Il circuito museale della provincia di Parma presenta la collana che in sette volumi racconta le perle della Food Valley
Nell’anno in cui con Expo il mondo intero si sta confrontando sul ruolo del cibo per l’uomo e per la società, a pochi chilometri da Milano, a Parma, c’è un luogo che produce i più rinomati prodotti d’Italia e che ha dedicato ben sette musei a questi alimenti d’eccellenza.
Da oggi, la collana editoriale “Parma, i Musei del Cibo. Tra storia e territorio” accompagna i visitatori durante il viaggio da Langhirano a San Secondo, alla scoperta della tradizione culinaria locale e del legame indissolubile tra cibo e paesaggio.
Per la prima volta le guide – edite da Grafiche Step e in vendita all’interno dei Musei – approfondiscono le origini e le peculiarità dei prodotti dei sei Musei del Cibo della provincia di Parma (Museo del Prosciutto, Museo del Salame, Museo del Vino, Museo della Pasta, Museo del Pomodoro e Museo del Parmigiano Reggiano) e del Museo d’Arte Olearia Agorà Orsi Coppini. Un circuito che rappresenta un unicum a livello nazionale e valorizza il saper fare che sta alla base della cultura enogastronomica locale e nazionale.
Ognuno dei sette volumi è composto da un centinaio di pagine a colori che propongono vere e proprie esperienze di visita in forma di libro, tra arte, natura e produzione delle autentiche delizie della Food Valley italiana.
Scritta in tono colloquiale dalla giornalista Mariagrazia Villa e curata da Giancarlo Gonizzi, Coordinatore dei Musei del Cibo, la collana contiene servizi fotografici originali realizzati appositamente per mettere in luce, passo dopo passo, i luoghi storici e suggestivi che ospitano i Musei del Cibo, tra oggetti, fotografie, video ed emozioni.
Ad arricchire il repertorio documentaristico sono altresì materiali e testimonianze inedite provenienti dall’Archivio di Stato di Parma. Non mancano inoltre chicche e aneddoti che il visitatore andrà a rintracciare in loco, dalla storia del cavatappi al Museo del Vino di Sala Baganza, al pepe del Museo del Salame di Felino, passando per le collezioni di latte di conserva e di trafile esposte rispettivamente al Museo del Pomodoro e al Museo della Pasta (entrambi a Giarola) per arrivare fino al sale di Salsomaggiore, che al Museo del Prosciutto di Langhirano ha una rinnovata vetrina dedicata.
Ma il mondo agroalimentare non può essere narrato senza seguire le tracce dei personaggi che hanno segnato la storia dei prodotti principi del territorio: lungo il percorso si incontrano tra gli altri Giuseppe Garibaldi, innamorato della Malvasia, Giuseppe Verdi agricoltore, il cui legame con la terra era viscerale, Gabriele D’Annunzio, estimatore appassionato del Culatello, Cesare Zavattini, Mario Soldati e molti altri.