Azienda vinicola che produce e commercia vino dell’Oltre Po Mantovano.
Angelo Giubertoni, per tutti “Il Bel Angelin”, iniziò a fine Ottocento commerciando vino dell’Oltre Po Mantovano nei territori veronesi.
L’azienda in breve tempo passò dalla semplice vendita alla vera e propria produzione di Lambrusco.
Prosegui la gestione aziendale Agostino, Albertino fino ad arrivare a Tazio Giubertoni (che in realtà si chiamava Giorgio, ma soprannominato cosi in quanto il papà era molto amico del pilota Tazio Nuvolari).
Gli eventi storici e famigliari condizionarono l’evoluzione dell’azienda; dopo la seconda Guerra Mondiale, i soci furono costretti a rivedere lo sviluppo dei mercati in quanto i bombardamenti avvenuti durante la guerra, interruppero le principali vie di collegamento con i territori dell’Oltre Po Mantovano.
A San Nicolò Po, infatti, giaceva un ponte che fu distrutto proprio in quegli anni, ed è proprio da questo ponte che trova ispirazione l’etichetta del Lambrusco IGT “Vecchio Ponte”.
Attualmente Cantine Giubertoni è ancora una piccola realtà che produce circa 100.000 bottiglie di vino all’anno.
Le uve utilizzate provengono dai conferitori storici dell’azienda e vengono raccolte manualmente e depositate in cassoni da massimo 300 Kg.
La pigiatura viene sempre fatta il giorno stesso dell’arrivo delle uve, con una pressatura soffice e lasciata a macerare in tini di quaranta quintali.
La struttura aziendale e tecnologica permette di lavorare il prodotto in tutte le sue fasi, dalla vite alla bottiglia, controllando tutta la filiera e garantendo vino di alta qualità.
L’ultimo nato della famiglia è il Pippi Stravagante, che prende il suo nome da «Pippi Jannuzzi o Giannuzzi», il vero nome di Giulio Romano. Stravagante in quanto era definito «un architetto e artista con stravagante maniera».
Dopo la proposta di creare un vino dedicato a Giulio Romano – racconta il titolare, Andrea Giubertoni – abbiamo iniziato una lunga ricerca su testi antichi trovati negli archivi digitali dedicati al banchetto del rinascimento. Abbiamo reinterpretato in chiave moderna queste informazioni e abbiamo iniziato un duro lavoro di infusioni e prove di assemblaggio.
La vera scommessa era creare un vino adeguato ai palati moderni e che riprendesse le caratteristiche dei vini rinascimentali. Le spezie all’epoca venivano utilizzate per 2 fondamentali motivi; il primo era quello di coprire i difetti che potevano scatenarsi da fermentazioni non controllate e il secondo in segno di prestigio. La spezia era molto costosa, quindi i piatti venivano speziati per fare vedere la potenza e ricchezza della famiglia.
Abbiamo selezionato spezie, erbe aromatiche e frutti rossi. Tra le spezie si trovano pepe e un’altra spezia segreta, tra le erbe maggiorana e assenzio e frutti rossi. Negli ultimi si trovano frutti tipici del nostro territorio: more di gelso, melograno e ribes.
La base di partenza è il Lambrusco Mantovano, che viene messo a macerare tre mesi in acciaio con la selezione di aromi e frutti. Finita questa parte ha un passaggio di tre settimane in barrique che gli donano più rotondità e armonia.
I complessi sentori di vaniglia e la sua dolcezza vengono ottenuti con l’aggiunta di miele millefiori di nostra produzione prima dell’imbottigliamento.
Ideale con dolci da forno come l’Anello di Monaco e la Torta Sbrisolona, ma ideale anche con piatti salati come formaggi e tortelli di zucca.
L’etichetta riporta, oltre al nome, le colonne tortili che progettò Giulio Romano e che sono presenti nel giardino della cavallerizza nel palazzo Ducale di Mantova. Oltre a questa etichetta è in vendita una limited edition, per la quale l’etichetta è stata disegnata dal direttore di Palazzo Ducale, presenta una chiusura manuale in cera lacca ed è in edizione numerata composta solo di 500 bottiglie.
Paolo Alciati
Fonte Ufficio Stampa
Credit Photo Ufficio Stampa