Se la cucina è un’arte, Gaetano Costa ne è la conferma vivente. Nato a Torre del Greco il 19 settembre del 1972, il giovane chef, oggi uno dei nomi più noti della capitale, è riuscito a distinguersi nell’universo dell’alta cucina proprio grazie alle sue spiccate doti creative che lo hanno aiutato, e lo aiutano ogni giorno, ad elaborare piatti sopraffini caratterizzati dal rispetto della materia prima e della fantasia.
“Da ragazzo disegnavo – confessa – e ancora oggi mi diletto nella pittura, l’arte è la mia prima passione, quella che mi guida ogni giorno nel mio lavoro”. Il risultato sono una serie di piatti squisiti, eleganti, originali al punto da essersi guadagnati un “posto in prima fila” presso l’elegante Hotel Boscolo Aleph di Roma (cinque stelle lusso) dove il marchio “Gaetanocosta” è alla guida dello splendido ristorante. Proprio qui Tutto Okay ha incontrato lo chef Costa, alla scoperta di ogni particolare dello strepitoso successo.
Come si diventa chef del tuo calibro?
“E’ una bella domanda, forse devo ancora diventare uno chef, il nostro è un mestiere in cui non si finisce mai di imparare. Forse mi sono reso conto di avere fatto il salto di qualità, quando sono riuscito per la prima volta a guidare una squadra in cucina”
Quando è nato in te il desiderio di diventare un cuoco?
“Alla scuola alberghiera, durante i nostri laboratori, ho imparato a conoscere gli alimenti, a rispettarli e a capire che con i cibi, proprio così come facevo con la pittura, avrei potuto creare”
Oggi gestisci con il tuo marchio “Gaetanocosta” il ristorante dell’Hotel Boscolo Aleph di Roma, qual è l’aspetto più complicato del tuo lavoro?
“Sicuramente quello di guidare i miei collaboratori in cucina, di far sì che sentano le stese cose che sento io quando creo un piatto, non si tratta solo di mettere insieme il piatto che io creo, ma di saperlo interpretare. Una volta che ciò accade, il resto viene da sé”
Cosa pensi degli chef “star” così di moda oggi anche in Tv?
“Che sia, appunto, una moda. Un’esigenza del momento, dettata forse anche dalla crisi, che però non può reggere per un’intera carriera. Lo star system non ha nulla a che vedere con il nostro lavoro, almeno per quanto mi riguarda”.
Tu ha cucinato per persone famosissime, da Papa Wojtyla, a Liza Minelli, a Bill Gates…
“Sì, diciamo che cucinare per il Papa, accadde quando ancora frequentavo la scuola, è stato un episodio che mi ha cambiato la vita, da lì mi sono reso conto che quella era la mia strada”
Da poco sei diventato papà di Mimmo, quanto è difficile essere padre e chef?
“In realtà l’arrivo di Mimmo 10 mesi fa, mi ha aiutato a vivere meglio le mie giornate, lui è molto buono, di notte dorme e, anche se al mattino si sveglia presto, io sono riposato e pronto per la giornata. Inoltre, al mio fianco ho Sara che, oltre a essere una madre stupenda, è una compagna meravigliosa e capace, nonché manager della mia azienda. Ha solo 25 anni, ma è davvero molto brava a fare tutto. Sono un uomo fortunato”
Regala ai nostri lettori la ricetta dell’“Uovo alla Gaetanocosta”?
“Certo, molto volentieri. Tra l’atro si tratta di una ricetta semplice: basta prendere un uovo e farlo cuocere in acqua bollente, in camicia, per tre minuti con un pizzico di sale himalaiano, unito poi a degli spinaci scottati con un po’ di olio di oliva, si aggiungono poi un po’di crosticine di patata rossa, il tutto alla fine viene annaspato con una spruzzata di tartufo nero”
Presso Hotel Boscolo Aleph Roma, Via di San Basilio, 15
Chiara Serafino