Natura, ambiente ed ecosostenibilità. Per il 2021 la Francia propone una lettura di destinazioni inedita del suo ricchissimo patrimonio culturale, paesaggistico, artistico ed enogastronomico pervaso ovunque da una natura rigogliosa e da una filosofia sempre più attenta alla sua tutela e valorizzazione.
Colori, profumi e sapori diventano la tastiera virtuale su cui far correre veloci le note in un crescendo di emozioni, seguendo itinerari green unici al mondo tra villaggi, laboratori artigianali, distillerie e natura da percorrere a piedi, in bicicletta, a cavallo o sull’acqua, come quello in Provenza, lungo la strada che collega Bormes-les-Mimosas a Grasse, da gennaio a marzo costellata del giallo delle mimose, tanto da prenderne l’appellativo “les mimosas”; o quello viola, le Route de la Lavande, da Drôme alle Alpi-Marittime, passando per le Hautes-Alpes, le Vaucluse e le Alpes de Haute-Provence, tra giugno e luglio interamente ricoperto dai meravigliosi fiori blu di lavanda oppure quello dei meravigliosi paesaggi della Valle della Loira, della Sologne e del Berry, punteggiata del bellissimo iris,
o, ancora, quello di Morbihan, in Bretagna, con le eleganti e delicate ortensie, che tanto ispirarono artisti e pittori, come Claude Monet che le piantò nei suoi bellissimi giardini di casa a Giverny, oggi visitabili, dipingendoli nelle sue opere in esposizione al Museo d’Orsey ed al Musée de l’Orangerie, dove si trova il murales straordinario “Les Nymphéas“.
Green anche il design, con Patrick Blanc, botanico e designer francese, inventore dei “giardini verticali”, rivoluzionario concetto di verde urbano per musei di Parigi, come il Museo del Quai Branly – Jacques Chirac, a pochi passi dalla Torre Eiffel, costruito nel 2004, con 1 022 mq, 15.000 piante piantate e 376 specie vegetali che compongono la parete verde provenienti da tutto il mondo, di Madrid, Kanazawa, Miami e Milano per il Caffè Trussardi, che enfatizza non solo i benefici effetti sul fattore psicologico, fondamentale per chi vive in città, ma ha una duplice funzione di purificare l’aria, fungendo da filtro naturale che assorbe l’umidità e le polveri sottili nonchè protegge l’ecosistema di uccelli, farfalle e altri piccoli animali che trovano casa tra il folto del fogliame.
Tema green pure in viticoltura, sempre più orientata verso il biologico ed il biodinamico anche per lo champagne, con uve coltivate senza pesticidi, concimi chimici, OGM a garanzia della qualità del vino, dei terroir e dei produttori, nel rispetto dell’ambiente e della salute oltre che in gastronomia, sempre più sostenibile e plastic free, con filosofie che trovano ispirazione dalla terra, dall’ambiente e dalla natura, a base di frutta, verdure ed erbe aromatiche possibilmente dell’orto a km0, che valorizzano la ricchissima produzione dei famosi formaggi, regalando profumi e sapori senza eguali, come il Mistralou, da Mistral, il vento freddo che soffia in Provenza, speciale formaggio a latte crudo, prodotto solo nel periodo da marzo a ottobre da una rara razza di capra Rove, originaria della Provenza, avvolto in un’unica foglia di castagno, incredibilmente ricco, cremoso e dolce
o anche la Boulette d’Avesnes, un formaggio dall’aroma pronunciato che prende il nome dal villaggio di Avesnes, nel nord della Francia vicino al confine con il Belgio, che in passato era considerato quasi un sottoprodotto in quanto fatto con il latticello, ovvero il residuo della produzione del burro,e che, invece, oggi è stato rivalutato con l’utilizzo della pasta di Maroilles, arricchita da foglie di dragoncello, prezzemolo, pepe e altri condimenti, e modellata come un arancino catanese, con la scorza arrossata da paprika.
Un leit motiv sempre più adottato da chef famosi come Mauro Colagreco, chef di origine argentina, che a soli 29 anni ha aperto il ristorante Mirazur a Mentone, in Costa Azzurra, tre stelle Michelin, considerato il miglior ristorante al mondo nella classifica mondiale “Les 100 chefs” 2020.
Qualità di vita, benessere ed ecosostenibilità ispirano anche le particolari istallazioni di orti e giardini su tetti e terrazze di negozi, di hotel e di edifici storici, come il Palais Royal uno dei più importanti edifici storici di Parigi, nella parte più antica e centrale della città, il I° arrondissement e di fronte al Museo del Louvre, che ha un ristorante stellato, completamento immerso nello splendido giardino.
Costruito per volere del cardinale Richelieu, tra il 1624 e il 1636 dall’architetto Jacques Lemercier, Palais Royal divenne la residenza dei Duchi d’Orleans che, nel 1784, fecero costruire un porticato con 180 colonne con gallerie che ospitavano botteghe e negozi e aprirono i giardini del palazzo al pubblico. Oggi le botteghe di un tempo sono state sostituite da eleganti cafè, bistrot e negozi di antiquariato e dagli anni ’80 il giardino ospita un’opera moderna: “Les Deux Plateaux” ( o “colonne di Buren”) di Daniel Buren.
Testo e immagini di Carmen Guerriero