Dichiarazioni di Mamete Prevostini e viticoltori.
Mamete Prevostini
“Con la Rete dei Giardini Sospesi diamo valore a una figura professionale, ormai rara nel nostro territorio: il viticoltore a tempo pieno. Offriamo la possibilità generale, soprattutto ai giovani, di diventare produttori di uva a pieno titolo. Questo lavoro deve essere economicamente sostenibile e permettere a chi lo intraprende di rimanere in Valtellina, migliorare la qualità della propria vita e accrescere le eccellenze del territorio. Vogliamo dare un messaggio ottimistico alle nuove generazioni: scommettere sulla bellezza del vino significa investire nell’estetica futura del paesaggio”
Sonia Soverna
“La vigna è donna perché richiede una vita di dedizione, amore e presenza, proprio come nella famiglia. Portiamo avanti questo mestiere con il sorriso e ci teniamo a farlo bene e con impegno nonostante le avversità: quando il sole scalda la terra e la roccia, dove tira forte il vento…noi siamo lì”
Paolo Piatta
“Quando parliamo delle nostre vigne è come se parlassimo di un famigliare, perché ogni uigna, funt e cuet ha un nome e una storia da raccontare. Fare viticoltura è un modo d’essere che si trasmette di padre in figlio. Viviamo programmando il tempo in base esigenze della natura, soffriamo e gioiamo per i nostri frutti”
Guido Bongini
“Ho iniziato a 10 anni, per cui conto più di 60 vendemmie: direi che l’esperienza l’ho fatta. Non mi interessa più tanto il guadagno ma la soddisfazione di arrivare in cantina con un prodotto eccezionale. Vorrei solo che mio nipote con i miei insegnamenti e quelli della scuola prosegua questo percorso”
Gabriella Bersani
“Consiglio a tutte le giovani donne che vogliono fare questo mestiere un amore incondizionato per la vigna, senza di quello non è possibile. Giro il mondo per confrontarmi con altre donne imprenditrici, condivido la mia esperienza nelle associazioni di cui faccio parte, la mia passione non si esaurisce mai, nemmeno dopo 50 vendemmie”
Gianpietro Farina
“Quando ho iniziato a lavorare con Mamete era un giovane produttore agli albori, ma io e i miei fratelli abbiamo deciso di dargli fiducia. Alla sua richiesta di raccogliere l’uva in cassetta l’abbiamo assecondato: ricordo che ci guardavano come se fossimo degli alieni durante la vendemmia, ma oggi in molti fanno così”
Guido Bresesti
“Sono coerente con le mie scelte di vita radicali, credo in me stesso e nella natura, punto sempre in alto e voglio collaborare solo con persone che la pensano come me. Curo le mie vigne con il massimo rispetto e vorrei poter vedere un giorno il frutto di questo lavoro imbottigliato anche con il mio nome, o quello di mio nipote”
Gregorio Baldelli
“Ho sempre lavorato le vigne. Trent’anni fa ti davano del matto se facevi questo mestiere ma sta avvenendo un cambio di mentalità, l’interesse è cresciuto e l’approccio è diverso, non è più un lavoro ma uno stile di vita che si sceglie con passione. Ora posso dire che la viticoltura darà futuro ai nostri giovani”
Riccardo Pensini
“Facevo un altro lavoro ma la vigna mi chiamava. Mio padre non voleva che facessi il viticoltore come lui e all’inizio ho dovuto imparare il mestiere di nascosto. Solo con il passare degli anni la mia tenacia l’ha convinto. Ora mi dà una mano e io sono sempre più convinto che è stata la scelta migliore che potessi fare”
Mamete Prevostini
Via Don Primo Lucchinetti, 63, Mese (SO)
mameteprevostini.com
Redazione Tdg
Fonte Ufficio Stampa
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