Avvicinandosi ormai il Natale, la festa della convivialità e della famiglia per eccellenza, ecco l’abbinamento dei sogni che Sagna S.p.A. immagina per il cenone
Che sia una tradizione, un rito, una consuetudine, il sedersi a tavola rappresenta un ritmo della vita, un’abitudine; una quotidianità che fatica a mutuare. Ma in passato, a cavallo tra il settecento e l’ottocento, non era così. La nomenclatura dei pasti ha visto un cambiamento, dato dall’orario del pasto principale spostato sempre più verso sera. Più si pranzava tardi più si dava importanza al fatto di appartenere a una classe sociale diversa. L’orario del pasto si sposta a causa del protrarsi delle feste e dei balli, incontri sino a tarda notte che creano un nuovo status symbol per gli aristocratici in cui si fa strada la necessità di chiamare il pranzo “Colazione”.
Tra le famiglie di operai e artigiani gli orari erano verosimilmente più simili a quelli odierni, sia per l’impossibilità economica di reperire più quantità di cibo, sia per garantire un adeguato – pasti più frequenti e leggeri – sostentamento al corpo, bisognoso di energie per poter lavorare. Ebbene, fenomeni storici, circa i comportamenti nei diversi ceti sociali, che hanno interessano anche le lingue e letteratura. Risemantizzando tutto ciò, i nomi cambiano in Europa e oltremare. L’orario dei pasti in Sicilia è diverso da quello in Alto Adige o in Piemonte. Lo stesso vale se si confrontano le pause pranzo, strettamente legate alla tipologia di mansione, tra Germania e Spagna. Inghilterra o America.
Questa razionalizzazione degli orari, come abbiamo visto, da secoli e in tutto il mondo, durante le festività subisce una sorta di obbligata battuta d’arresto per trovare come punto d’incontro i pranzi e le cene di Natale. Le barriere orarie vengono abbattute per entrare in una nuova dimensione, più ampia; le tavole imbandite lasciano spazio anche alle bottiglie di vino, agli spumanti, ai distillati. In queste occasioni di grande importanza e sconfinata storicità i commensali accettano consapevolmente di vivere un cambiamento delle proprie abitudini, che avviene attraverso la volontà di eccedere nella cura dei dettagli e nel numero di portate.
Avvicinandosi ormai il Natale, la festa della convivialità e della famiglia per eccellenza, ecco l’abbinamento dei sogni che Sagna S.p.A. immagina per il cenone: il Salmone in crosta abbinato a un Vermouth Rosso di Torino e/o un Metodo Classico Brut di Palmento Costanzo, il Baccalà con lo Chablis Valmur di Albert Pic, i Tortellini in brodo col Pinot Noir della Maison Anselmet, la Faraona accompagnata al Barolo Pianpolvere Soprano Bussia e, infine, per il momento dei dolci (Panettone, Pandoro, torte e torrone) il Muscat di Beaumes-de-Venise di Delas Frères e il Porto Ruby Reserva Collector Ramos Pinto. Impossibile non chiudere con un grande distillato: il Bas Armagnac Hors d’Age di Dartigalongue.
Buon appetito e Buon Natale!
Redazione Centrale TdG