Nato nel 1972, un anno dopo il riconoscimento della DOC del Custoza, il Consorzio porta avanti la sua storicità con un consiglio di amministrazione e dei produttori giovani e appassionati, che proseguono il percorso di tutela della denominazione ispirandosi con decisione ai principi di sostenibilità ed identità territoriale e dando un forte e dinamico impulso alla promozione del vino Custoza DOC, per far conoscere in Italia e nel mondo le sue grandi espressioni qualitative.
La Presidente Roberta Bricolo ha recentemente promosso un interessante incontro, a metà tra la narrazione e una Masterclass, con un folto gruppo di giornalisti di settore in quel di Merano, durante il WineFestival di novembre, proprio per far loro valutare le caratteristiche identitarie di questo ottimo vino bianco che prende il nome da Custoza, storica frazione del Comune di Sommacampagna celebre per le due battaglie che vi si combatterono durante le guerre del Risorgimento italiano, nella parte sud-occidentale dell’anfiteatro morenico del Garda.
Viene prodotto solo in nove comuni del veronese, un territorio contrassegnato da una fitta serie di dolci colline, con dislivelli generalmente compresi tra i 50 ed i 100 metri, costituite dai depositi lasciati dai ghiacciai che formarono il vicino lago di Garda, che presentano suoli estremamente variegati e variabili, ricchi di scheletro, intervallati da ampie piane ghiaiose e tipici depositi sassosi ben levigati. La miscela di argilla e ghiaia garantisce il drenaggio ed evita i ristagni d’acqua; la composizione prevalentemente calcarea del suolo apporta alle uve tutta la loro tipica componente minerale e caratterizza in modo inconfondibile i vini, dotati per questo di un’ottima sapidità.
Il clima mite e temperato del vicino Lago di Garda risulta ideale per la coltivazione della vite e favorisce la completa maturazione delle uve, grazie ad escursioni termiche che donano buona acidità, fondamentale per apportare al vino freschezza e deliziosi profumi.
Fin dagli anni ’80 del secolo scorso la viticoltura della zona di produzione del Custoza ha iniziato una radicale conversione sia nella forma di allevamento sia nelle pratiche agronomiche, valorizzando le peculiarità dei vitigni tipici.
Da oltre vent’anni il Consorzio promuove l’adozione di tecniche di difesa integrata che privilegiano metodi di coltivazione biologici ed ecosostenibili abbandonando progressivamente i diserbi chimici a tutela e vantaggio del territorio, riconosciuto valore intrinseco della denominazione.
Il progressivo incremento delle capacità tecniche e le esperienze acquisite nel tempo hanno permesso ai viticoltori di attuare lavorazioni adeguate all’ottenimento di uve di alta qualità cogliendo il momento ideale per la vendemmia e valorizzando così quegli elementi di tipicità che derivano dall’interazione fra vitigni, suoli collinari e microclima.
Vengono sempre più ricercati biotipi meno produttivi, con bacche di dimensioni ridotte, ricchi di zuccheri e di aromi, resistenti alle malattie, che possano essere raccolti perfettamente maturi, in grado di conferire sostanze nobili e buona durata al futuro Custoza e specialmente al futuro “Superiore”.
Così come in vigna, viene posta grande attenzione anche in cantina, dove le uve esprimono attraverso i vini tutta la loro splendida potenzialità di profumi e struttura, consentendo quindi di esaltare i caratteri peculiari dei vitigni autoctoni che lo compongono, ottenendo un vino dal profumo delicato, floreale e fruttato con sentori leggermente aromatici. Ne deriva quindi un Custoza contraddistinto da una forte connotazione territoriale, facilmente riconoscibile per la sua freschezza e la sua bevibilità e sapidità.
Il Custoza DOC ha anche un notevole potenziale di longevità e si presta ad un buon invecchiamento: con il tempo, infatti, emergono i caratteri minerali tipici dei suoli morenici che contraddistinguono l’area di produzione.
La forza del Custoza sta nella sua armonia tra vitigni diversi che, insieme, contribuiscono alla complessità del vino. Secondo il disciplinare, il Custoza DOC si ottiene per almeno il 70% dai tre vitigni simbolo del territorio: la Garganega, il Trebbianello (un biotipo locale del Tocai friulano, presente in Veneto e Friuli fin dal Settecento e corrispondente al francese Sauvignonasse) e la Bianca Fernanda (un clone locale del Cortese), insieme a Trebbiano, storicamente coltivato sulle nostre colline.
Il disciplinare di produzione prevede inoltre la possibilità di utilizzare altri vitigni fino a un totale del 30%, quali Malvasia, Riesling (Riesling italico e/o Riesling renano), Pinot bianco, Chardonnay e Incrocio Manzoni 6.013.
La peculiarità dell’uvaggio del Custoza DOC è la sua forza: il blend di più vitigni permette alle uve di completarsi a vicenda anche in annate difficili e di donare al vino maggior complessità, oltre a permettere una espressione più variegata della personalità dei produttori e delle singole uve.
Le tipologie prodotte sono Custoza, Custoza Superiore, Custoza Riserva, Custoza Spumante e Custoza Passito.
Il Custoza DOC si presenta con un colore giallo paglierino, a volte con riflessi verdi o dorati. Al naso i sentori sono delicatamente fruttati (frutta bianca e gialla croccante) e floreali, leggermente aromatici, con accenni sottilissimi di erbe di prato e, talvolta, di zafferano; con l’invecchiamento si incrementano i sentori speziati e le note fruttate mature. Il sapore è sapido, delicatamente morbido, di giusto corpo, talvolta piacevolmente ammandorlato nel finale, e ricorda sotto il profilo aromatico i profumi colti all’olfatto.
È un vino trasversale, regge bene tutto il pasto e si abbina facilmente con pietanze leggere e delicate, antipasti di verdure, uova con asparagi, salumi, e con prosciutto e melone o prosciutto e fichi. Ottimo con i primi come paste al pomodoro, risotti con verdure – come i tipici risi e bisi veneti – o con il pesce, come il risotto con la tinca caratteristico del lago di Garda, o con la carne, come il risotto con il “tastasàl”, un salame fresco non ancora insaccato, piatto tradizionale della cucina veronese.
Celebre – e perfetto abbinamento per il Custoza DOC – è il tortellino di Valeggio sul Mincio, deliziosa specialità soprannominata “Nodo d’Amore”, proveniente dall’omonima località che ospita, una volta all’anno, “Tortellini e Dintorni”, una suggestiva sagra di tre giorni interamente dedicata alla scoperta del territorio valeggiano e dell’entroterra gardesano.
Squisito anche con carni bianche, pollame, anatra e faraona, nella versione Spumante e Passito è davvero piacevole con formaggi freschi, stagionati o erborinati e paste secche e dolci in genere.
Paolo Alciati