Siamo ai Caraibi. Immaginiamo, per qualche momento, di sognare, di essere su un veliero

Non in un’epoca qualsiasi ma alla fine del Settecento. Abbiamo perso la bussola, gli unici modi per orientarsi sono i venti, i ricordi di una rotta già percorsa, la vista di due picchi vulcanici. Ecco i “Pitons”, le montagne gemelle che caratterizzano la piccola isola di Saint Lucia, osservabili dalla costa occidentale. Siamo giunti a destinazione. Buttata l’ancora, con un tender in legno e la sola forza delle braccia, raggiungiamo la riva. Siamo pronti per scoprire di un mondo selvaggio e tra le foreste si nascondono, come anche oggi, preziose piantagioni di canna da zucchero. L’isola contesa dalla Gran Bretagna e dalla Francia, nel 1770 produceva appena un milione di litri di Rum. La canna da zucchero non è mai stata troppo diffusa, ma è stato l’unico ingrediente ad esser riuscito ad impattare lo sviluppo socioeconomico di Saint Lucia per 200 anni, fino al 1961. Al tempo, le realtà dedicate alla produzione di Rum erano 268, l’approvvigionamento avveniva nelle zone di Balenbouche, Jalousie (ora Sugar Beach) e Vieux Fort, quasi tutti siti storici voluti dai francesi sotto il loro dominio coloniale, affacciati dall’isola sul Mare dei Caraibi.
Aperta sulla sabbia, una vecchia mappa ci suggerisce un percorso che circonda il Pitons Mitan, la frattura scavata dalla lava dei due vulcani. Qui, a quasi 700 metri, guardare le piantagioni di zucchero è più facile. Sono tre le cose indispensabili di cui abbiamo bisogno: un coltello per tagliare i rami o la frutta, un cappello per proteggerci dal sole e una torcia, perché ad un certo punto il sentiero potrebbe diventare buio, un buio forestiero. Dopo qualche ora di marcia leggiamo su un vecchio cartello rovinato dal tempo che all’inizio del XX secolo qui c’erano appena tre distillerie: Marquis Estate, Troumassee Estate e Cul-de-sac Estate, nella Roseau Valley.
Oltre che per le sue gesta militari, George Brydges Rodney era noto per essere un incallito giocatore, un viveur e un collezionista senza scrupoli di bottini di guerra. Ma fu in battaglia che dimostrò tutto il suo carisma e le sue incredibili doti strategiche. “Sull’isola c’è un’azienda che celebra le sue vittorie…”. A Saint Lucia, la distilleria che porta il suo nome è al centro della Valle di Roseau. Tutto nasce negli anni Cinquanta del secolo scorso grazie a un gruppo di esperti di Rum che decisero di portare avanti l’operato di una vecchia distilleria di proprietà della famiglia Geest. Nel 1992 si fusero con l’azienda della famiglia Barnard dando origine alla St. Lucia Distillers Group of Companies, ceduta nel 2005 alla Clico, ma per preservare l’expertise e il know-how acquisito, Laurie Barnard, terza generazione di produttori di Rum, restò in azienda per ricoprire un ruolo direzionale.

Gli antenati della famiglia Barnard lasciarono Plymouth in Inghilterra il 6 settembre del 1620 per iniziare una nuova vita in America e si trasferirono a Saint Lucia all’inizio del 1800. Nel diciannovesimo secolo, quando il carbone rappresentava la maggiore fonte di reddito, i Barnard divennero una delle tre maggiori imprese familiari del settore, esportandolo dal porto della capitale Castries. I gettoni coniati dai Barnard per saldare il lavoro della presa del carbone si possono ancora trovare nel museo dell’isola caraibica: un’attività di portata talmente vasta che le monete della Barnard and Company furono adottate come valuta in tutta l’isola.

La famiglia, prosperando, iniziò a investire nelle piantagioni di zucchero a Saint Lucia e a Saint Vincent. Denis Barnard, rimasto orfano alla tenera età di sei anni a causa dell’influenza spagnola, dopo gli studi di agraria si prese cura dei nuovi gioielli di famiglia. Fu un innovatore, un uomo d’affari accorto e un grande lavoratore. Grazie a queste sue innate capacità trasformò l’azienda di famiglia in un impero. Nel 1931 Denis fondò la sua raffineria di zucchero nella valle di Mabouya a Dennery, un’attività che, assieme alla Cul-de-sac di proprietà della società olandese Geest, fu tra le uniche due a sopravvivere negli anni ’60. Nel marzo del 2016 St. Lucia Distillers entrò a far parte del Gruppo Spiribam, già proprietario della prestigiosa Maison Rhum J.M. La gamma produttiva ancora oggi omaggia le navi dell’Ammiraglio Rodney, ci sono l’HMS Princessa, l’HMS Royal Oak e l’HMS Formidabile. Rum inglesi, prodotti con melassa, che si distinguono per il differente periodo di affinamento dei diversi assemblaggi. Rum dagli stili sfaccettati e stratificati da abbinare a sigari e cioccolato.
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Redazione Centrale TdG