Le distanze tra la capitale e Milano si assottigliano nel segno di un’autenticità culinaria romana contemporanea ispirata alla tradizione che non dimentica le radici gastronomiche più veraci. Assoluto protagonista è il ristorante e cocktail bar “Il Marchese – Osteria, Mercato e Liquori”, approdato nella città meneghina per esportare tutta la travolgente allure di un locale ispirato al famoso film “Il Marchese del Grillo”, diretto da Mario Monicelli e magistralmente interpretato da Alberto Sordi.
Secondo in ordine temporale, il nuovo locale, aperto ormai da un anno, non è certo da meno rispetto al “gemello” di via Ripetta a Roma, insegna di successo che ha ricevuto il plauso di due clienti speciali come la First Lady Jill Biden e la Première Dame Brigitte Macron. L’obiettivo, raggiunto nel primo anno d’apertura ma che prosegue nei mesi a venire, è conquistare a colpi di golosa amatriciana e ottimi cocktail il cuore dei milanesi, spalancando loro le porte del travolgente “mondo” del Marchese, raffinato e verace nello stesso tempo, come nella Roma papalina e popolana del film.
È la sfida che ha mosso e muove Davide Solari e Lorenzo Renzi, romani doc e già proprietari del locale capitolino. I due imprenditori, esportando il brand dal prezioso palazzo ottocentesco nel centro storico di Roma, hanno intrapreso così la nuova avventura nelle vicinanze del Teatro alla Scala, alle porte di Brera: il Marchese Milano si trova all’interno di un palazzo dei primi del ‘900 decorato con marmi milanesi di grande pregio; un salotto enogastronomico urbano che accoglie i milanesi nei suoi spazi raffinati dal lunedì alla domenica, dalle ore 12:30 alle ore 02:00, rendendosi luogo d’elezione per qualunque occasione, dall’aperitivo del pranzo fino al dopo cena, divenendo all’occorrenza uno spazio perfetto per ogni tipologia di evento.
La sede meneghina de Il Marchese rispetta e valorizza al massimo la storia dell’edificio di stile neoclassico, tra colonne e pavimenti antichi e che fa rivivere, nelle tessiture e nei materiali, i particolari scenografici della pellicola, dagli abiti del famoso Marchese del Grillo, con i suoi velluti e le tinte pastello, i colori del suo panciotto, agli arredi del suo palazzo, dominati dal vetro e dall’ottone, come da quadri antichi. In contrapposizione, non manca nei dettagli decorativi la parte più povera e più vera dell’osteria frequentata dal popolo, rappresentata da elementi come il legno grezzo e dall’aspetto volutamente decadente delle pareti.
Il ristorante offre anche serate con musica live di sottofondo, per un piccolo e prezioso “ristorante nel ristorante” (con cucina e cocktail bar, oltre a uno chef e un barman a disposizione).
Cuore del ristorante è la corte centrale ovale, caratterizzata da maestose colonne a fare da quinta scenica alla cucina e al cocktail bar a vista, per una raffinata “piazza” che ospita delle poltroncine e dei divanetti in pelle o in velluto color champagne o celeste, in abbinamento ai tavolini in marmo e, ancora, sedie e tavoli di legno.
A Milano, come nella Capitale, Il Marchese è un’elegante e raffinata osteria con una filosofia culinaria dalle forti radici romane e ispirata alle ricette della tradizione che vengono alleggerite secondo un gusto contemporaneo dall’Executive chef Daniele Roppo, che propone anche piatti vegetariani. Daniele, fin dall’infanzia, ha avuto un importante legame sia con sua nonna, che lo ha fatto appassionare alla cucina, sia con la figura di Alberto Sordi.
“Ricordo la prima volta che lo incontrai, avevo sette anni. Sordi andava dal mio stesso barbiere ed ero in fila per farmi tagliare i capelli – racconta Roppo – A un certo punto appare l’Albertone nazionale e mi inizia a prendere in giro. Andava di fretta, perché lo aspettavano a Cinecittà per girare e quando mi passò davanti, mi diede pure una cinquina sull’orecchio, per farmi una specie di carezza. Poi, quando se ne andò, mi ringraziò per averlo fatto passare avanti”. Daniele ha una passione per la gastronomia artigianale e per una cucina genuina e sincera che si concretizza nella ricerca di un prodotto sempre freschissimo e di prossimità. Come nelle vecchie osterie, si tratta direttamente con i produttori, spesso delle piccole realtà a conduzione familiare, e si sceglie solo l’ingrediente migliore.
