Vini albanesi, Çobo Winery – Berat.
C’è molto fermento negli ultimi tempi in Albania. Non soltanto nel settore del turismo ma anche in quello vitivinicolo che, del primo è parte sostanziale.
Per capire meglio il presente, guardo sempre al passato che, in Albania vanta una storia vitivinicola dalle antiche radici che risalgono a oltre 3.000 anni fa che, nel tempo, ha seguito le varie vicissitudini geopolitiche del paese.
Se durante il XVII secolo, gli anni di Impero ottomano, la produzione vinicola rallentò sotto l’influenza dell’Islam, seguendo i dettami religiosi che vietavano il consumo di bevande alcoliche, nei primi del ‘900, la produzione si ridusse alle dimensioni “familiari” e solo per un piccolissimo mercato. Nel successivo periodo fra le due guerre, gran parte delle colture di autoctoni furono devastate da oidio, fillossera ed altre malattie, fino alla ripresa a ridosso degli anni ’60, quando la produzione vinicola albanese riprese vita, e nei primi anni ’90, fu sostenuta anche da un programma di privatizzazione dei terreni vitivinicoli che portò ad un ulteriore modernizzare del settore e ad un miglioramento nella produzione del vino, fino a raggiungere circa 20.000 ettari coltivati.
Dal 2002, grazie a diverse politiche di sostegno, l’Albania ha incrementato la superficie vitata, fino ad arrivare, ad oggi, a circa 26.000 ettari.
Nel tempo, i viticoltori hanno dovuto fare i conti con le perdite ma, forti della capacità di imparare velocemente, hanno guardato alle potenzialità dei loro territori ed agli esempi dei mercati internazionali. Così, accanto ai vitigni autoctoni Shesh, Kallmet, Vlosh, Debinë, Serinë, Pulës, Manakuq, nel corso degli ultimi anni sono stati impiantati anche vitigni internazionali quali Merlot, Sangiovese, Barbera, Chardonnay, Primitivo, Montepulciano, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Moscato.
Oggi in Albania il settore vitivinicolo è in crescita, con, allo stato, più di trenta aziende vitivinicole, che, forti di un terreno fertile e di un clima mediterraneo con inverni miti ed estati calde e secche, producono vini autoctoni molto interessanti, come
- il Kallmet (vitigno rosso) dotato di grandissima potenzialità e carattere e di un’ottima potenzialità di invecchiamento;
- e il Shesh, un vitigno da cui si ottengono vini sia bianchi che rossi.
Delle quattro macro aree in cui il territorio vitivinicolo è distribuito in base all’altitudine, le colline centrali (da 300 a 600 mt) comprendono vigneti nei dintorni di Berat, Korcë, Pogradec, Përmet, Leskovik, Vlorë (Valona), Lezhë (Alessio), Shkodër (Scutari).
Nell’area delle colline centrali si trovano le cantine più apprezzate per la qualità dei vini: Medaur Kallmeti, Rilindja, Skënderbeu, Luani, Bardha, Arbëri, Sara, Vintage, Kardinal, Zika, Belba, Nurellari, Balaj, Koto, Vila Duka, Vila Shehi, and Kokomani, e Çobo Winery.
Çobo Winery è una cantina dalla lunga tradizione risalente ai primi anni del 1900, che coltiva vitigni autoctoni principalmente su circa 35 ettari, cui ho fatto visita nel mio recente viaggio a Bukmira, vicino Berat, la città “dalle mille finestre”.
L’azienda è condotta uno dei fratelli Çobo, Muharrem, che ha studiato legge in Italia dove ha incontrato Alessandro Spatafora, attuale enologo della cantina e produce attualmente 100.000 bottiglie all’anno e cinque vini premium, Trebiano, Kashmer, Shesh i Zi, Shesh i Bardhë, ed E Bardha e Beratit e due Rakis, Raki ME Arra e Raki Rrushi.
Un raki barriccato (in Albania si usa solo bianco), un aceto balsamico da mosto cotto e “Shendevere”, Spumante metodo classico, primo in tutto il Paese, recano l’inconfondibile firma dello stile tutto italiano, curato dall’enologo Spatafora.
Qual è il futuro per i vini albanesi? Sicuramente l’autoctono, nella costante ricerca della qualità di un prodotto così fortemente legato al territorio, alle tradizione, al duro lavoro quotidiano di uomini innamorati e fieri delle proprie radici e del proprio Paese.
Çobo Winery, Ura Vajgurore, Berat, Albania, +355674070562
Carmen Guerriero
Credit Photo Carmen Guerriero