Boecklin, Hodler, Klimt, Klinger, von Stuck, Khnopff, Munch… sono questi i “Nordici” che colpirono così profondamente una intera generazione di pittori italiani a cavallo tra Otto e Novecento, tanto da influenzarne radicalmente l’ispirazione. Si cominciò così a parlare di “ossessione nordica” per le opere di Casorati, De Maria, De Chirico – solo per nominarne alcuni –presenti nelle prime Biennali veneziane, dal 1895 al 1901, per indicare la loro svolta artistica in direzione di un linguaggio all’epoca interpretato come rivoluzionario.
La mostra in corso fino al 21 giugno a Rovigo, nella splendida cornice di Palazzo Roverella, si presenta con un taglio espositivo mai tentato fino ad ora: riunire gli interpreti della cosiddetta “arte nordica” in un dialogo ideale con gli artisti italiani che ad essa diedero il loro personale contributo. Il percorso, suddiviso in diverse sezioni, prende il via proprio dal racconto di quelle lontane Biennali e della loro successiva evoluzione. “E proprio da Boecklin e dai suoi drammatici paesaggi notturni che la mostra prende le mosse – spiega il curatore della mostra Giandomenico Romanelli – dedicando appunto la prima sezione a quanti seguirono, ciascuno con accenti di originalità, la lezione del grande maestro: da Diefenbach a Bergh, da De Maria a Wolf Ferrari; ma dedicando attenzione del tutto particolare alla passione mitologico-arcaica e ironicamente simbolista di molti soggetti: da De Chirico a Von Stuck a Klinger, tra vorticare di fauni e nereidi, lotte di centauri e miti primigeni”.
Artisti dalle personalità tra loro diversissime e, proprio per questo, particolarmente interessanti. Una mostra da non perdere.
Come non è perdere una visita a questa piccola e un po’ appartata Rovigo, la“città delle rose” – così spiega il suo nome una suggestiva etimologia – che ha conservato le vestigia del suo lunghissimo passato sovrapponendole e talvolta modificandole nell’uso, a seconda delle mutevole esigenze del momento presente. Una città da scoprire a poco a poco, magari lasciandosi guidare dal sussurro sotterraneo delle acque dell’Adigetto, il fiume ora interrato che un tempo l’attraversava tutta, fino al loro perdersi nella campagna: la terra del Polesine, che scivola verso il mare.
Un’occasione in più per scoprire la storia dal vivo lungo gli itinerari del Delta del Po. Qui, accanto all’affiorare delle antiche testimonianze, ci si trova di colpo immersi in un magico intreccio di acque e terre, regno incontrastato di centinaia di specie di avifauna tipica e di una fiorente, e un po’ inaspettata, agricoltura. Ecco il riso del Delta, il radicchio di Rosolina, ma anche la fragrante insalata Lusia IGT, il delicato aglio Polesano DOP, nonché i prodotti ittici della Sacca degli Scardavari, tra cui le ottime cozze, le uniche a marchio DOP sul mercato italiano. Perché qui, come in tutte le terre di confine, la storia non si ferma…
L’OSSESSIONE NORDICA. Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana.
Rovigo, Palazzo Roverella – dal 22 febbraio al 21 giugno 2014
Info:www.studioesseci.net
Silvana Delfuoco