Erbaluce vitigno autoctono del Canavese.
Il Comune di Burolo in collaborazione con il Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dei vini DOCG di Caluso e DOC di Carema e Canavese hanno organizzato il 16 novembre 2018 un incontro per far conoscere il vitigno Erbaluce e i prodotti simbolo del territorio Canavesano e Piemontese.
Hanno dato voce alle loro esperienze legate allo sviluppo e alla crescita dell’Erbaluce:
- Anna Schneider, Ricercatrice presso l’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del CNR
- Vincenzo Gerbi, Professore al Dipartimento Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino
- Mauro Carosso, Delegato Associazione Italiana Sommelier di Torino
- Gianpiero Gerbi, Enologo
- Ilaria Salvetti, Azienda Agricola Ilaria Salvetti Vittorio Garda, Cantina della Serra e Giorgio Gnavi, Cantina Gnavi
- Vittorio Garda, enologo della Cantina della Serra
- Martina Ghirardo, titolare dell’azienda agricola Sorpasso di Carema
- Giorgio Gnavi, titolare della Cantina Gnavi
Nella prima parte dell’incontro si è parlato della storia dell’Erbaluce, delle sue caratteristiche distintive e dello stretto legame con la gastronomia locale.
“Alba luce” o “rostita”? Le facce diverse di uno storico vitigno.
Anna Schneider, ha parlato della storia del vitigno erbaluce.
Alcuni documenti risalenti al 1600 dimostrano che l’Erbaluce aveva una sua identità ben definita e non era miscelato con altre tipologie di vini. Il vitigno Erbaluce è patrimonio dell’intera comunità del Canavese, per cui perché limitare la sua denominazione ad un solo territorio?
Erbaluce: vitigno antico per vini moderni.
Vincenzo Gerbi, ha spiegato come dal vitigno Erbaluce si possano produrre vini con caratteristiche molto diverse, dai vini bianchi fermi, agli spumanti, ai passiti.
Analisi di laboratorio e esperienze in cantina con i produttori più disponibili, hanno permesso al ricercatore di Torino, di valutare un’ulteriore valorizzazione dei vini Erbaluce, pensando a modelli di vino ad alta sostenibilità ambientale.
La gastronomia dell’Erbaluce. Il vitigno canavesano e il cibo del territorio.
Mauro Carosso, ha parlato della gastronomia del territorio e dei suoi forti legami con i vini del Canavese, in particolare dell’Erbaluce.
L’evoluzione degli stili dell’Erbaluce.
L’enologo Gianpiero Gerbi ha spiegato i diversi stili dell’Erbaluce. Un vino che deve raccontare la propria storia non solo attraverso un lavoro in cantina e in vigna, ma anche attraverso un corretto approccio al consumatore finale.
Case History: i produttori raccontano le loro esperienze
Nella seconda parte del convegno sono state illustrate alcune case history di produttori del consorzio che hanno espresso un punto di vista sulle future sfide dell’Erbaluce ed esposto i progetti innovativi e di ricerca.
Innovazione, sperimentazione e legame con il territorio. La scelta del BIO.
Ilaria Salvetti che è stata una dei primi produttori del consorzio a scegliere la formula del Bio, ne ha illustrato il valore aggiunto.
Ilaria ha raccontato la sua esperienza che ha permesso di conservare il legame che il vitigno ha con il territorio. Da questa sinergia ne sono usciti valorizzati sia il vitigno Erbaluce sia la promozione del turismo locale.
Il ruolo dei vitigni autoctoni nel futuro della viticoltura canavesana.
Vittorio Garda e Martina Ghirardo hanno spiegato come attraverso l’analisi e lo studio del vitigno autoctono abbiano conseguito un miglioramento qualitativo dei vini tradizionali. La stretta collaborazione tra il Consorzio per La Tutela e la valorizzazione dei vini DOCG di Caluso e Doc di Carema e Canavese, l’università di Piacenza (con Fabrizio Torchio, enologo e ricercatore) ed il laboratorio “Grape” di Alba hanno lavorato congiuntamente.
Il risultato è stata la scoperta che il profilo aromatico dell’Erbaluce di Caluso DOCG è caratterizzato anche da un tiolo responsabile dell’aroma di pompelmo (CIS3ESANOLO). La ricerca si è rivelata fondamentale per una corretta interpretazione enologica del vitigno.
Erbaluce & Canavese: una storia in attesa di successo. Riflessioni di un “non vignaiolo” alla ricerca delle sue radici.
Giorgio Gnavi ha portato pensieri e riflessioni sull’identità del Canavese. Ha analizzato i punti di forza e le potenzialità del Canavese, ha rimarcato quanto sia importante proseguire con la valorizzazione del vitigno Erbaluce, dei prodotti del territorio per arrivare ad una rinascita del turismo enogastronomico locale.
Passato, presente e futuro del vitigno Erbaluce – i commenti a fine giornata
Il Sindaco di Burolo, Franco Cominetto promotore dell’evento ha commentato: “Valorizzare il proprio territorio e le eccellenze presenti su di esso, rientra tra i compiti che ogni amministratore dovrebbe portare avanti nel proprio Comune. L’appartenenza di Burolo alla DOCG dell’Erbaluce di Caluso, mi inorgoglisce, e il promuovere il mio territorio dando visibilità ad un prodotto che sta ottenendo consensi e riconoscimenti, nazionali ed internazionali, mi sprona ad adoperarmi per dare visibilità e promuovere il “nostro “vino, e di conseguenza la sua zona di origine. Far conoscere la storicità del vitigno, le peculiarità del prodotto abbinato alla gastronomia locale, guardare le prospettive future, sono i temi fondamentali di questo convegno. ”
“L’intento della serata è stato quello di divulgare, attraverso più voci ed esperienze, la storia del vitigno Erbaluce. L’incontro è stato infatti volutamente aperto al pubblico così da coinvolgere, oltre agli addetti ai lavori, tutti gli appassionati del settore vitivinicolo che ne vogliono sapere di più su uno dei prodotti che rappresenta la storia e l’eccellenza del territorio” commenta Caterina Andorno, Presidente del Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dei vini DOCG di Caluso e DOC di Carema e Canavese.
Paolo Alciati
Fonte Ufficio Stampa
Credit Photo Ufficio Stampa