Primi d’Italia: la gastronomia umbra dalle zuppe, alla pasta fresca, ai saportiti condimenti.
A Marco Tesorini si deve l’ideazione della manifestazione ‘Primi d’Italia’, che anche quest’anno si svolge a Foligno dal 27 al 30 settembre.
Marco Tesorini è stato l’organizzatore di eventi non solo enogastronomici dal 1999 al 2001, quando ha lasciato l’incarico.
In questa intervista Marco ci racconta gli esordi della festa dei primi piatti, delle eccellenze umbre.
Marco Tesorini è un esperto di livello nell’organizzazione di eventi
Da anni si occupa di analisi e progetti nel settore turistico a livello professionale.
L’evento ‘Primi d’Italia’ fu per lui una sfida che trovò consensi in tantissimi ambiti.
Si arrivava finalmente a mettere in evidenza la qualità del settore della gastronomia, settore che presto sarebbe diventato punto di riferimento importante per l’export nazionale.
La nascita dell’evento Primi d’Italia
“L’idea di realizzare l’evento venne ad un alimentarista estremamente creativo di Città di Castello. Ci mettemmo al lavoro e, nel 1999, nacque Primi d’Italia.
Un nome molto bello su cui creare qualcosa. In Umbria, all’epoca, a parte le feste del tartufo, non c’era nulla di simile.
Pensammo dunque a esaltare le zuppe, il riso, la pasta. Anche il condimento doveva avere la sua importanza, per promuovere eccellenze come il barbozzo e il tartufo di Norcia.
Non volevamo che fosse solo un festival dei primi piatti, ma pure di chi eccelleva nei vari campi”.
La kermesse è stata costruita piano piano.
“Il progetto prevedeva che Primi Piatti si tenesse a Terni, visto che l’Umbria era troppo Perugia-centrica. Prendemmo accordi con il sindaco, che era entusiasta.
Purtroppo, però, cadde la giunta quando già eravamo avanti con i preparativi e così la scelta cadde su Foligno, location perfetta perché con una lunga tradizione pastaia e con tante taverne.
Aveva tutte le caratteristiche per ospitare la novità.
Era pure nel cuore dello scrigno enogastronomico dell’Umbria, da Colfiorito con le patate a Montefalco con il vino, Trevi e Spoleto con l’olio e poi tutti i prodotti della Valnerina.
Insomma, tutte le eccellenze umbre a portata di mano”.
‘Primi d’Italia’ è subito kermesse di alto livello, con degustazioni a pagamento (“Le chiamammo Università dei Sapori”).
Con personaggi di spicco, chef stellati e quant’altro.
“Abbiamo premiato, tra gli altri, Don Gelmini e Brunello Cucinelli. Un anno l’evento è stato presentato da Pippo Baudo. Gianfranco Vissani affianca Marco Tesorini per organizzare al meglio i contenuti culinari: “Vissani è stato il primo chef a democratizzare e a spettacolarizzare il modo di cucinare. Portò a Foligno chef stellati”.
La coppia fa faville: “Siamo andati a ‘La vita in diretta‘, ai tempi di Michele Cucuzza. E pure a ‘Uno Mattina’, con i corsi di Vissani. Nel primo caso, portammo in diretta sulla Rai 40 massaie che cucinavano gli gnocchi partendo proprio dalle patate di Colfiorito. C’era una strategia di promozione delle eccellenze locali”.
Pensavano in grande Tesorini e Vissani: “Avevamo chiuso l’accordo con il Consorzio del Parmigiano Reggiano; insieme, saremmo stati capofila delle eccellenze italiane all’estero. C’era la volontà di istituire la Scuola di Alta Cucina, partendo proprio dai primi”.
A Foligno, “facemmo il primo concorso per giovani chef. Le regioni italiane portavano uno chef di grido, affiancato da due studenti dell’istituto alberghiero. Alla fine, una giuria giudicava chi aveva fatto il prodotto migliore. Anche in questo caso, fummo affiancati dal Parmigiano Reggiano”.
Sicuramente i Primi d’Italia hanno contribuito a divulgare una “cultura” diversa, più consapevole del cibo e di tutto quello che rappresenta.
Paolo Alciati
Fonte Ufficio Stampa
Credit Photo Ufficio Stampa