Risale al Medioevo la sua vocazione tessile, oggi testimoniata dal bel Museo del Tessuto da visitare assolutamente per l’assoluto rilievo delle collezioni.
Ma è soprattutto la sua “stoffa” intrinseca quella che va riscoperta e assaporata. La ricchezza della sua storia, la bellezza dei suoi monumenti, la cortese signorilità della sua accoglienza, nonché le golosità uniche della sua gastronomia. Tutte delizie a lungo ignorate da un turismo di massa un po’distratto, o forse, suo malgrado, inevitabilmente attirato dall’indiscutibile fascino della troppo vicina e prestigiosa Firenze.
L’occasione della visita nasce dalla recente riapertura, lo scorso 12 aprile, dello storico Museo di Palazzo Pretorio, splendido edificio medievale da sette secoli simbolo della città.
«Potrete capire la soddisfazione di un sindaco, che dopo vent’anni riesce a vedere la riapertura di questo Palazzo – ha dichiarato durante la conferenza stampa di presentazione il sindaco uscente di Prato Roberto Cenni – Era importante restituire allo sguardo della città e dei turisti questo patrimonio di bellezza! »
Il nuovo allestimento valorizza infatti sia gli spazi del Palazzo che le opere esposte. Tra queste, particolare risalto hanno i capolavori di Filippo Lippi e dell’Officina pratese, una pagina cruciale nella storia dell’arte del Rinascimento. Una sala, inoltre, è dedicata alla Sacra Cintola, la cintura della Vergine custodita da secoli nel Duomo di Prato, già ricco degli affreschi di Filippo Lippi e di Paolo Uccello: la sua storia è un affascinante intreccio di verità e credenze popolari, di arte e di devozione. E tra gli altri gioielli della città, impossibile ignorare l’imponente complesso del Castello dell’Imperatore, realizzato perché fosse residenza imperiale di Federico II di Svevia, il nipote del Barbarossa, che però non riuscì mai a vederlo completato a causa della sua morte precoce.
Ma Prato, non dimenticatelo, è anche una fonte di piaceri gourmand.
Qui ha sede, da oltre un secolo, il celebre Biscottificio Mattei, storico produttore dei “veri” cantucci. E Prato è la patria di Paolo Sacchetti, campione mondiale di pasticceria, dove ha trionfato con la sua particolare rielaborazione delle Pesche di Prato, una meraviglia di pasta brioche riempita di crema. Da gustare freschissime al Nuovo Mondo, il suo locale nel cuore del centro storico. E per concludere la giornata, niente di meglio di una cena alla Trattoria Soldano dove gustare le polpette di sedano, vanto della tradizione della cucina “povera” pratese, preparate con la stessa ricetta dei primi del ‘900.
Silvana Delfuoco
fotografia: Prato, Santa Maria delle Carceri