
“Ciò che conta, per noi, è la terra; è il nostro valore, l’origine della nostra esperienza e la nostra ricchezza. La terra genera valore, che genera cultura, che a sua volta genera valore: un circolo virtuoso che, dopo 62 anni, porta oggi frutti maturi”.
Questo il mantra che anima l’impegno ed il lavoro dei oltre 2.000 viticoltori di Menfi, piccola cittadina in provincia di Agrigento, a sud della Sicilia, che da decenni fanno rete con vigneti che coprono un’area di oltre 6.000 ettari, la più grande d’Europa, estesa tra Menfi ed i comuni di Santa Margherita di Belìce, Montevago e Sambuca.
Una lunga storia che ha origine nel 1958, quando, stanchi di essere sottopagati, un primo piccolo coraggioso gruppo di viticoltori con vigneti nell’areale di Menfi, anticipando i tempi, ebbe l’intuizione di costituire una cooperativa di produttori non solo per acquistare l’uva, ma anche per trasformarla in un bene di maggior valore economico, il vino.
Nacque, così, Cantine Settesoli, oggi una delle più importanti cooperative vinicole europee, con export in oltre 40 paesi nel mondo, tra i cui soci fondatori annovera anche il nonno dell’attuale presidente Giuseppe Bursi.
Nell’ottobre del 1965 vi fu la prima vendemmia e, nel 1974, la prima bottiglia commercializzata, proiettando, di fatto, la cooperativa, guidata dall’allora presidente Diego Planeta, un pezzo di storia vitivinicola della Sicilia, verso l’innovativo (ai tempi) processo di vendita anche all’estero.
Nel 1999 nacque il brand Mandrarossa, simbolo di innovazione, qualità, molto legato alla sperimentazione, attentissimo alla gestione del vigneto e alla qualità dell’uva, che privilegia le migliori selezioni disponibili su 6000 ettari di coltivazioni, con una parte della produzione rivolta esclusivamente al canale distributivo Horeca.

Negli anni la cooperativa ha rafforzato i legami, incrementando la rete tra produttori e la qualità dei mezzi e delle uve e realizzando tanti importanti progetti. Da ultimo, la nuova barricaia ed una sala degustazione full immersion nel paesaggio e con vista mare; la riproposizione della prima etichetta della cooperativa, Feudo dei Fiori, 50% Grecanico e 50% Chardonnay ed un restyling delle etichette di Settesoli e di Inycon, brand per l’estero sulla grande distribuzione; i Vini vulcanici da nuovi terreni alle falde dell’Etna; il progetto “Settesoli sostiene Selinunte”, primo fundraising del vino che lo scorso anno ha vinto il prestigioso @DMA Awards Italia 2019 e mira, grazie a percentuale su proventi delle vendite, a restituire il suo antico splendore al Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa, (VII-IV sec. a.C.), uno dei più grandi e straordinari siti archeologici del Mediterraneo; una Linea biologica e vegana per i mercati esteri, chiamata Jummare, che in gergo significa palma nana, da 870 ettari in coltivazione bio, in cui è molto alta l’attenzione ai valori della sostenibilità, grazie ai quali i soci ricavano, oltre al prezzo convenzionale delle uve, un’integrazione della remunerazione garantita dall’UE.

Il merito di Cantine Settesoli è, però, soprattutto quello di aver creato un indotto sul territorio menfitano che, anno per anno, si è incrementato fino a realizzare un’economia parallela perfettamente integrata con il territorio e con la produzione vinicola. Una sostenibilità a 360 gradi sia per la produzione di vino di qualità e dalla forte identità territoriale, sia per il modello di gestione etica della cantina intesa come comunità, che fa sì che le pratiche di sostenibilità possano essere il fondamento di future strategie sinergiche di sviluppo della viticoltura e del turismo, i due settori più vitali dell’economia del territorio, a salvaguardia di un ambiente naturale, economico e sociale sano, per offrire occasioni concrete professionali e lavorative ai giovani del territorio.
Dopo V.I.V.A., l’etichetta del Ministero dell’Ambiente per la certificazione del vino sostenibile, Cantine Settesoli sta lavorando con il Consorzio Doc Sicilia ad un marchio di sostenibilità Sustain Sicilia, da apporre sulle bottiglie, che porterà la cooperativa Settesoli ad essere la prima in Sicilia.
Carmen Guerriero