Sognando il prossimo shortbreak all’estero
In questo momento possiamo solo sognare di recarci, scoprire altre mete, avventurarci oltre i confini nazionali, anche solo per un weekend ma questo non ci impedisce di programmare e viaggiare con la mente fino a quando non sarà possibile farlo anche fisicamente.
Sicuramente le mete europee saranno quelle più accessibili, con qualche eccezione per alcuni corridoi turistici sicuri fuori dal Vecchio Continente.
Personalmente ho già in mente una lista di luoghi, città, località e itinerari che non vedo l’ora di conoscere o di “riscoprire”. Uno di questi ultimi, visitato recentemente e in tempi non sospetti, è la Scozia, ma quella un po’ meno conosciuta agli occhi dei più. Parlo di Dundee, la città più soleggiata di questo territorio tenebroso e affascinante.
Un lungo weekend alla scoperta di quella che, dopo essere stata sottoposta a un lungo programma di restauro, è senza dubbio la città più moderna della Scozia.
Dundee vanta un passato industriale, e non solo, di tutto rispetto. Nonostante il declino degli ultimi decenni, è riuscita a rinascere puntando sull’arte, sul design e sulle sue particolarità.
Conosciuta in passato come la città delle 3 J: Juta, Jam, e Journalism, oggi Dundee ha ottenuto il titolo di The City of Discovery (La città della scoperta), in onore alla storia dell’attività scientifica della città e al RRS Discovery, il vascello usato durante le esplorazioni dell’Antartico di Robert Falcon Scott.
Dundee, sede di una grande industria marittima e navale durante il XIX secolo, ha prodotto nei suoi cantieri, tra il 1871 e il 1881, circa 2.000 navi, e prima ancora la HMS Unicorn, una delle navi storiche più importanti al mondo e l’ultima nave da guerra di legno superstite che vanta 200 anni di età.
Anche il Discovery è ormeggiato qui, in un museo appositamente realizzato.
Proprio di fronte, si trova il nuovo gioiello che la città sfoggia con orgoglio, nell’edificio straordinario creato dall’architetto giapponese Kengo Kuma, che per la sua costruzione si è ispirato alle scogliere della Scozia, il V&A Dundee, il Victoria & Albert Museum, il primo costruito fuori Londra e soprattutto, il primo museo del design in Scozia, inaugurato nel settembre del 2018. A vederlo sembra un galeone moderno, una nave pronta a salpare verso il mare, una gigantesca onda che sta per rompersi sulla costa.
L’edificio, sulle rive del fiume Tay, è rivestito di 2.500 pannelli di cemento orizzontali, ha un ingresso stretto come l’apertura di una caverna per poi espandersi in un arioso interno rivestito di legno. All’interno del museo troviamo una grande galleria per le mostre temporanee e alcune gallerie permanenti dedicate alla storia del design scozzese, con centinaia di oggetti antichi e moderni in parte provenienti dalla collezione del V&A di Londra e in parte donati da collezionisti privati.
Il V&A Dundee fa parte della “famiglia” dei Victoria & Albert Museum, tra cui il V&A Museum of Childhood fondato nel 1872, uno spazio comunitario molto apprezzato e accogliente per tutti. Con l’avvicinarsi del suo 150° anniversario e con una storia unica da raccontare come primo museo pubblico di East London, questo museo attingerà dalle collezioni d’arte, design e performance di fama internazionale dei V&A, diventando il primo museo nazionale del Regno Unito progettato da e per i giovani: un luogo dove imparare, creare e discutere insieme e progettare il domani.
Inoltre, nel dicembre 2017, è stata inaugurata la Design Society nel distretto Shekou di Shenzhen, nel sud della Cina. Il V&A ha collaborato con la China Merchants Shekou Holdings per aprire questo nuovo centro culturale dedicato al design, che ospita la prima galleria internazionale del V&A, insieme a molte altre mostre e spazi culturali. La collaborazione è l’ultima e più ambiziosa iniziativa nata dalla relazione di lunga data del V&A con la Cina.
