Un compleanno è un momento di festa e il festeggiato riceve dei regali…è la prassi.
Ma quest’anno a La Montina, una delle cantine storiche e più importanti della Franciacorta, con circa 72 ettari di vigneti in conversione al biologico e quasi 400.000 bottiglie di Spumante Metodo Classico prodotte, hanno capovolto la regola e per celebrare il loro 30° anniversario dalla prima vendemmia hanno deciso che dovevano essere loro a fare il regalo agli amici e così, a metà ottobre, per festeggiare le loro prime trenta vendemmie, hanno organizzato una degustazione assolutamente memorabile – da loro correttamente definita “L’impronta del tempo” – per un gruppo di fortunati giornalisti, sommelier e degustatori, per confrontare vendemmie importanti come il 2004, 2005 e 2006 con sboccature diversificate negli anni e poter quindi ricavare una serie di valutazioni sulle varie evoluzioni che le annate hanno presentato in seguito ai differenti affinamenti.
Trent’anni di vita per una cantina non sono molti ma in Franciacorta è un periodo decisamente significativo, la denominazione ha solamente 50 anni e questa occasione è stata un’importante opportunità di confronto, un momento formativo insieme ai proprietari, agli enologi e all’agronomo dell’azienda, che ha permesso di ben comprendere come i loro vini possano avere diverse filosofie di maturazione, un lungo affinamento sui lieviti oppure una sboccatura dopo pochi anni e un lento riposo in bottiglia, con risultati piuttosto differenti nei gusti e nei profumi.
L’azienda nasce da un felice intuizione di nonno Fioravante Antonio Bozza che nel 1982 acquista, insieme a tre dei sette figli Alberto, Giancarlo e Vittorio, Villa Baiana – appartenuta a Benedetto Montini, avo di Papa Paolo VI – circondata da un ettaro di vigneto a Monticelli Brusati. Nel 1987 si celebra la prima vendemmia e da lì inizia un’espansione nelle zone collinari che li porta ad acquisire vigneti in sette comuni tra i più vocati del territorio franciacortino per coltivare Pinot nero, Chardonnay e, nel prossimo futuro, l’autoctono Erbamat in sostituzione dei vigneti di Pinot Bianco.
I terreni collinari calcareo argillosi nei pressi del lago di Iseo godono di un microclima particolare che permette una conduzione ottimale delle vigne con rese qualitative eccellenti e il risultato è il gradimento sempre crescente che li porta in breve ad essere una delle principali aziende vitivinicole della Franciacorta.
Da qui l’importante decisione di scavare la collina per ricavare una cantina che si estende per circa 7.500 metri quadri e che garantisce minime escursioni termiche – tra i 13° e i 16° – oltre all’indubbio risultato di mantenere pressoché intatto il territorio soprastante nel corretto rispetto del paesaggio.
Questa filosofia così rispettosa del territorio la si ritrova, garbata ed educata, anche nei loro vini e la conversione al biologico ne è la diretta conseguenza.
La grande attenzione e la cura dei vigneti, la raccolta manuale delle uve e la loro spremitura soffice tramite un rarissimo torchio verticale Marmonier – realizzato da artigiani locali nel 1999 – oltre all’applicazione di tecnologie evolute, pur nel rispetto della tradizione, permettono ai loro vini di esaltare le raffinate qualità organolettiche con finezza ed eleganza mantenendo forte ed evidente il carattere e la personalità di questo territorio che in pochi decenni ha creato un brand identitario di grande successo.
Per solennizzare i 30 anni dalla prima vendemmia, la famiglia Bozza ha realizzato un Franciacorta Pas Dosé, la “Selezione Montecolo” (dal nome dello storico vigneto), assemblaggio di uve Chardonnay e Pinot Nero delle vendemmie 2009 e 2010, racchiuso, in edizione limitatissima, in sole 520 bottiglie Magnum, scrigno ideale per esaltarne la delicatezza, l’intensità e la persistenza aromatica sia nei profumi, con note di miele, acacia e artemisia dovute al parziale passaggio in barrique, sia alla vista, con un bel colore giallo brillante con riflessi tendenti al ramato e finissimo perlage, sia al palato, esaltato da oltre 5 anni di silente affinamento sui lieviti.
