Il 2024 ha segnato un anniversario importante, i 130 anni della Maison di Famiglia Boatti.
Un punto di arrivo, ma anche di partenza verso nuovi traguardi.
Si chiude l’anno di un importante anniversario per Maison Monsupello, un anno pieno di successi che premiano la passione della cantina dell’Oltrepò pavese per i vini Metodo Classico Italiano.
Un successo al quale hanno dato vita Carlo Boatti e la moglie Carla Dallera Boatti, portato avanti oggi dai figli Pierangelo e Laura e da tutta la squadra Monsupello. Un percorso costellato di riconoscimenti importanti, che si deve all’aver saputo creare vini unici, ma non strani; complessi, ma non complicati. Vini esclusivi, ma capaci di incontrare il gusto degli esperti, ma anche dei molti amanti del buon bere.
Bevibilità, finezza ed eleganza contraddistinguono i vini creati dalla Famiglia Boatti, seguiti con passione da Pierangelo, insieme agli enologi Stefano Torre e Federico Fermini. Un percorso di studio e anche di sostenibilità che ha visto Monsupello creare una partnership con il team di Giovanni Bigot, che certifica con l’Indice Bigot la conduzione agronomica dei vigneti e il loro stato di salute. Un metodo di valutazione brevettato, scientifico e innovativo, del potenziale qualitativo di un vigneto che prende in considerazione 9 parametri, che hanno influenza diretta sulla qualità del vino (produzione, superficie fogliare esposta, rapporto tra metri quadri di foglie e quantità di uva per ceppo, sanità delle uve, tipo di grappolo, stato idrico della pianta, vigore vegetativo, biodiversità e microrganismi, età del vigneto).
Sostenibilità per Monsupello significa anche attenzione al territorio e alle persone. Un impegno concreto realizzato da Laura Boatti, direttrice creativa della Maison, che è stato premiato e riconosciuto alla recente edizione del Merano Wine Festival, che ha assegnato a Monsupello il premio Eticork, istituito da Amorim Cork Italia in collaborazione con la Guida Vinibuoni d’Italia. Giunto alla nona edizione, il riconoscimento premia l’impegno delle aziende vitivinicole su temi legati alla sostenibilità sociale. Monsupello è stata premiata per il progetto “Sprigionato”. Lo Sprigionato è molto più di un semplice vino: è un progetto che nasce grazie alla collaborazione consolidata dell’azienda con Don Pietro Sacchi, parroco di San Pietro a Voghera e fondatore dell’Associazione Terre di mezzo, e dalla volontà di creare un ponte tra il mondo del vino e la comunità. Studenti e “sprigionati”, ovvero persone che vivono una condizione di detenzione nel supercarcere di Voghera, nel 2023 hanno realizzato la prima vendemmia Monsupello all’insegna della sostenibilità sociale da cui è nato il vino Sprigionato, destinato a raccogliere fondi a favore dell’associazione.
E ancora non ci si ferma, perché in Monsupello l’obiettivo è quello di andare sempre oltre. In questi mesi è allo studio un nuovo vino, un Blanc de Noir, Pinot nero 100%, del quale in queste settimane si stanno facendo i primi assaggi. Un Metodo Classico che sarà capace di sorprendere ancora.
Azienda Agricola Monsupello
Fondata nel 1893 a Torricella Verzate, l’azienda ha avuto la propria spinta propulsiva nel 1959 grazie al grande lavoro di Carlo Boatti che ha saputo produrre vini capaci di vincere grandi premi. Carlo Boatti ha selezionato le migliori particelle in Oltrepò costruendo un grande vigneto di 50 ettari di proprietà, risorse di valore che forniscono circa la metà del fabbisogno di uva, a garanzia dell’autonomia e della sostenibilità dell’azienda familiare. Al primo posto per Monsupello ci sono ambiente e biodiversità: l’eccellenza si raggiunge con pratiche di inerbimento e di sovescio in vigna, seminando leguminose e restituendo al terreno elementi nutritivi e azoto per incrementare la sostanza organica e generare costante attività biologica nel suolo. Protagonista della produzione il Pinot nero, per i cru di Monsupello il vitigno iconico. Monsupello produce vini agili e di slancio, che non dimenticano la leggerezza, lo stile contemporaneo e la convivialità, grazie alle infinite combinazioni con i piatti in abbinamento. A portare avanti la grande eredità di Carlo Boatti, i figli Laura e Pierangelo, insieme a una squadra di oltre 40 persone.
Redazione Centrale TdG