
Così Arturo Bersano, vignaiolo, studioso, poeta.
La sua ansia di ricerca, paziente e oculata, dettata da una profonda passione per la terra e per il lavoro, ha saputo condensare nelle Raccolte e nel Museo delle Contadinerie le testimonianze più sofferte e insieme più gioiose della civiltà enoico-contadina.
Ogni cosa qui ha l’odore buono della terra piemontese e la ruvida armonia di tanti secoli d’amore per la campagna.
Non esiste un criterio di visita: è bello aggirarsi liberamente e soffermarsi davanti a quegli attrezzi che, riportando alla mente l’antica umiltà dei nostri progenitori, ci fanno riscoprire il significato profondo della terra.
MUSEO DELLE CONTADINERIE

Il Museo è all’aperto perché lì si svolgeva la vita dei contadini e il loro lavoro quotidiano.
Tra mastelli, brente, falci messorie e carretti agricoli emerge l’eleganza dei torchi. La loro maestosa semplicità ripropone, come pochi altri manufatti, la congiunzione dell’arte del vino dagli antichi Romani ai giorni nostri.
Il torchio nasce con il vino stesso ed è l’emblema dell’evoluzione lenta della meccanica.
Bellissimi gli esemplari del ‘700 a vite discendente, quelli detti “alla genovese” e altri più piccoli per uso familiare.
La mirabile arte contadina si apprezza anche nell’approssimata finitura dei pezzi, nei taglieri, mortai, paioli, botti e “barlet” botticelle per il vino che il contadino omaggiava a mediatori e carrettieri.
Nei recipienti c’è la storia della civiltà del bere.

RACCOLTA DELLE STAMPE
Le Raccolte datano di un’epoca più recente rispetto alle Contadinerie e raccontano quattro secoli di stampe e di etichette rare.
C’è una diversa raffinatezza in questa collezione che propone lo spirito elaborato e ricercato delle incisioni e dei lavori di stampa. Troviamo editti che disciplinano il vino e la sua commercializzazione.
Etichette vergate a mano o stampate in elaborati caratteri, scene conviviali, caricature, pergamene e manifesti pubblicitari che si contendono lo spazio con carte geografiche, vedute di paesaggi e raccolte di antichi menù.
Mirabile l’incisione di Callot del 1635, le immagini di bevitori dei caricaturisti francesi del XIX secolo e la “Pomona” di Giorgio Gallesio, prezioso e rarissimo volume del 1817 dedicato alle innumerevoli varietà di vitigno che nei secoli l’uomo ha coltivato.

Ovunque si riconosce l’animo più inaccessibile di questa terra e si assapora la storia delle epoche che si sono susseguite nell’avventura della vita di tutti i giorni.
Info e orari visite:
Bersano S.p.A.
P. Dante 21
Nizza Monferrato (AT)
Paolo Alciati
Fonte: Uff. Stampa