Terra ricca di acque, santi e storia, la Valle dell’Aniene, insieme con i Monti Simbruini, è una meta davvero interessante per un nuovo turismo
C’è una valle ricca di acque, eremi, borghi e rocche alti sui colli. Una valle amata in passato da poeti, imperatori e artisti. Oppure é una valle che molti Italiani non hanno ancora collocato tra le mete dei desideri. E’ la Valle dell’Aniene, un territorio tutto da scoprire nel Lazio romano. Siamo a soli 60 km da Roma, ma il paesaggio qui appare completamente diverso. Siamo immersi nel verde foltissimo di faggete e cipressi all’interno del Parco Regionale dei Monti Simbruini, dove il paesaggio è disegnato dalle trasparenti acque color smeraldo dell’Aniene.
Una valle che è stata definita “antica” per le tracce della storia, “barbarica” perché incontaminata, “femminile” perché accogliente.
Un ambiente perfetto per il turismo outdoor: con le sue acque cristalline, il fiume Aniene è luogo ideale per coloro che sono alla ricerca di esperienze adrenaliniche come il rafting e il canyoning, mentre verso l’area montuosa di Campaegli vicino a Cervara, una ricca rete sentieristica offre passeggiate nel verde, tra scorci mozzafiato.
Senza dimenticare, cosa abbastanza sconosciuta ai più, che nel Parco Regionale dei Monti Simbruini, il Monte Livata, chiamato la “montagna di Roma”, ospita un comprensorio sciistico tra i più importanti del Lazio.
Set, tra l’altro, dei memorabili “spaghetti western” di Sergio Leone, per la sua dimensione selvaggia, quasi da Far West.
Tanti piccoli borghi appaiono distesi sui crinali o arrampicati ai piedi di una rocca imponente.
Tanti nomi poco noti: Vicovaro, Roviano, Anticoli Corrado, Cervara, Vallepietra, Cineto Romano, Camerata nuova, Jenne.
Borghi di qualche centinaia di abitanti, ma tutti con la loro storia. Dovunque scorci pittoreschi di vie acciottolate e in salita, balconi e terrazzini fioriti, insegne d’epoca, stemmi sui portali di pietra, tracce di un passato importante.
Frutto dell’”incastellamento” medievale, la rocca in alto ricorda una storia di difesa contro i Saraceni oppure di lotte tra casate nobiliari come gli Orsini, i Colonna, i Borghese, i Borgia.
Accanto alla rocca di solito si alza il campanile della chiesa madre in cui talora si scoprono affreschi sorprendenti.
Perché qui siamo nelle terre dello Stato Pontificio, un tempo feudo delle più blasonate famiglie romane.
Ma la Valle dell’Aniene é anche terra di eremi e di profonda religiosità.
Sono in particolare gli eremi benedettini, culla del monachesimo occidentale e quindi in un certo senso della stessa identità europea.
Il fondatore della regola “Ora et labora”, che comprese per primo il valore della preghiera associata all’attività pratica al servizio degli uomini e della terra, San Benedetto, Patrono d’Europa, visse a lungo proprio in questa terra.
Il Cammino di San Benedetto che lega Norcia a Cassino e attraversa tutta la Valle da Vicovaro a Filettino, ha proprio qui una tappa fondamentale.
E’ Subiaco, uno dei Borghi più belli d’Italia, che contiene tesori imperdibili, il Monastero di Santa Scolastica con un chiostro cosmatesco, il Monastero di San Benedetto o Santuario del Sacro Speco, scavato incredibilmente sul fianco della montagna per contenere la grotta, meta di pellegrinaggi fin dal primo millennio.
La sua importanza storica, la ricchezza di affreschi di scuola senese, la suggestione della posizione, da soli meritano un viaggio.
Ma Subiaco vanta anche l’imponente Rocca dei Borgia costruita sulla cima di una collina per scopi strategici dove il Museo della Stampa ricorda che qui fu stampato il primo libro italiano, ad opera di due allievi di Gutenberg, il laghetto di San Benedetto tra querce secolari e bellissime faggete.
E la storia del territorio parte da molto lontano.
La sua fortuna fu l’acqua, motivo principale della conquista di questa terra, un tempo occupata dagli Equi, da parte dei Romani nel corso del 3º secolo a. C.
Parte dei famosi acquedotti romani, veri capolavori di architettura, incanalavano le acque dell’Aniene e delle sorgenti vicine per portarle alla capitale.
E l’acqua fu certamente anche uno dei fattori di attrazione per la costruzione delle ville e dei giardini imperiali, di Nerone, dei Flavi, di Traiano.
A Subiaco si visitano, vicino al lago di San Benedetto, i resti della grandiosa Villa che Nerone si fece costruire, insieme con tre laghetti artificiali, per le sue soste fuori della capitale.
Senza dimenticare che, facendo un salto di secoli, la Valle dell’Aniene è stata una terra di grande attrazione anche durante il Grand Tour.
Goethe e i maggiori intellettuali del Nord Europa la definivano un esempio della “campagna ideale”: ondulata dolcemente, verdissima, punteggiata da rovine archeologiche, greggi, sorgenti, pastori e contadine dai costumi colorati.
Come nota il Marchese Del Gallo, proprietario del Castello Del Gallo a Mandela, affacciato su questo scenario ideale “é proprio quel paesaggio che riconosciamo nelle vedute del Settecento, da Poussin a Lorrain fino ad Hackert, che le rese celebre in tutta Europa”.
Dunque è davvero indovinato il motto che si è proposto la recentissima DMO Valle dell’Aniene e Monti Simbruini, che aspira a diventare il Parco all’aperto più grande di tutto l’Appenino: “Camminando tra i monumenti dell’uomo e della natura”.
Tra le infinite possibilità di cammini e di sentieri, ci sarà chi amerà il trekking immerso nella natura, costeggiando i fiumi, chi salirà faticosamente i gradini di rocche e monasteri, in una sorta di ascesi, chi passeggerà sulle antiche pietre, alla ricerca di tracce di un nobile passato.
Paradiso per sportivi amanti del turismo attivo e indoor, e per famiglie in cerca di paesaggi rilassanti e aria pura, questo territorio è anche meta per i golosi.
Il fagiolo di Valle Pietra, la fagiolina di Arsoli, i funghi e i tartufi sono solo alcuni dei prodotti tipici del luogo, insieme con formaggi di pecora e di capra, salumi, paste fatte a mano, mille varietà di verdure.
Il tutto declinato in ricette tradizionali e gustose, fettuccine e sagne, la pasta di farro, i maltagliati con i fagioli, la polenta “rencocciata”, ovvero riscaldata in pentola, condita con sugo di cinghiale, i fasoli co lle coteche, le ciambelline al vino.
Si possono assaporare in alcuni ristoranti davvero notevoli, come il Ristorante “La Panarda” di Subiaco.
Consigli di viaggio:
- per visitare Subiaco conviene affidarsi a guide specializzate: www.ethea.org
- per organizzare esperienze attive sull’Aniene, canyoning, trekking, rafting: https://viverelaniene.com
- per alloggiare a Subiaco: www.guesthousesubiaco.it
- www.visitaniene.it
- www.parcomontisimbruini.it
- terredisanbenedetto.eu
Franca Scotti Dell’Arciprete