Se state pensando ad una settimana bianca low cost all’estero, lontana dai soliti posti nostrani e capace di abbinare al tempo stesso lo sci con il turismo, in modo da accontentare tutta la famiglia o tutta la compagnia (cioè anche chi non scia) inserendovi anche shopping, cultura e divertimento, per giunta a prezzi decisamente contenuti, un suggerimento interessante e originale potrebbe essere quello di Sarajevo. Capisco come il nome della capitale bosniaca richiami maggiormente il tragico assedio del 1992-95 durante la sciagurata guerra civile balcanica (il più doloroso assedio della storia moderna, con 10.500 morti e 50 mila feriti), che non una spensierata vacanza sugli sci, ma da quei tragici fatti sono passati oltre 20 anni e tutti vogliono girare pagina. E se a qualcuno rimanesse poi ancora qualche dubbio, ricordi come Sarajevo (il luogo del riposo in turco) nel 1984 ha ospitato le Olimpiadi Invernali (quelle dove la bergamasca Paola Magoni vinse l’oro nello sci alpino femminile e nel medagliere l’Italia arrivò terza) e tre anni dopo la Coppa del Mondo di sci: dimostrazione che lo stato dell’innevamento, le piste e gli impianti sono di prim’ordine. Pur essendo ubicata a soli 500 m di altitudine, la capitale bosniaca risulta infatti circondata dalle Alpi Dinariche, che arrivano oltre i 2.000 m e in tre località a due passi dalla metropoli (ci si può arrivare anche con gli autobus urbani) offre 40 km di piste spettacolari e panoramiche, dove si scia anche di notte da novembre ad aprile con un dislivello massimo di 800 m e 17 impianti di risalita. L’innevamento risulta abbondante, ottimale e prolungato grazie alle rigide condizioni climatiche, le piste – in genere di media difficoltà – si sviluppano entro immense foreste di conifere ancora abitate da orsi, lupi, cervi, daini, mufloni e linci, con graziosissimi paesini di montagna di sasso e legno. E dopo lo sci si può fare una puntata nella vivace città, multietnica e cosmopolita, ricca di testimonianze della prolungata dominazione ottomana prima e austro-ungarica poi, a visitare monumenti, a gustare per strada la singolare cucina locale, a fare shopping di qualità nel più originale dei bazar in Europa, a partecipare all’intensa vita notturna o a quella culturale tra moschee, minareti, chiese cristiane, ortodosse e sinagoghe. Oppure alloggiare in città, con tutti i relativi benefici, recandosi sulle piste ogni mattina. Per sciare si può andare a Malo Polje-Igman, ex sede olimpionica ideale per il fondo, dove si può scendere su facili piste servite da tre impianti tra 1250 e 1500 m, oppure a Bjelasnica (36 km da Sarajevo) che dispone di tre soli hotel a 3 e 4 stelle ma sulle cui piste illuminate – buone per fondo e discesa servite da 7 impianti – si scia anche di sera tra 1270 e 2067 m Il fiore all’occhiello resta però Jahorina (a 28 km), la più ricca di strutture ricettive (compreso hotel a 3, 4 e 5 stelle), servizi e negozi, dotata di 12 piste per un totale di 30 km, servite da 8 impianti in grado di trasportare 8.500 persone/ora; offre 175 giorni di abbondante innevamento, piste di ogni livello e scuola di sci. In tutte skipass, noleggio attrezzature e lezioni costano davvero poco, tanto che detengono il primato di stazioni sciistiche europee più economiche in assoluto. In città funzionano invece lo stadio olimpico e il Palaghiaccio. In pieno inverno, quando c’è parecchia neve anche in città, si può scendere con gli sci ai piedi facendo fuori pista dalle ultime due località fino in pieno centro, lungo quello che viene chiamato il “Sentiero delle Moschee” per la presenza di numerosi e suggestivi luoghi di culto musulmani montani in legno, con un percorso medio-facile di 31 km da Jahorijna e di 38 da Bjelasnica. Chi ha fiato e attrezzatura sci-alpinistica può anche compiere i percorsi inversi. Capitale della Bosnia-Erzegovina, nazione balcanica senza sbocchi al mare a netta prevalenza musulmana nel cuore dell’Europa, Sarajevo si presenta come un’intrigante metropoli (750 mila abitanti) dove da secoli si mescolano la cultura balcanica con quella islamica e mitteleuropea, dove l’islam convive pacificamente con l’ebraismo e il cristianesimo, cattolico e ortodosso, dove moschee e minareti affiancano palazzi austroungarici barocchi e liberty.
