Fontanafredda
Serralunga d’Alba (CN) – fontanafredda.it
La cantina Fontanafredda ha una storia regale: nel 1858 Vittorio Emanuele II, re di Sardegna e primo re d’Italia, acquista le tenute come dono d’amore per Rosa Vercellana, conosciuta come “la bela Rusin”, sua amante per decenni e da lui insignita col titolo Contessa di Mirafiore e Fontanafredda per divenire poi sua moglie morganatica. Dall’amore tra i due nacque Emanuele Guerrieri, il vero pioniere della cantina; fu lui a dare il via alla produzione del Barolo Fontanafredda, vinificato e commercializzato secondo metodi così moderni e innovativi conquistarsi subito un posto di prestigio tra le più importanti cantine d’Europa.
Oggi la cantina vanta 120 ettari certificati a biologico, 5 diversi cru di Barolo con 2.500.000 bottiglie di Barolo in affinamento e una produzione annua che rappresenta circa il 6% dell’intera denominazione. Produce le più importanti DOC e DOCG del basso Piemonte: Barolo, Barbaresco, Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, e altri rossi tipici, Arneis, Gavi, Chardonnay, Moscato e altri bianchi tipici, Alta Langa Metodo Classico e Asti spumante.
Barolo DOCG del comune di Serralunga d’Alba 2016 | Fontanafredda
Caratteristiche del vino
Fermentazione a temperatura controllata in tini di acciaio inox per 15 giorni. Affina un anno in barriques di rovere di Allier e un ulteriore anno in botti grandi da 2.000-3.000 litri. Successivamente il vino passa in bottiglia per un ulteriore affinamento che non è mai inferiore a 12 mesi.
Il miglior periodo per consumarlo potrebbe essere dopo 8-10 anni dalla vendemmia, ma è sicuramente un vino da lungo affinamento (almeno 15-20 anni).
Colore: rosso rubino con riflessi granati.
Bouquet: al naso il profumo è netto e intenso con sentori di vaniglia, floreale di rosa appassita e viola, emergono lievi spezie, pepe nero, liquirizia e un piacevole sottobosco balsamico.
Sapore: in bocca è asciutto, intenso e vellutato, con tannino abbastanza morbido ma ancora leggermente da smussare, equilibrato nell’acidità e armonico. Le spezie sono maggiormente evidenti e così la frutta rossa; le sensazioni balsamiche donano eleganza e il finale è lungo e persistente.
Abbinamento consigliato: il Re dei vini regala sempre soddisfazioni nell’abbinamento. Non è sacrilegio berlo già con antipasti di carne cruda e insaccati, sicuramente ideale con condimenti ricchi, paste con sughi di carne o ripiene come gli agnolotti, o anche con il classico risotto. Abbinato a secondi succulenti come selvaggina, brasati, arrosti o carni grigliate esalta l’accompagnamento. Ottimo con formaggi a media e lunga stagionatura. Raffinato a fine pasto, per scoprirne l’evoluzione aromatica man mano che si scalda nel bicchiere.
Paolo Alciati e Enza D’Amato