E’ nato con tutte le migliori premesse, a Bergamo, nella piazza di Colognola, il nuovo “One Love Restaurant” (prende il nome dalla celebre canzone di Bob Marley). Buone premesse perché la gestione e la cucina sono nelle mani di un cuoco, Alan Foglieni, e di una cuoca, oltre che compagna di vita, Nafi Dizdari, che certamente sanno fare il loro mestiere nel migliore dei modi, come hanno dimostrato nei vari locali dove hanno lavorato sino a ieri.
Scrivono sul menù di voler fare una “cucina italiana moderna”. “Il nostro ingrediente segreto – scrivono ancora – è l’amore: per il nostro lavoro, per il cibo e le cose belle, buone e semplici. I ricordi dell’infanzia e dei viaggi in luoghi vicini e lontani hanno ispirato la nostra cucina. Vogliamo trasmettervi un po’ di quelle emozioni che sempre ci accompagnano”.
Soprattutto Alan, 36 anni, frequentata con lode Alma, la scuola internazionale di cucina italiana aperta a Colorno (Parma) da Gualtiero Marchesi, ha avuto la possibilità di avere esperienze in ottimi locali ad Amsterdam, in Libano, nel Kuwait, a Milano nel settore della moda. Nascono così i suoi piatti mai banali. Un menù corto, una trentina di proposte in tutto, che comprendono sì i più classici casoncelli della Bergamasca, la tartare di manzo al Grana vecchio, il fois gras d’oca in terrina, ma poi lasciano spazio ad accostamenti nuovi: il lollipool e il microburger, la quinoa con crema di ceci al sesamo, il “devil’s kiss” tra gamberi e salame. Primi e secondi piatti viaggiano sicuri tra terra e mare: gnocchi come pizzoccheri; tra cous cous e bouillabaisse; polpo viola; “panino all’astice”, piccione in tre cotture (la materia prima è fornita da Roberto Breda di Albino). Molto interessante il “viaggio al mare”: pesci, crostacei e molluschi tra il crudo, il cotto e il marinato, con salse della Casa. Per chi ha l’imbarazzo della scelta e ha appetito, consiglierei la “degustazione a mano libera”: 5 portate a 45 euro, 8 portate a 60 euro.
I dessert sono il terreno preferito di Nafi che riesce a far stare insieme, delizia del palato, il cioccolato bianco con un sorbetto al mango e un caramello alle olive nere. Strudel e tiramisù in presentazione moderna ma di gusto super.
La carta dei vini elenca per primi una quindicina di Champagnes, quindi altrettanti Metodo Classico italiani; vini bianchi e rossi sono tutti made in Italy, per un totale complessivo di oltre cento etichette. Trenta-quaranta coperti nella sala a piano terra, 70-80 per banchetti nella vasta sala superiore. Prima impressione: ambiente tranquillo-confortevole, titolari umili, bravi e simpatici, piatti da ristorante medio-alto con prezzi contenuti e quindi abbordabili, possibilità di fare gustose scoperte, giusto ricarico sui vini.
Roberto Vitali