicuramente un bel ricordo.
E per i golosi? Nella vecchia Lione, come nell’intera città, è tutto un florilegio di gastronomie, pasticcerie –tappe obbligate per acquistare le famosissime Praline, le tarte aux Pralines e i “coussin de Lyon”- e soprattutto tanti tanti ristoranti, dai classici “Bouchons”, le tipiche trattorie con piatti della tradizione dai sapori decisi come saucisson de Lyon, andouillette, rilettes, quenelles, cervelle de canuts e coq au vin, alle “Bistronomie” -crasi tra bistrot e gastronomie, le Bistronomie sono ristoranti che propongono una cucina gastronomica raffinata e creativa, ma servita in un ristorante semplice e non stellato– per arrivare ai luoghi più classici ed eleganti e agli stellati, che sono addirittura tredici con una stella e ben cinque con due stelle.
A Lyon il cibo è sacro! E viene celebrato negli oltre 4.000 ristoranti cittadini che propongono cucina tipica di quasi ogni paese del mondo. Un esempio? “LA COMMUNE”, il primo incubatore che raggruppa 6 differenti stili di cucina, da quella afgana a quella boliviana, dalla bretone a quella dell’Africa occidentale, dalla giapponese alla pasticceria gourmet a basso indice glicemico. Ce n’è per tutti i gusti.
Di fronte alla Vecchia Lione si trova la collina di “Fourvière”, con la bellissima Basilica di ispirazione bizantina, gotica e romanica costruita sulle ceneri dell’antico Foro di Traiano (il cosiddetto “Forum Vetus”, che ha dato il nome di “Fourvière”). È uno dei monumenti emblematici della città. Sempre sulla collina c’è il teatro più antico di tutta la Francia, il Grand Théâtre, costruito nel 15 a.c. dall’imperatore Augusto. Dall’alto dei suoi 300 mt. collinari si gode una vista impareggiabile sulla città e si trovano anche due delle più antiche funicolari del mondo, mentre ai suoi piedi sorge la Cattedrale di St-Jean considerata, insieme alla Basilica di Fourvière, il luogo religioso più importante di Lione.
Ci spostiamo da una collina all’altra, da una che “prega” a una che “lavora”, e si arriva alla “Croix-Rousse”, con grandi edifici costruiti nel 19° secolo appositamente per contenere gli imponenti telai a mano e quelli meccanici dei lavoratori della seta che vivevano in questo quartiere, a ridosso della Montèè della Grande Cote, la strada più scenografica che l’attraversa.
E proprio in Montèè della Grande Cote, al civico 120, si può vivere una bella esperienza da assaggiatori da “Les Toqués du Fromage”, partecipando a uno dei loro laboratori sui formaggi locali per affinare il proprio palato e avere un’approccio gourmet ad un mondo fatto di aromi caseari e sapori infiniti. E si imparano anche gli abbinamenti con i vini, in particolare con il Beaujolais Village, il vino principale del territorio o con gli ottimi Cremant de Bourgogne…una fresca bollicina è sempre un abbinamento perfetto!
E sempre camminando si arriva alla “Presqu’île”, l’isola che non è un’isola, anche se è nel mezzo dei due fiumi -il Rodano e la Saona- che scorrono lentamente, proprio come la vita dei lionesi che costeggiano le loro rive pedalando in bicicletta o passeggiando con calma sulle larghe banchine, sdraiandosi sul manto erboso o sui gradoni del Parco promenade, quasi celebrando, in queste aree collettive, l’antico legame tra lo spazio fluviale e quello urbano.
È il vero centro della città, quasi la propaggine della Vieux Lyon, ma per visitarla tutta bisogna partire presto al mattino perché il percorso è davvero vasto. Ma prima di avventurarsi in un lungo e impegnativo tour a piedi non c’è niente di meglio che iniziare la giornata con un’ottima colazione in un luogo tanto insolito quanto affascinante come l’Hôtel Bayard Bellecour, un pezzo di storia liberty dove il tempo sembra essersi davvero fermato.
Stanze damascate, budoir, angoli d’antan nascosti dietro pesanti tendaggi di velluto rosso, raffinate tappezzerie e riservate alcove. Un hotel per sognare e rivivere la Belle Epoque!
Per assaporare appieno la colazione in questa deliziosa bomboniera bisogna prendersi il giusto tempo, qui la frenesia è bandita perché senza l’ansia imposta dalla premura il cibo ha un sapore migliore: dalle tante golose torte fatte in casa ai ricercati formaggi, densi o cremosi, dal morbido candore che abbaglia oppure stagionati, erborinati o “cendré”, insieme alla sapida “charcuterie” da abbinare ai friabili croissant o alle calde e croccanti baguette e da gustare con un corroborante thè che ti scalda l’anima, circondati da piatti, alzatine, vetrate Art Nouveau e oggetti fin de siècle che riportano a quel mondo elegante di fine ‘800.
