Cantine PaoloLeo
San Donaci (BR) – paololeo.it
La Puglia vinicola in questi ultimi anni sta galoppando verso uno standard qualitativo altissimo e la Cantina PaoloLeo è uno degli ambasciatori assoluti del suo territorio principe, il Salento. La cantina affonda le radici ai primi del ‘900 (sono ora alla quinta generazione) e la maggioranza dei vigneti sono autoctoni e coltivati in biologico; Primitivo e Negroamaro sono i principali, ma meritorio è il percorso di valorizzazione di autoctoni pugliesi in via d’estinzione come Bianco d’Alessano, Bombino nero, Minutolo, Nero di Troia, Susumaniello, e Verdeca. La zona rurale compresa tra la provincia di Taranto e quella di Brindisi è spesso battuta dal freddo vento di Tramontana dal versante adriatico mentre dal versante ionico provengono da sud i venti caldi africani; questa diversa temperatura tra i due mari suscita una provvidenziale ventilazione notturna e una fondamentale escursione termica tra il giorno e la notte determinante per una migliore qualità delle uve e, di conseguenza, dei loro vini.
Negroamaro Puglia IGP – “Orfeo” 2019 | Cantine PaoloLeo
Caratteristiche del vino
Il più celebre tra i vitigni autoctoni salentini è qui vinificato in purezza. La raccolta, manuale, si effettua alle prime ore del mattino per mantenere l’integrità delle uve; in cantina la fermentazione alcolica si svolge in serbatoi d’acciaio a temperatura controllata per 8-10 giorni. La macerazione sulle bucce dura 12-15 giorni, con pressatura soffice finale delle vinacce. Matura 3 mesi in acciaio, un anno in barriques di rovere americano e francese e ulteriori 3 mesi in bottiglia. Gradazione: 14,5% vol. Temperatura di servizio: 18°C in ampi calici che ne favoriscano la massima espressione olfattiva.
Colore: rosso rubino molto intenso con sfumature granata.
Bouquet: altrettanto intensa ed elegante è l’espressività aromatica che apre con vividi sentori di frutti di bosco, mirtillo e ribes nero su tutti, ma si allarga su alloro e note balsamiche e iodate per virare leggero su spezie e cacao.
Sapore: il primo sorso è un velluto, irrompe ampio, ricco, caldo, profondo. Il tannino, morbido ed equilibrato, accarezza il palato e la sensazione olfattiva si riflette nel bicchiere regalando piacevoli sapori di sottobosco e fruttati, lo stesso per la parte balsamica, con dolci percezioni di liquirizia, e per le note speziate, frizzanti come il pepe nero, un profumato richiamo di tabacco nel lungo e persistente finale. Un vino armonico, appagante, sensuale.
Abbinamento consigliato: ovviamente il “matrimonio d’amore” è con i succulenti piatti della cucina pugliese e salentina in particolare: primi straordinari fatti in casa come ciceri e tria, sagne ‘ncannulate, maritati leccesi o secondi di carne in umido, alla brace, turcineddi (golosi involtini di interiora di agnello avvolti nel proprio budello e cotti alla griglia), polpette al sugo e cacciagione.
Ma anche con i capisaldi della cucina italiana, dalle lasagne alle paste al ragù, dagli arrosti ai brasati, dai salumi ai formaggi di media e lunga stagionatura la soddisfazione sarà tanta.
Paolo Alciati e Enza D’Amato