
Dove e quando è nato 007? Per gli spettatori cinematografici, in Giamaica il 16 gennaio ‘62, giorno del primo ciak di “Licenza di uccidere”, con Sean Connery e Ursula Andress. Per i lettori di spy story il luogo resta lo stesso, ma la data si sposta indietro di dieci anni, al 15 gennaio ‘52, quando, nella tenuta di Goldeneye, Ian Fleming cominciò a scrivere Casinò Royale. Ma in realtà James Bond esisteva da tempo nella mente del suo creatore: era una sintesi delle sue esperienze nei servizi segreti durante la Seconda guerra mondiale, delle sue fantasie erotico-avventurose e delle sue ossessioni personali.
La stessa vita dello scrittore era stata così incredibilmente avventurosa da sembrare, come scoprirete in queste pagine, la trama di un film. Quindi, forse, sarebbe più esatto dire che 007 nacque il 28 maggio 1908 al numero 27 di Green Street a Mayfair (Londra), e che il suo vero nome era Fleming, Ian Lancaster Fleming. Il 15 gennaio 1952, il silenzio di Goldeneye è rotto dallo stormire della vegetazione, scossa dalla brezza che i giamaicani chiamano “Vento del Dottore”, e dal ticchettio di una macchina da scrivere.
La mente di Ian Fleming, giornalista ed ex agente del servizio informazioni della Royal Navy, è molto lontana dai Caraibi. È negli uffici londinesi del Secret Intelligence Service, dove da secoli si respira la stessa aria profumata di legno pregiato e tabacco da pipa e dove segretarie graziose ma un po’ troppo algide e ironiche condividono con austeri ufficiali i massimi segreti. È nelle sale sature di fumo e di tensione dei casinò della Francia settentrionale, dove Fleming era solito giocare d’azzardo prima della guerra. È nel mondo ambiguo delle spie, in cui ogni alleato può rivelarsi un nemico e ogni amante può essere una traditrice. Questa mattina Fleming non sta scrivendo né un reportage né un rapporto segreto. Sta finalmente lavorando a un progetto che ha in mente da un decennio: quello di scrivere “la spy-story che porrà fine a tutte le spy-story”.
Nei suoi quarantaquattro anni di vita (è nato a Londra il 28 maggio 1908), Fleming ha sempre evitato legami stabili e ufficiali. Ma ora è in procinto di fare il grande passo, unendosi in matrimonio con lady Ann Rothermere, sua amante da diverso tempo. Mentre attende il fatidico giorno nella sua casa battezzata “Goldeneye”, vicino a Oracabessa (Giamaica), Fleming stempera la tensione proiettando i propri ricordi di agente segreto su un personaggio immaginario. L’alter ego di Fleming si chiama Bond, James Bond, come l’autore di un trattato di ornitologia delle Indie Occidentali che lo scrittore tiene sul comodino. Il romanzo, un noir spionistico intitolato Casinò Royale, viene completato in sette settimane e proposto all’editore londinese Jonathan Cape dietro raccomandazione di Peter Fleming, fratello maggiore di Ian e scrittore già affermato. Nonostante le iniziali reticenze dell’editore, il romanzo, pubblicato nel 1953, è un successo: la critica paragona l’autore ai maestri del thriller spionistico del suo tempo, come Eric Ambler e Peter Cheyney. Nessuno ancora immagina che presto Fleming diverrà molto più famoso di tutti loro.
Il romanzo Casinò Royale (uscito inizialmente in Italia col titolo La benda nera) è assolutamente agli antipodi di ciò che, mezzo secolo più tardi, il pubblico sarà solito associare a James Bond 007, vale a dire azione, humour e tecnologia. Si tratta invece di un thriller realistico, amaro e pessimista, in cui l’autore riversa esperienze dirette e indirette del suo lavoro nei servizi segreti. Nel 1941, a Lisbona, in un casinò frequentato da spie di ogni paese, il comandante Fleming aveva elaborato uno dei suoi piani più fantasiosi: sottrarre agli agenti nazisti il denaro dei loro fondi, battendoli al tavolo da gioco. Nello stesso periodo altri due agenti dello spionaggio britannico, Dusko Popov e Ralph Izzard, misero in atto una simile strategia.
Nel romanzo, che si svolge nei primi anni ‘50, l’agente James Bond, numero di codice 007, viene inviato nell’immaginaria città di Royale-Les-Eaux per affrontare nel locale casinò il fantomatico monsieur Le Chiffre, emissario dello spionaggio russo in terra francese. In realtà Le Chiffre si è appropriato dei fondi spionistici sovietici per allestire una rete di case chiuse, contando di nascondere l’appropriazione indebita con i propri imminenti guadagni. Ma la messa al bando della prostituzione in Francia ha fatto fallire i suoi piani e ora Le Chiffre deve con ogni mezzo vincere una somma sufficiente a coprire l’ammanco, prima che i sovietici lo scoprano. Il venticinquesimo capitolo della serie di film legata all’agente James Bond: No Time to Die è del 2021, diretto e co-scritto diretto da Cary Fukunaga, interpretato per la quinta e ultima volta Daniel Craig, nei panni di James Bond 007.
Jimmy Pessina
Ha collaborato: Edward Coffrini dell’Orto, presidente del James Bond Club di Milano e Andrea Carlo Cappi