Così ad esempio, il guanciale viene acquistato da un produttore di Ascoli Piceno che esiste da oltre 130 anni, il pecorino lo acquistano a Castel Gandolfo, il baccalà viene pescato all’amo, cosa che lo preserva dagli ematomi tipici della pesca con la rete mentre polpo, gamberi e calamaretti arrivano dalla costa tra il Circeo e Anzio. Il menu del Marchese parla di tradizionale, prevalentemente romana, proponendo una cucina di memoria mai banale, per accostamenti di sapori e presentazione dei piatti. In carta troviamo ad esempio tra i “must”, un antipasto come la Crocchetta di bollito con salsa verde, piatto romano e “ricetta di mia nonna – racconta Roppo – nella quale faccio bollire e stracuocere il campanello e la punta di petto di manzo insieme a qualche spezia ed erba aromatica. È un piatto semplice fatto con tagli di carne poveri”.
Nel menu di questa primavera oltre ai signature tra gli antipasti entrano in carta il Carciofo tonnato, il Fiore di zucca scomposto, le Polpette al sugo con parmigiano 30 mesi. Passando ai primi piatti, inno alla veracità con l’immancabile “poker” romano di Carbonara, Amatriciana, Gricia e Cacio e pepe, le novità di questo menù sono: Tortello ripieno di pecora e il suo brodo; Spaghettone ajo ojo, peperoncino, bottarga di muggine e mandarino; Risotto calamari, crema di broccolo romanesco, lardo e mou di cipolla rossa.
Come proposta vegetariana di primo invece Fettuccina con burro di Normandia, parmigiano 30 mesi e peperone crusco. Tra i secondi troviamo i piatti iconici della cucina dello chef: il Filetto di vitello come saltimbocca e la Polpetta di agnello alla scottadito. A questi si aggiungono le novità della stagione come il Calamaro alla vignarola, la Tagliata di sovracoscia di pollo, con il suo fondo, limone, menta e misticanza e il Petto d’anatra, miele, birra, arancia, su cavolo viola marinato. Anche in questo caso per chi non mangia carne e pesce entra in menù un piatto giocoso completamente vegetale che omaggia questa seconda casa de Il Marchese, la Parmigiana di melanzane alla milanese.
Per chi cerca invece un pasto colorato ma leggero, non mancano le Insalate, come la Cesare, la Finocchi, speck d’anatra, agrumi e olive taggiasche e la Misticanza, salmone marinato alle rape con guacamole e ribes. Fanno gola i dessert, tutti fatti in casa.
L’amaro e cocktail bar de Il Marchese a Milano come a Roma (dove vanta il primo Amaro bar d’Europa con oltre 600 etichette italiane presenti), è una fucina di tendenze e lo dimostra a ogni suo rinnovo la drink list, sempre a base di amari, tanto che se i cocktail non li contemplano all’interno, sono esclusi. I drink sono protagonisti dell’aperitivo, dell’after dinner e, per gli amanti dei Food tasting con mixology, dell’accompagnamento ai pasti. A guidare il bar de Il Marchese, a Milano e a Roma, Fabrizio Valeriani, bartender con una solida esperienza alle spalle e diverse consulenze per start-up a tema mixology.
La cucina è guidata da Daniele Roppo, giovane cuoco romano autodidatta di buona esperienza e ottima qualità nell’arte culinaria, ingaggiato dai titolari de Il Marchese, per il quale gli viene chiesto di pensare a una cucina di tradizione ma con un impulso sempre innovativo. Qui, nelle sue preparazioni, può esprimere le sue radici e il suo passato da rugbista: il gioco di squadra è alla base della sua brigata.
“Uniti si prova, si sbaglia, si sperimenta e infine si costruisce”, afferma convinto Daniele.
IL MARCHESE – OSTERIA, MERCATO E LIQUORI
- Via dei Bossi, 3 – MILANO
- www.ilmarchesemilano.it
Paolo Alciati & Enza D’Amato
Fonte: Ufficio Stampa