Occhi puntati sulla Svizzera, Sagna S.p.A. amplia il portafoglio con i vini del Domaine Mont le Vieux del Baron Patrick de Ladoucette
Si tratta di uno storico Domaine, con circa dieci ettari di vigneto nel cuore dell’AOC La Côte, a 450 metri slm affacciati sul Lago di Ginevra. Le fondamenta di questa antica dimora ospitano le cantine dove da secoli si producono i grandi vini noti come Mont le Vieux.
Il nome Mont le Vieux è antichissimo, le prime tracce risalgono al 1248 sul lago Leman come Estienne de Mont, che si insedia nel castello di Mont-le-Vieux con la funzione di Mestral per il Sire de Vaud, Louis de Savoie. Più tardi Mont-le-Vieux cadde nelle mani di Luigi I di Savoia-Vaud, la famiglia nei secoli successivi diventa una delle più ricche del Pays de Vaud, dove è tuttora presente.
La struttura adiacente al corpo vitato favorisce tutti i processi di vinificazione dopo la raccolta manuale delle uve. Si producono vini bianchi di grande freschezza e sapidità.
Il vigneto di Mont le Vieux è uno dei più storici della regione ed è l’unico utilizzato per produrre grandi vini bianchi del Domaine, la cui quintessenza si esprime nella gamma “Vigne du Baron” importata in Italia da Sagna. Si tratta dei primi vini bianchi in questa regione a firma del Baron Patrick de Ladoucette che, legato da molto tempo alla Svizzera francese, dai suoi anni di studi a Losanna, ha scelto di acquistare la proprietà all’inizio del duemila.
Ognuno dei tre vini prodotti, a base di uva chasselas, è classificato come Grand Cru e mostra caratteristiche diverse. Lo Chablais AOC Yvorne nasce in una della più grandi zone del Cantone del Vaud, la distesa delle vigne si affaccia al Rodano ed è circondata dalle Alpi Bernesi. Gli altri due Grand Cru, rientrano nell’ AOC La Côte Tartegnin e Féchy. È l’appellazione più grande del cantone, che si spalma in oltre 2.000 ettari di vigneti lungo le dolci colline dal confine di Ginevra a Losanna. Molti i punti di riferimento, dal Lago di Ginevra, che conferisce all’uva il suo effetto termoregolatore, allo Giura che offre una spalla protettiva contro la tramontana. Paesi e borghi danno il nome ai cru; la presenza di numerosissimi castelli e residenze patrizie testimoniano una secolare tradizione di coltivazione della vite. I suoli sono di matrice argillosa-calcarea tra i 350 – 600 metri slm.
Una scommessa di Sagna S.p.A. in risposta al cambiamento climatico in atto, considerando che le viti in Svizzera godono di un particolarissimo clima.
Info: www.sagna.it
Redazione Centrale TdG