Gran Canaria è uno di quei luoghi privilegiati che accumulano tesori archeologici, etnografici, artistici e naturali di importanza mondiale
Ci sono luoghi che si distinguono per la loro natura. In altri, la loro eredità storica o artistica risplende con particolare intensità. Ci sono anche luoghi che sono famosi in tutto il mondo per alcune delle loro tradizioni. Infine, ci sono zone che sembrano combinare praticamente tutto. Gran Canaria fa parte di questo selezionato elenco di luoghi che brillano di luce propria nell’esposizione delle meraviglie dell’umanità.
Il passato continua a far sentire la sua voce nel presente. Lo fa attraverso i 1.100 siti archeologici documentati a Gran Canaria, eredità dell’antica popolazione aborigena che rappresenta una delle più alte densità di questo tipo di reperti in Spagna. Questa impronta è chiaramente visibile sulla sommità dell’isola e più precisamente all’interno dei confini del Paesaggio Culturale del Risco Caído e dei Monti Sacri di Gran Canaria, un’area dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. In quest’area si trovano, ad esempio, più di mille iscrizioni rupestri di triangoli pubici femminili, una delle maggiori concentrazioni sul pianeta di questo simbolo universale di fertilità e, in definitiva, di vita.
Ma oltre i ben noti siti archeologici dichiarati dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, troviamo reperti più recenti, testimoni del passato donchisciottesco di Gran Canaria. Stiamo parlando dei suoi mulini a vento.
Lungo gran parte della geografia dell’isola troviamo, infatti, tutta una serie di mulini che un tempo venivano utilizzati per un gran numero di funzioni. Per macinare il grano e ottenere la farina o gofio, alimento preispanico arrivato fino ai giorni nostri, per pompare l’acqua dal sottosuolo o anche per sollevare l’acqua del mare nelle saline. Oggi sono stati sostituiti dalle turbine eoliche, grazie alle quali otteniamo elettricità. È un’idea completamente erronea pensare che l’ecologia sia qualcosa di moderno. I nostri antenati utilizzavano le correnti d’acqua e i venti per muovere i macchinari dei mulini già qualche secolo fa.
Ecco i tre mulini più emblematici del “continente in miniatura”:
Il Mulino Bruciato di Mogán
Al sud dell’isola, lasciando Maspalomas e le sue famosissime dune, e facendo il giro dell’isola verso sud-ovest, arriveremo alla valle di Mogán dove si trova il Molino Quemado (Mulino Bruciato). Come suggerisce il nome, dovuto ad un incendio, oggi restaurato e con i suoi macchinari ancora funzionanti. Vale la pena fermarsi un attimo per affacciarsi al balcone. Fate attenzione a salire la scala ripida e stretta, per non urtare le travi. Sedetevi sulla panchina e guardate il mulino e il suo giardino.
Intorno al mulino vedrete ogni sorta di oggetti curiosi e di dimensioni enormi. Un tavolo con quattro sedie, un ferro da stiro, una lampada a olio, diverse caffettiere e un macinino da caffè. Il tutto in un bellissimo giardino di cactus, un paesaggio degno dei racconti di Gulliver.
Mulino a vento di Los Majanos, La Aldea de San Nicolás
Continuiamo il nostro viaggio verso La Aldea de San Nicolás. Nelle diverse fattorie si possono vedere i mulini a vento che venivano utilizzati per pompare l’acqua dal sottosuolo o dagli stagni per l’irrigazione. Questi mulini a vento ricordano i film del Far West.
In questa località si trova il mulino a vento Los Majanos con la sua torre circolare, i macchinari fissi e la casa del mugnaio annessa. Questo mulino fu costruito nel 1905. In quel periodo la zona iniziò ad acquisire un maggiore dinamismo economico e demografico grazie all’introduzione delle colture di pomodoro. All’epoca arrivò ad ospitare una dozzina di mulini.
Il Mulino a vento di Las Nieves, Agaete
Lasciando l’Aldea de San Nicolás e continuando in direzione nord-est, ci dirigiamo verso la località di Agaete. Preparatevi a una strada con panorami spettacolari ed altrettante curve da affrontare. Dalla vecchia strada si gode la vista mozzafiato sulle scogliere e il profilo della “coda del drago” che delimita la costa fino ad Agaete. Questo antico villaggio di pescatori che si staglia all’orizzonte con le sue casette tutte rigorosamente bianche, fu costruito su una colata di lava frutto dell’eruzione di milioni di anni fa di tre antichi vulcani siti al fondo della valle che si apre alle sue spalle. Su questa colata sorge uno dei siti archeologici più importanti dell’isola, la Necropoli del Maipés, mentre sulla costa dello stesso villaggio troviamo le piscine naturali sull’oceano, poco distanti dal porto che collega Gran Canaria con la vicina isola di Tenerife. Percorrendo il Paseo de Los Poetas, vicino all’ingresso del Porto de Las Nieves, si trova un mulino a vento in disuso. Risale al XIX secolo ed è stato utilizzato per oltre due secoli, basti pensare che l’ultima macina risale agli anni ’50 del secolo scorso.
Silvia Donatiello
www.grancanaria.com
Credits foto
Turismo de Gran Canaria