SIAMO AL GIFFONI FESTIVAL IN COMPAGNIA DI ALESSIA ALCIATI, PROTAGONISTA DE “IL TEATRO DEI RICORDI” DI ANGELA BEVILACQUA. ALESSIA, PRIMA IL CANNES FILM FESTIVAL 2014 ED ORA UNA MENZIONE SPECIALE AL GIFFONI FILM FESTIVAL 2014, AVETE OTTENUTO GRANDI RISULTATI CON “IL TEATRO DEI RICORDI”.
Sì, abbiamo ricevuto davvero molti riconoscimenti e siamo stati in selezione ufficiale in tanti festival in giro per il mondo. Cannes è stata una grande soddisfazione, ma essere al Giffoni Film Festival e camminare per strada ritrovandosi a chiacchierare con i ragazzi appassionati di cinema ed incuriositi dal tuo progetto, che ti fermano per farti domande sul film in cui hai recitato, è impagabile.
AL PUBBLICO DEL GIFFONI FILM FESTIVAL È PIACIUTO MOLTO IL VOSTO FILM, CHE SENSAZIONE ÈSTATA?
È stato a dir poco bellissimo, io e la regista Angela Bevilacqua eravamo incredule nel sentire quei lunghi e fragorosi applausi dopo la proiezione, eravamo davvero felicissime. Inoltre quando siamo salite sul palco il pubblico in sala ci ha fatto tantissime domande e vedere la loro curiosità per il film è stato il regalo più grande ed inaspettato.
COM’È STATO LAVORARE CON UN DIVO COME JEAN SOREL?
È stato magico, lui è un uomo davvero d’altri tempi, elegante, e colto… un vero gentleman. Mi era stato detto di fare attenzione a come mi ponevo nei sui confronti onde evitare discussioni sul set, erano tutti spaventati all’idea di parlargli ed avvicinarsi a lui, invece io ho trovato un grande attore dalla forte preparazione cinematografica e rivedendo in me le stesse sue passioni, lui ha iniziato a parlarmi dei sui film preferiti, così Jean Sorel ed io ci siamo ritrovati a parlare di cinema e dei grandi divi di Hollywood per tutta la durata del set. Mi ha dato grandi consigli per il mio futuro ed è stato un ricordo che porterò sempre nel cuore.
INTERPRETI LA PROTAGONISTA, UNA RAGAZZA CHE SI PERDE NEL PERCORSO DELLA VITA, MA QUANDO SI RENDE DAVVERO CONTO DI CIO’ CHE HA FATTO È TROPPO TARDI PER TORNARE INDIETRO. COM’È STATO LAVORARE SU QUESTO PERSONAGGIO?
Esatto, ma non è un personaggio così negativo come sembra: a me piace soprattutto raccontare, attraverso i personaggi che interpreto, i problemi che gli esseri umani affrontano nella vita e la protagonista di questo film è così: una ragazza che si perde, ma poi ritrova la strada. Nei corti spesso capita di lavorare a progetti molto simbolici, e questo è proprio il caso de “Il teatro dei ricordi”: una metafora. Io lo vedo come un esempio da dare ai ragazzi della mia età a sviluppare consapevolezza, a non perdere tempo ed a non sprecare il dono più prezioso che abbiamo, la vita. Mi sono innamorata immediatamente del mio personaggio, quando ho fatto il provino mi è stato consegnato anche lo storyboard del film, cosa davvero insolita, disegnato dalla stessa regista. E sono rimasta scioccata da quanto fossi simile esteticamente alla protagonista che aveva immaginato la regista disegnandola. Ho avuto grande sintonia sul set con Angela, la regista, e questo ha permesso ad entrambe di affidarci l’una all’altra e lavorare nel migliore dei modi.
QUAL’È LA COSA CHE RICORDI CON MAGGIOR DIVERTIMENTO DEL SET?
C’è un aneddoto molto divertente capitato nel bosco in cui si svolge parte del film. In una scena dovevo svegliarmi per terra tra gli alberi e spaventata dovevo gridare correndo tra una quercia e l’altra, inseguita dall’operatore steadycam. Ovviamente non era possibile bloccare gli ingressi di tutto il bosco perché era davvero grande, così mentre giravamo la scena in cui scappavo urlando, sono corse delle persone in mio soccorso che si trovavano da quelle parti, per accertarsi che io stessi bene e che nessun mal intenzionato mi stesse rincorrendo. Inutile dire che abbiamo dovuto fermarci e dopo aver tranquillizzato i passanti, abbiamo dovuto ripetere la scena.
Luglio 2014 – da Redazione Centrale