Harlem: meta delle comunità afro-americane e di visitatori provenienti da tutto il mondo.
Ecco come viverla in una domenica mattina. Per chi ama viaggiare in gruppo, esistono tour organizzati, tra cui harlemspirituals.com per chi, come me, preferisce viaggiare indipendente, basterà zigzagare per le strade e lasciarsi attirare dalla musica, sia provenga da una grande cattedrale, sia da piccoli edifici, dove le funzioni sono meno coreografiche, ma spesso più intime e coinvolgenti.
Le messe iniziano alle 11, meglio arrivare prima per assicurarsi l’ingresso. Riprese video e foto vietate, sconsigliabile (e irriverente) fare i furbi.
Dopo questa full immersion di musica e canto, tutti a tavola, per un pasto soul food, la cucina tradizionale elaborata dalla comunità afro-americana originaria del Sud degli Stati Uniti.
Metodi e ingredienti provenienti dall’Africa e dall’Europa.
Tanto prezzemolo, menta e cumino, già popolari ai tempi dei Mori Siciliani, rape e cipolle dal Morocco e il cavolo dal Portogallo.
Un cibo che ci riporta ai tempi degli schiavi, nutriti con cibi poveri e interiora di animali e, mentre i padroni si abbuffavano di carni grigliate, con il sistema della popolazione indigena Arawak.
Il termine soul food, diventato popolare negli anni ’60, veniva servito solo in ristoranti frequentati da operai, contadini e musicisti di colore. Oggi è un appuntamento must per chi visita New York.
Da provare il classico fried chicken pollo fritto impanato e croccante, con contorno di amarissime collards green, kale (equivalente al nostro cavolo nero) e turnip greens, sono tutte verdure saltate e servite con salsa all’aceto.
In un lunch a Harlem non possono mancare i black eye beans fagioli neri, stracotti eserviti concornbread, pane caldo di mais con le patate dolci candied yams e il tradizionale piatto di grits, semolino di mais tritato.
Per finire il dolce più classico, una fetta di pecan pie, fantastica crostata caramellata alle noci. Per la gente afro il soul food non è solo cibo, ma anche pensiero, arte, storia, musica, spiritualità e orgoglio della propria identità culturale.
DOVE MANGIARE SOUL FOOD
Londel’s www.londelsrestaurant.com – Tradizionale brunch buffet: pollo fritto, panetti di grano e collard greens, erbe amare. (2620 Frederick Douglas Blvd)
Sylvia’s Restaurant www.sylviasrestaurant.com – Un po’ turistico. Propone un gospel brunch con musica dal vivo. (328 Malcolm X).
Amy Ruth‘s www.amyruths.com – Frequentatissimo dalla comunità locale. Si mormora che qui venga servito il miglior pollo fritto della zona. (113 West 116th Street).
Spoonbread www.spoonbreadinc.com/miss_maudes.htm – Due locali creati dalla leggendaria Norma Jean Arden, una delle prime black model nella storia della moda. In CentralHarlem (547 Lenox e 366 West 110th Street). Popolarissimi (e buoni) i self service con ricco buffet e atmosfera locale. Si paga a peso. Prezzi popolari. E’ lì che va la gente nera di Harlem.
Il mio preferito è Jacob’s www.jacobrestaurant.com – Lo trovate in due locations (2695 Frederick Douglass Blvd e 373 Lenox Ave).
Niente male anche Manna’s www.soulfood.com con ben quattro locations sparse per Harlem.
Testo e foto di Cesare Zucca