Satolli, quasi da non aver spazio per il pranzo, iniziamo quindi il percorso per vedere i numerosi edifici e monumenti del centro di Lione e iniziamo con una curiosità: nella stessa piazza da cui l’hotel prende il nome, Place Bellecour, troviamo la statua equestre di Luigi XIV, il Re Sole, il cui regno è stato il più lungo della storia -oltre 72 anni- e, nei pressi, anche quella dedicata al lionese Antoine de Saint-Exupéry, l’autore de Il piccolo principe, uno dei più bei libri per ragazzi e tra i più venduti al mondo.
La prima tappa è al Théâtre des Célestins, che ha una lunga e travagliata storia…edificio dei Templari fino al 1312, utilizzato come convento dei Celestini dal 1407 al 1779, nel 1792 divenne Teatro, ma nel 1871 un incendio lo distrusse completamente. Venne ricostruito nel 1877 e un altro incendio lo distrusse nel 1880, ma venne poi definitivamente riedificato. Oltre a celebri attori e cantanti come protagonisti, il teatro ebbe più volte Napoleone Bonaparte come spettatore.
Andiamo verso il Rodano per una veloce visita alla Cité de la Gastronomie all’interno del bellissimo Grand Hôtel-Dieu, antico ospedale Charité nel XII secolo e ora Hotel 5***** lusso e centro per lo shopping di alto livello con negozi, bar e ristoranti.
Ma dato che il nostro tour ha come meta finale la Place des Terraux, ce la prendiamo sempre con la dovuta calma per goderci in tranquillità anche un momento di shopping nel Carré d’Or della moda tra Rue Emile Zola e Rue de la Republique dove è impossibile resistere senza entrare nei negozi della via parzialmente pedonale più grande della città o nei grandi centri come La Part-Dieu, che ha al suo interno ben 280 attività commerciali!
Al termine di Rue de la Republique sbuchiamo in Place de la Comédie, di fronte all’imponente Opéra National: diciotto piani, di cui cinque sotterranei e cinque nella volta e due sale, il teatro dell’opera con 1.100 posti e un anfiteatro di 200 posti.
Altrettanto imponente è l’Hôtel de ville, il Municipio, che è proprio di fronte al Teatro, ma ha l’ingresso principale in Place des Terraux dove è posizionata la Fontana Bartholdi, l’autore della famosissima Statua della Libertà simbolo degli Stati Uniti. Nella stessa piazza si trova anche il Musée des Beaux-Arts, il principale museo della città ed uno dei più importanti di Francia.
Il Seicento, l’Ottocento e la prima metà del Novecento sono i punti forti della collezione di questo Museo. Oltre ai quadri del Perugino, Tintoretto, Veronese, Rubens, Manet, Monet, Degas, Van Gogh, Renoir, Cézanne e tanti altri pittori famosi, tra le importanti opere esposte c’è “La lapidazione di Santo Stefano”, il primo dipinto conosciuto di Rembrandt. Inoltre sculture, arte orientale e antiquariato…da perderci giornate intere, anche qui con la calma e il doveroso rispetto che i capolavori di questi grandissimi artisti meritano.
Il pranzo l’abbiamo saltato, ma la sera meritiamo qualcosa di speciale ed eccoci quindi da Petit Ogre, dove lo chef Jules Niang propone una sua cucina “dei contrasti”, una miscellanea tra prodotti locali, stagionali e cucina africana, sapori speziati mescolati a spiccate acidità e mitigate da dolcezza creano un insieme gustativo che sorprende favorevolmente e piace. Una cucina con molti legumi e salse vegetali, la croccantezza dei semi tostati e pesci o carni in piccoli pezzi per meglio gustare le preparazioni. Ottime interpretazioni per far scoprire piatti non banali, che intrigano e invitano a sperimentare altri locali, altre filosofie di cucina, altri sapori ma, oramai l’abbiamo interiorizzato, sempre di più con un approccio slow…la pacata serenità di una città a misura d’uomo ha contagiato anche noi.
www.visiterlyon.com
www.france.fr/it
Paolo Alciati & Enza D’Amato
Alcune foto sono di Enza D’Amato
Leggi la 1° parte
https://www.turismodelgusto.com/attualita/lione-una-grande-citta-ancora-a-misura-duomo-1-parte/