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Arcipelago delle Eolie

30 Luglio 2021 by Roberto Rabachino

Isola è nostalgia e punto d’arrivo, è esitazione e trepidazione, è nello stesso tempo inquietudine e serenità: è qualcosa che suscita momenti intensi di contrasto, sensazioni che si rincorrono senza mai raggiungersi. Isola è anche riflessione, curiosità, è intervallo da cui rinasce la fantasia dell’ignoto, la smania di varcare il limite e di esplorare nuovi spazi.

Le Isole Eolie sono state nei secoli più recenti un regno lontano e sconosciuto, ma data la posizione geografica e le loro vicende storiche, sono state spesso considerate protagoniste di una cultura e una civiltà proprie, autonome e spesso diverse dalla regione a cui geograficamente appartengono. Ne sono espressione il mito incentrato sulla propria realtà geografica e sulla millenaria capacità umana di controllare un ambiente, difficile e inospitale. Sono gli elementi naturali – acqua, fuoco, aria e terra – a costituire lo spazio eoliano, facendone un territorio singolare ed unitario. E ogni isola è in grado di cambiare tra loro questi elementi, ricavandone un’immagine, una fisionomia, un’organizzazione spaziale e temporale.

Fin dall’antichità queste isole, proprio per lo spettacolo delle coste alte e scoscese, dagli scogli scolpiti dell’erosione del mare e del vento, per i vapori emanati dalle loro viscere, dovettero offrire ai primi viaggiatori in transito nel Tirreno meridionale, un terreno fertile per indagini scientifiche, per ricerche di elementi curiosi, per descrizioni liriche, per meditazioni interiori, una fucina di sensazioni, di uomini, di avvenimenti e di impressioni da riportare nei loro libri. Tra i viaggiatori-scrittori, spiccano i nomi dello scienziato Dèodat de Dolomieu, quello degli artisti Jean Houel e Gaston Vuillier, dello scrittore Alexandre Dumas e dell’arciduca Luigi Salvatore d’Austria. Un excursus che sappia tener conto dell’impronta personale delle opere di questi viaggiatori può fornire l’occasione per ricostruire uno scenario eoliano che tanto riuscì a impressionare e affascinare le menti di chi, a volte per caso, si imbatté, in queste bellezze naturali, rendendoci partecipi attraverso quelle testimonianze di una “scoperta” del tutto particolare e irripetibile delle Isole Eolie.
L’Arcipelago di Eolo e di Vulcano, già descritto nell’antichità da autori come Stradone o Diodoro Siculo, e citato da poeti come Omero, non ha mai cessato di richiamare viaggiatori di ogni provenienza. Dumas è certamente lo scrittore più celebre che ebbe modo di visitare le Eolie. Il racconto della sua permanenza alle Isole è vivace e pittoresco, a volte esuberante.

Lo scrittore rimane affascinato alla natura, dalle abitudini culinarie, dai vini locali, dai colori del mare che per un gioco di luci ricco di armonia, “cambiò colore cinque sei volte prima di svanire tra i vapori”. Ma ciò che più colpisce Dumas è o spettacolo delle frequenti eruzioni dello Stromboli – “Confesso che questa notte è una delle più curiose che abbia passato della mia vita….Non potevo staccarmi da quel terribile e magnifico spettacolo”.

Curiosità, entusiasmo e nostalgia sono gli elementi fondamentali della sua esperienza in prima persona per questo fa si che il lettore si sente più partecipe. Circumnavigando l’isola di Alicudi, scoscesi pendii ricoperti d’erica si alternano a minuscole spiagge. Appaiono archi di roccia naturali, i cosiddetti “berciati” e, nelle scogliere, si aprono grotte scavate dagli elementi naturali come quelle dell’Acqua e del Grottazzo.

Tipico esempio della natura geologica di Alicudi sono anche i “fili”, colonne di lava modulate dall’erosione e dagli sprofondamenti della roccia lavica antichissima. Agli appassionati di pesca subacquea consigliamo qualche immersione nelle vicinanze dello Scoglio della Jalera; fra i pesci più pregiati abbondano aragoste, ricciole e cernie. Di notevole interesse turistico è il giro in barca attorno all’isola di Lipari, da cui è possibile ammirare paesaggi lavorati dal vento da millenni e fondali meravigliosi, come la Spiaggia Bianca, una delle più belle di tutto l’Arcipelago, è chiamata così per il colore del fondale marino, dovuto ai sedimenti di pomice depositatasi in mare nel corso degli anni. Il periplo dell’isola di Filicudi in barca ne esalta la vera natura selvaggia.

Le cose presentano bellezze non comuni: declivi formati a terrazze rivestite di ginestre, strette valli, dirupate scogliere e profonde grotte. Di grande effetto è la visita alla Grotta del Bue Marino, posta nelle vicinanze di Punta Berciato. All’interno della grotta i giochi di luce e il rumore del mare sembrano imitare il muggito del bue, producendo effetti suggestivi. La cala che si apre tra Capo Testa Grossa e lo Scoglio del Quaglietto nell’isola di Vulcano, è di sicuro una delle più belle di tutto l’arcipelago. Entrando scoprirete delle bellissime piscine naturali dall’acqua cristallina dal colore dello smeraldo: il luogo è noto come il “bagno delle vergini”. Entrando nella spettacolare baia di Pollara, nell’isola di Salina, si tratta di una zona rocciosa che sale verso la superficie, circondata da fondali di diverse centinaia di metri di profondità. ricchissimo di pesci e la probabilità di fare incontri sensazionali con pesci di dimensioni fuori dal comune. Ma le Eolie non sono sol mare….natura…. cultura! Un ricchissimo menù di piatti tipici, realizzati con frutti della terra, i freschissimi pesci del mare semplicemente arrostiti o conditi con odorose spezie aromatiche come gli “involtini di pesce spada” o la saporosa “cernia a ghiotta” stuzzicano il palato facendo rivivere sapori dimenticati.

Testo e foto di Jimmy Pessina

Filed Under: Evidenza, Tuttotravel Tagged With: italia

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