Cuore e gioiello della città l’antico quartiere turco sulla sponda del fiume Miljacka, un brulicante dedalo di viuzze pedonali e di cortili coperti trasformati in un enorme bazar pieno di laboratori artigiani, negozi di souvenir, caffè e bar dove fumare il narghilè, ristorantini all’aperto, ma anche case tradizionali, medrase, hammam e musei. Sul Ponte Latino una targa ricorda l’uccisione dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono asburgico, avvenuta per mano di nazionalisti il 28 giugno 1914, che sarà la causa della prima guerra mondiale. Il luogo migliore per lo shopping non etnico è rappresentato dal quartiere di Ferhadija, la città asburgica con la cattedrale cattolica a metà strada tra la sinagoga e la cattedrale ortodossa, simbolo della tolleranza etnico-religiosa che per secoli ha dominato queste terre. Ma i primi casermoni popolari della periferia recano ancora il segno dei bombardamenti, delle cannonate e dei proiettili sparati dai cecchini durante la guerra balcanica: questa città oggi vivace e piena di vita, pullulante di locali pubblici diurni e notturni, ha rischiato infatti di essere totalmente cancellata dalla faccia della terra durante il più lungo e sanguinoso assedio mai subito da una città in epoca moderna da parte dei serbo-bosniaci. Per oltre tre anni Sarajevo è eroicamente sopravissuta senza i servizi più elementari, collegata per i rifornimenti con il mondo esterno unicamente attraverso un tunnel sotterraneo lungo 800 m e largo uno. Ma si tratta di una storia passata, che i suoi abitanti hanno fatto di tutto per cancellare in fretta. Facile da visitare anche grazie ad una ramificata rete di tram elettrici attivi fin dal 1885, i primi in Europa a trazione elettrica. Sarajevo dista 630 km da Trieste via Lubiana e Zagabria, 244 da Spalato (traghetti da Ancona) e 274 da Dubrovnik (traghetti da Bari). Specialista per ogni tipo di vacanza in tutte le nazioni dell’ex Yugoslavia, e quindi anche per Sarajevo e lo sci, fin dal 1980 è il tour operator “il Piccolo Tiglio” (tel. 0381 72 0 98, www.ilpiccolotiglio.com), il quale può organizzare sia soggiorni in città che nelle stazioni sciistiche, compreso il viaggio dall’Italia in auto, traghetto o aereo. A titolo di esempio, a Jahorijna la mezza pensione in doppia in hotel 4 stelle costa da 36 euro al giorno, in 4 stelle da 47 e in 5 stelle da 56; un appartamento trilocale in residence costa da 22 ero a persona/giorno, in bilocale da 19. A Bjelasnica la mezza pensione in doppia in hotel 3 stelle costa da 42 euro, in 4 stelle da 46, un trilocale da 20 euro, un bilocale da 19. Lo skipass giornaliero costa 18 euro nei feriali (15 i ragazzi), 20 nei festivi e prefestivi (ragazzi 15). Un auto a nolo costa da 29 euro al giorno. I voli andata/ritorno da Milano (durata 5 ore con uno scalo) costano da 195 euro, da Roma 238. Informazioni a info@ilpiccolotiglio.com, is
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Jimmy Pessina