Per tornare all’emozione della degustazione collettiva, questa è stata magistralmente guidata da un grande sommelier, Nicola Bonera, profondo conoscitore di questo territorio e delle sue espressioni vinicole più recondite e il confronto sulle evoluzioni e gli affinamenti dei vini di casa La Montina è risultato decisamente interessante e dibattuto grazie al coinvolgimento e alla partecipazione attiva dei professionisti invitati.
L’avvio è importante, la scelta di Bonera – da lui motivata come “…la successione nel rispetto dell’anzianità” – è di iniziare subito con un confronto tra due Chardonnay in purezza, Satén vendemmia 2006 ma con differenti affinamenti. Il Franciacorta affinato 120 mesi, sboccato a febbraio 2017, si presenta con un colore oro pallido, naso delicato di fiori bianchi e una leggera nota salmastra, perlage finissimo, quasi assente, acidità non particolarmente evidente ed una persistenza di media lunghezza; nettamente diverso quello sboccato ad ottobre del 2008, con soli 20 mesi di affinamento sui lieviti e 9 lunghi anni di riposo in cantina: dal riflesso dorato più carico con riflessi ramati, sviluppa al naso note intense di miele e di delicata vaniglia, di crosta di pane e lieviti, con una leggera evidenza di pera e frutti gialli, in bocca sviluppa una bella acidità, con un’ampia dolcezza di fondo ed un finale lungo e persistente. Uno spumante che ha raccolto molti positivi consensi tra i presenti.
Si prosegue con un altro Satén, il 2005 – grande annata per i millesimati – e sempre 100% Chardonnay. L’affinamento sui lieviti è di ben 132 mesi, con sboccat
ura a febbraio 2017 come il precedente, ma non penalizza il colore, un oro brillante che invita ad accostare il naso per percepire profumi di frutta gialla che emergono suadenti uniti ad una freschezza evidente nonostante gli 11 anni; al palato è morbido e vellutato, con piacevole acidità ed effervescenza, intenso e persistente. Il Satén 2005 sboccato nel febbraio 2008, quindi con 24 mesi sui lieviti è di un bell’oro carico, profumi dolci e fruttati, ma con note evolute e leggermente affumicate, in bocca è burroso, potente e con un finale agrumato che regala grande piacevolezza di beva. Un insieme elegante, armonico e intrigante.
Dallo Chardonnay in purezza si passa a degustare quattro Spumanti Millesimati, con uvaggio 60% Chardonnay e 40% Pinot Nero: il 2006 Brut 120 mesi sboccato 2017 presenta un naso floreale non troppo intenso, una leggera speziatura, rotondo e di buona freschezza in bocca è elegante e di media persistenza mentre il Brut con sboccatura marzo 2010 è bello alla vista – oro ricco, limpido e brillante – con una mela cotogna evidente e piacevoli sentori di frutta gialla, oltre a note burrose dovute al passaggio in barrique dello Chardonnay. Si caratterizza con un’acidità spiccata e una fresca carezza balsamica e agrumata che avvolge il palato in un’ampia ed intensa progressione gustativa. Un vino “maschio” e deciso, classico, che si fa ricordare.
Infine il 2004 Brut e le due sboccature in comparazione, febbraio 2008 e febbraio 2017.
Devo dire innanzitutto che i profumi di crema pasticcera, la leggera canditura, il burro e i sentori vanigliati caratterizzano entrambi gli spumanti degustati e ricordano da vicino i più famosi e celebrati spumanti d’oltralpe ma, tra i due, trovo più interessante il Brut con minore permanenza sui lieviti, ha sfumature affumicate ed esotiche, è un vino immediato, di carattere, asciutto e lineare, maggiormente equilibrato, di intensa persistenza aromatica.
Dal successivo confronto dei vari pareri a degustazione conclusa, è emersa non solo la valutazione decisamente positiva dei vini degustati, con la netta preferenza di quelli con sboccatura effettuata dopo pochi anni di permanenza sui lieviti e maggiore affinamento in bottiglia, ma anche l’apprezzamento per la grande capacità dell’azienda di Monticelli Brusati nello sfruttare con maestria tutte le potenzialità del territorio della Franciacorta sul quale questa storica cantina si è sviluppata con oculatezza e capacità imprenditoriale e il profondo impegno nel comunicare con passione il terroir, gli uomini, la cultura enoica e il grande rispetto dei vitigni.
Tenute La Montina
Via Baiana, 17
25040 Monticelli Brusati (BS)
Paolo Alciati