Non chiamatela solo frutta. A Gran Canaria, la banana – o meglio, il platano de Canarias – è un simbolo identitario che unisce storia, economia e soprattutto gastronomia
E l’estate, con il suo clima ideale, fatto di temperature piacevoli e una leggera brezza, è il mese perfetto per scoprire il sapore autentico dell’isola, anche e soprattutto a tavola.
Dal sud-est asiatico a Gran Canaria: il lungo viaggio del platano
Originario del sud-est asiatico, il platano ha raggiunto le Canarie attraverso i commerci portoghesi, trovando in Gran Canaria un habitat perfetto. Le condizioni climatiche dell’isola, con temperature miti e luce abbondante tutto l’anno, lo rendono ideale per la coltivazione di questa grande erbacea che, a differenza degli alberi da frutto, si rigenera naturalmente attraverso i propri polloni.
Dal XIX secolo, con l’apertura dei porti franchi e l’arrivo di compagnie britanniche come la Fyffes Ltd., il platano canario ha iniziato a essere esportato su larga scala, diventando una colonna portante dell’economia agricola locale. Ancora oggi, Gran Canaria continua a essere un punto di riferimento per la produzione nazionale, con un prodotto protetto dall’IGP (Indicazione Geografica Protetta) e apprezzato per il suo sapore dolce e naturale.
La banana nella cucina canaria: gusto, creatività e identità
In estate, il platano si trasforma nel protagonista assoluto di piatti che sanno coniugare semplicità e creatività. Lo troviamo fritto, grazie all’influenza cubana, o sotto forma di chips. Ma anche e soprattutto nei dessert: mousse, confetture artigianali, gelati e perfino liquori e vini di banana.
Nei ristoranti più attenti alla tradizione, il gofio con platano è una presenza fissa, soprattutto i brownies di gofio (cereale tostato e poi ridotto in farina, retaggio della cultura preispanica), abbinati alla mousse di platano, una combinazione vincente. Mentre nei mercati e nelle botteghe si trovano prodotti cosmetici e marmellate a base di banana, spesso realizzati con varietà rare come il platano rosso o il “blu d’Indonesia”.
Un’esperienza da vivere: visita a una finca platanera
Chi vuole toccare con mano questa tradizione può visitare La ReKompensa, una finca situata nei pressi di Arucas, nel nord di Gran Canaria. Con oltre 56.000 m² di estensione e 7.000 piante coltivate, rappresenta un viaggio immersivo nel cuore agricolo dell’isola, dove passato e presente convivono tra terra fertile e storie contadine.
Durante la visita guidata, i visitatori possono osservare ogni fase del ciclo produttivo: dalla preparazione del terreno alla raccolta del casco, passando per l’irrigazione sostenibile, la selezione dei germogli e le tecniche tradizionali di coltivazione. Ma non è tutto: La ReKompensa è anche una vera e propria arca di biodiversità, con 13 varietà diverse di platano, tra cui spiccano quelle più rare e curiose per forma, colore e sapore. Alla fine del tour, una degustazione guidata permette di assaporare il platano in piatti tipici, dolci artigianali, marmellate e perfino liquori e prodotti cosmetici naturali a base di banana.
La tenuta ospita anche un museo dedicato alla storia del platano, allestito all’interno di una casa canaria del 1804 magnificamente restaurata. Il percorso museale è un viaggio nel tempo, tra antichi strumenti agricoli, documenti storici, fotografie d’epoca e testimonianze della vita rurale. Un’opportunità preziosa per comprendere l’importanza sociale ed economica di questo frutto nella costruzione dell’identità culturale dell’isola.
Tradizione agricola e sostenibilità
Coltivare banani a Gran Canaria è un processo affascinante ma complesso, che richiede competenze tramandate da generazioni. Il ciclo produttivo è suddiviso in fasi che si susseguono con rigore naturale: circa nove mesi dalla piantumazione alla comparsa del casco, a cui seguono altri sei mesi necessari per la crescita del pollone, che darà vita a una nuova pianta. Una rotazione continua che garantisce frutti di qualità nel rispetto dei ritmi della natura.
Accanto al sapere tradizionale, si affermano oggi pratiche agricole innovative e sostenibili: impianti di irrigazione a goccia per il risparmio idrico, uso ridotto di fitofarmaci, tecniche di compostaggio e iniziative di agricoltura biologica. Questo impegno verso la sostenibilità ambientale ha permesso al Platano de Canarias di mantenere la propria eccellenza, offrendo ai consumatori un prodotto tracciabile, controllato e dal gusto inconfondibile.
La concorrenza con le grandi multinazionali dell’America Latina rimane una sfida aperta, ma il valore aggiunto del platano canario è sempre più apprezzato da chi cerca genuinità, rispetto per l’ambiente e filiera corta. Una storia di resistenza agricola e orgoglio isolano che si rinnova ogni giorno, pianta dopo pianta.
Un viaggio nella Gran Canaria più autentica comincia dal piatto. E spesso, è un piatto a base di banana.
Per chi volesse approfondire, qui di seguito i link:
Silvia Donatiello