Vinchio Vaglio
Vinchio (AT) – vinchio.com
Se si pensa alla Barbera e ai suoi principali produttori, tra i primi che vengono in mente c’è sicuramente la Cantina di Vinchio Vaglio. Una Cantina Cooperativa che dall’anno della sua fondazione, il 1959, da parte di 19 soci viticoltori ha avuto una crescita esponenziale ed oggi ne conta ben 185 tra conferenti, proprietari e conduttori con oltre 420 ettari di vigneti in coltura specializzata posti in un territorio situato tra le colline dell’Alto Monferrato.
I terreni sono di natura prevalentemente calcarea e sabbiosa, quindi poco fertili e rese molto basse e posti per lo più su pendii molto ripidi ma che offrono il vantaggio di più che favorevoli esposizioni al sole il che garantisce elevate concentrazioni zuccherine. Insomma…le condizioni ottimali per ottenere vini di qualità, tant’è che vengono prodotte ben 12 versioni di Barbera e 2 di Nizza DOCG, oltre a quasi tutti i vini piemontesi DOC e DOCG rossi, rosati e bianchi, in versione ferma o spumante e anche da dessert, ricavati sia da vitigni autoctoni sia da internazionali.
Barbera d’Asti DOCG Superiore – “I Tre Vescovi” 2018
Caratteristiche del vino
Invecchiato per almeno dodici mesi e di cui minimo sei affinato in botti di rovere, la Barbera Superiore I Tre Vescovi è il vino che ha fatto conoscere Vinchio Vaglio nel mondo. Le uve utilizzate, scelte con accuratezza, sono le più zuccherine subito dopo quelle adoperate per la Selezione Vigne Vecchie, altra Barbera che ha segnato la storia della Cantina.
Con l’affinamento in legno questo vino subisce un’evoluzione del profumo e una variazione dell’intensità colorante che lo rendono più stabile nel tempo e con i suoi 14 gradi in volume può tranquillamente reggere una decina d’anni di invecchiamento in cantina.
Colore: rosso rubino con tenui riflessi aranciati.
Bouquet: naso intenso di frutti rossi maturi, prugna e ciliegia su tutti, e leggere note balsamiche, di pepe e frutta secca. Chiude con sentori di legno non invasivi.
Sapore: al palato è secco, asciutto, vinoso. Il suolo ricco di conchiglie fossili ha trasmesso una leggera sapidità. Il balsamico avvertito nei profumi si replica in bocca; il sorso è ricco e con buona morbidezza e intensità anche se, vista la giovane età, c’è una piacevole astringenza e si evidenziano tannini ancora non pienamente distribuiti. Chiude con ottima persistenza e note di frutti rossi e leggera liquirizia.
Abbinamento consigliato: un vino ottimo per l’intero pasto, dalla tipica battuta di Fassona o all’insalata russa per gli antipasti, al risotto alla Barbera e alle paste con saporiti e aromatici sughi di carne o funghi. Coi secondi ovviamente di carne – dagli arrosti ai brasati – ma anche con selvaggina da piuma e da pelo. Ideale con formaggi stagionati, intensi e piccanti. Un consiglio insolito? Fresco, ad innaffiare una coppa di pesche di vigna a tocchetti, all’uso dei nonni.
Paolo Alciati