“La mia Mappa? Vorrei che a usarla fossero soprattutto i produttori del Nizza. Per raccontare in prima persona il territorio, arricchendo il mio lavoro di quello che alla carta forzatamente manca: il particolare legame tra il “loro” Nizza e gli aspetti del paesaggio. Per continuare, insieme, a farla crescere negli anni”.
Così Alessandro Masnaghetti di Enogea, ingegnere felicemente prestato alla cartografia delle terre del vino, ha presentato nel Foro Boario di Nizza Monferrato, lo scorso 24 febbraio 2018, la sua ultima fatica: la mappa de “I cru del Nizza”.
La Mappa: strumento di conoscenza
Masnaghetti non è nuovo a questo tipo di lavoro, visto che ha già realizzato una trentina di mappe tra Italia e Francia (Médoc e Sauternes) e che da un paio di anni sta lavorando in Napa Valley con Antonio Galloni di Vinous. I vitivinicoltori piemontesi per primi hanno percorso la strada delle mappe che si basano su un lavoro capillare, per arrivare ad avere una visione di insieme di una determinata zona di produzione.
Certo, come ha ricordato durante la presentazione il vice presidente Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati Massimo Fiorio: «la via delle denominazioni, la scelta del legame col territorio, di sicuro più faticosa, è tuttavia vincente. Ed è stata premiata proprio dal lavoro dei viticoltori italiani, che va in questa direzione».
E proprio in quest’ottica rientra anche la realizzazione della Mappa del Nizza, grazie alla volontà dei produttori di dare agli operatori e agli appassionati un ulteriore strumento di conoscenza del territorio.
L’Associazione dei produttori
«Perché noi – ha affermato con soddisfazione Gianni Bertolino, presidente dell’Associazione Produttori del Nizza – anche se contiamo ancora piccoli numeri, siamo il vino prodotto con uve Barbera che più è cresciuto in termini percentuali negli ultimi anni».
Oggi infatti l’Associazione, che conta 51 aziende associate, è in continua crescita. Nel triennio 2015-2017 gli ettari vitati iscritti all’albo della Docg Nizza sono aumentati del 50% ogni anno, arrivando intorno ai 200 ettari. “Meno di un terzo – precisa Bertolino – di quelli stimati come potenziale della denominazione, che si aggira intorno ai 700-750 ettari.
E nel 2017 gli ettolitri prodotti sono stati 8.754, contro i 5.978 dell’anno precedente».
Nizza Docg: una denominazione che vuole crescere
Una denominazione in forte ascesa e molto vivace quella del Nizza Docg, che con la vendemmia del 2014 è passata da sottozona della Barbera Superiore d’Asti a Docg con caratteristiche proprie. E questo è stato possibile grazie a un gruppo coeso di produttori e a un cambio generazionale avvenuto in tempi recenti. A capo di gran parte delle aziende ora ci sono giovani imprenditori animati da spirito di iniziativa e di una gran voglia di far apprezzare sempre di più il Nizza in Italia e nel mondo.
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Silvana Delfuoco