La Design Society ha sede presso il Sea World Culture and Arts Center, un grande edificio polifunzionale progettato dal famoso architetto giapponese Fumihiko Maki.
Ma la prima e unica “filiale” del grande museo londinese, incomparabile tempio del design, rimane il V&A Dundee che rappresenta l’inizio di una nuova fase positiva per la città. L’investimento fa parte di una trasformazione dell’ex porto della città, per attrarre nella zona negozi, aziende, uffici, hotel, bar e ristoranti.
Una sorta di “rinascimento” della città grazie proprio al museo come è stato per Bilbao, con il Guggenheim progettato da Frank O. Gehry, una seconda vita post-industriale.
L’apertura del primo V&A fuori da Londra fa parte di un trend globale di espansione all’estero dei grandi musei. Lo stesso Guggenheim sta progettando altre gallerie in Europa e negli Emirati Arabi, il Louvre ha inaugurato un nuovo museo a Abu Dhabi mentre il Centre George Pompidou di Parigi ha aperto una sede a Metz, per citarne alcuni.
Come tutte le città con un importante passato storico industriale, Dundee si espanse enormemente durante la rivoluzione industriale, inizialmente grazie alla produzione del lino e poi, successivamente, per quella della juta, la prima delle tre J per cui è conosciuta. La posizione della città su un grande estuario facilitò la massiccia importazione di questa fibra tessile dall’India, insieme all’olio di balena – necessario per trattarla – da parte delle maggiori industrie baleniere. Fu così che, dalla fine del XIX secolo, la forza lavoro della città era principalmente impiegata nelle numerose fabbriche di juta. L’industria iniziò il suo declino durante il XX secolo e l’ultima di queste fabbriche della città chiuse negli anni Settanta del secolo scorso. Oggi è possibile visitare il museo dedicato alla storia dell’industria della juta, il Verdant Works, in una visita decisamente interessante, nella parte alta della città.
La seconda J per cui è famosa la città è la jam, la marmellata, che fu inventata qui nel 1797 da Janet Keiller il cui marchio divenne così famoso da diventarne un’industria e le cui marmellate potevano essere comprate in tutto il globo terrestre. L’azienda locale Mackys produce ancora marmellata in città.
La terza e ultima J, il giornalismo, infine, si riferisce alla casa editrice DC Thomson & Co che fu fondata nella città nel 1905 e rimane tutt’oggi uno dei maggiori “datori di lavoro” del luogo. L’azienda produce una gran varietà di quotidiani, fumetti per bambini e riviste, tra cui The Sunday Post, The Courier, Shout e le famose pubblicazioni per bambini (in tutto il Regno Unito), The Beano e The Dandy. Visita quasi obbligata, sia per la bellezza del suo edificio sia per la galleria d’arte e per il museo che ospita, il McManus’
Molto interessante è il centro all’avanguardia DCA, Dundee Contemporary Arts, un centro di arte contemporanea di fama internazionale che consente a spettatori, artisti e partecipanti di vedere, sperimentare e creare. Con due splendidi spazi espositivi, due schermi cinematografici, un ufficio stampa estremamente attivo, un programma di apprendimento pluripremiato e un ricco programma di eventi, workshop, corsi e attività rivolti a tutte le età, il DCA è una delle organizzazioni artistiche di maggior successo nel Regno Unito. Un bellissimo centro moderno, incastonato tra edifici antichi e un po’ retrò che vanta una terrazza esterna molto particolare dove, se il tempo lo permette, si può bere un drink, leggere un libro e rilassarsi.
Da non perdere la colazione scozzese rigorosamente in una delle tante sale da tè così meravigliosamente old fashion, con tutti i servizi in porcellana decorata con motivi floreali, proprio quelli di una volta, un po’ spaiati. Da provare la colazione salata a base di bagel con il salmone, scozzese ovviamente, e il tè, nel più puro stile classico.
Infine, Dundee è una città da conoscere a piedi, se si vuole coglierne l’essenza, ma sempre ben equipaggiati e con un buon paio di scarpe comode.
Silvia Donatiello
https://www.dundee.com/visit
https://creativedundee.com