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Nell’ultra millenaria e fiabesca Cina: Shanghai, la metropoli delle meraviglie

22 Settembre 2022 by Roberto Rabachino

La straordinaria affermazione della civiltà cinese, fondata sulla sacralità del culto della memoria, si deve alla capacità di sviluppo delle nuove tecnologie determinate dalla rivoluzione industriale e sociale nella prima metà del secolo scorso

Quando si parla della Cina affiorano nella memoria le reminiscenze scolastiche, particolarmente quelle legate al “Milione ” di Marco Polo, autore di un eccezionale diario di viaggio, del 1.373, corredato da carte geografiche, etnografiche, con minuziose descrizioni di usi costumi, tradizioni, arte, cultura, lingua e religioni dell’immenso territorio asiatico, allora conosciuto come Khatai. Un esempio eloquente, per certi aspetti stupefacente, è rappresentato da Shanghai, la più popolata città del pianeta, con oltre 27 milioni di abitanti: (erano 13 milioni e 300 mila nel censimento del 1990) e li vedi e li senti. Nonostante l’efficienza del trasporti sotterranei e di superficie, il mezzo privilegiato da milioni di cittadini è la bicicletta. È un autentico spettacolo l’enorme, ininterrotto sciame, lento e persino armonioso per il fruscio delle ruote e il tintinnio dei campanelli.

Nel fiume di bici e di pedoni di Shanghai galleggiano molti bus (tutti con la pubblicità sulle fiancate), molti taxi e, cosa impensabile nella Cina Popolare di qualche anno fa, moltissime auto private, addirittura Ferrari e Maserati, che suscitano capannelli di stupore. Anche questo è un segnale del grande balzo in avanti spiccato da Shanghai, forse non in sintonia con quello indicato dal “Grande Timoniere, che per lo sviluppo economico della “sua” Cina Popolare. Secondo i progetti governativi, Shanghai, entro la terza decade del Duemila, sarà il maggior centro finanziario, bancario e commerciale del mondo, come la “Grande Mela” degli USA. Utopia? Intanto la città si è aperta al consumismo e al grande capitale internazionale. Stanno avendo fortuna altri simboli del lusso o semplicemente del modo di vivere all’occidentale. Lungo Nanjing Lu, la strada più trafficata, ma anche la più elegante, si trovano prodotti occidentali e giapponesi accanto a quelli tipici locali, in particolare la splendida seta. Nei grandi magazzini, super affollati, hanno fatto la loro inevitabile comparsa anche i telefoni cellulari. Da segnalare, tra le curiosità, la ricomparsa dei rivenditori di animali domestici, attività, fino a qualche anno fa, severamente proibita e pesantemente sanzionata, così come il semplice possesso da parte di chiunque.

Le origini del miracolo economico.
Chi conosce la storia degli anni ’30, afferma che la Shanghai di oggi ricorda molto quella d’allora, quando era un “Porto franco” per le cosiddette “Concessioni internazionali”, vere e proprie enclave straniere (di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti. Anche l’Italia ne ebbe una, dal 1902 al 1945: non a Shanghai, ma a Tientsin, che la traslitterazione d’oggi, il sistema pinyin, vuole sia Tianjin).
Le “concessioni” erano in pratica quartieri che godevano d’una extraterritorialità non formale, bensì di fatto, costituendo il polo attorno al quale ruotava sia il ricchissimo asse commerciale, sia la vita mondana, che le cronache dipingevano frivola e corrotta. Oggi a Shanghai ci sono, come allora, animazione e vita e si vedono i segni, ancora erratici, ma inconfondibili, di ricchezza. Non c’è più il senso di “colonia”, status al quale le “concessioni” fatalmente condannavano la città.  La riva sinistra del fiume Huangpu è costeggiata dallo Zhongshan, cioè dal Bund, il viale dove si affacciano i palazzi dell’epoca coloniale, forse l’arteria più famosa dell’Estremo Oriente. Bund vuol dire argine, terrapieno, è una parola hindi, probabilmente importata dai britannici. Le vaste terrazze che danno sul fiume e i palazzi di stile eterogeneo, ma tutti trasudanti di capitalismo ottocentesco, mantengono al Bund un volto occidentale.

La City della finanza: la scalata al cielo.
Di fronte al Bund, sulla riva destra dello Huangpu, sorge Pudong. E’ il nuovo quartiere finanziario-industriale, parchi tecnologici, grandi spazi verdi, complessi di abitazioni e uffici. Sovrasta Pudong la Shanghai Tower, alta 632 metri, è il grattacielo più alto della Cina e il secondo al mondo. Lo Shanghai World Financial Center, alto 492, è il secondo grattacielo più alto della Cina e il sesto al mondo, segue la Jin Mao Tower, alta 421, è il terzo grattacielo più alto della città. Infine, la Oriental Pearl Tower, alta 468 metri, è un altro simbolo della metropoli ed è la quarta torre più alta al mondo. Lo Huangpu finisce col gettarsi nel canale più meridionale, l’unico navigabile da bastimenti di grande pescaggio dalla foce del Chang Jiang, il fiume forse più noto col vecchio nome Yangtze (Fiume Azzurro). E per questa via che, ancora oggi, le navi raggiungono Shanghai.

Il fascino di un immenso mare.
Ancora oggi arrivare via mare nelle ore dell’alba è uno spettacolo. Ma ormai esiste solo l’aereo e gli orari non sono trattabili. Non rimane che spendere circa 5 euro, per prendere un battello all’imbarcadero del Bund e farsi una minicrociera sullo Huangpu. Le acque sono irrimediabilmente giallastre, ma il resto vale senza dubbio l’alzataccia mattutina.

L’incanto dell’arte.
Da non perdere, oltre al Bund, il Giardino del Mandarino, risalente alla metà del XVI secolo è stato restaurato negli anni 60.  Di notevole interesse il Museo di Shanghai: bronzi, ceramiche, porcellane e pitture. Sosta obbligata anche allo YufoSi,   o tempio di Buddha di giada, dal curioso colore, una via di mezzo tra il giallo e il rossastro.

La Venezia sulle orme di Marco Polo.
A 85 chilometri di distanza c’è Suzhou: per i numerosi canali che l’attraversano e per i suoi ponti, Marco Polo la definì la “Venezia d’Oriente”, ma è anche conosciuta come la città giardino, ben 150 quelli aperti al pubblico.

Una rete di trasporti da primato.
Il sistema di trasporto rapido di Shanghai, costituito dalla metropolitana, incorpora le linee ferroviarie di superficie e si estende ad ogni distretto urbano così come ai limitrofi quartieri periferici. Al 2020 vi erano 16 linee della metropolitana, 393 stazioni e più di 673 km di binari in esercizio, (la seconda rete più lunga al mondo). Da ricordare il  viaggio sul treno Maglev (Transrapid) che raggiunge una velocità massima di 431 km in uscita dal Shanghai Pudong International Airport per la città.

Jimmy Pessina

Filed Under: Brevi Tutto Travel, Evidenza

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