Agli inglesi le strade, le corsie e le strisce pedonali piacciono tanto: una delle più celebri copertine dei dischi dei Beatles, quella di “Abbey Road”, li ritrae mentre attraversano in fila indiana le strisce pedonali sull’omonima strada, proprio accanto agli “Emi Studios” dove incidevano i loro successi. Un’immagine simbolo che la dice lunga su una passione tipicamente british: passeggiare, meglio ancora frequentando i tantissimi canali che costeggiano il Tamigi a piedi, in bici, sui pattini, di corsa, con il passeggino o la borsa della spesa, non importa.
Lo stesso passatempo rilassante che pare piaccia tanto anche a oche e anatre anglosassoni, che utilizzano le sponde delle alzaie per spostarsi, malgrado il rischio di finire arrotate, come dicono a Roma. Da qui, la pensata: dopo aver fatto spazio a pedoni e ciclisti, perché non riservare qualche centimetro di strada anche ai pennutissimi sudditi di sua Maestà? Così l’ha studiata il “Canal and River Trust”, organizzazione benefica no profit che ha il compito di tutelare e preservare l’immenso patrimonio florofaunistico fluviale di Inghilterra e Galles, che ha varato un’iniziativa molto apprezzata, soprattutto dalle anatre. In pratica nient’altro che una corsia riservata alle pennute che affollano i canali del Tamigi ed emissari, finalmente libere di spostarsi in base ai propri impegni ed esigenze.
Nata per sensibilizzare l’opinione pubblica, l’iniziativa ha un nome preceduto dall’ormai immancabile hashtag: “Share the Space”, al cambio attuale grosso modo “dividi lo spazio”, e ha coinvolto perfino artisti piuttosto noti come Dick Vincent, che ha dato vita alle “Duck Lane” utilizzando una linea bianca, alcuni stencil a forma di papera e l’hashtag a cui si accennava prima: #sharethespace.
Una soluzione molto inglese, educatissimo paese in cui ordine e rigore nelle file sono una piacevole caratteristica che lascia tanti stranieri – a cominciare dagli indisciplinati italiani – sempre piuttosto colpiti, scoprendo e di seguito invidiando gli indizi di senso civico, per di più automatici, che in certe parti del mondo sono possibili addirittura senza bisogno di minacciare o multare.
L’unica perplessità, negli uffici della “Canal and River Trust” era un dettaglio non da poco: come far capire alle pennute, totalmente prive di nozioni di segnaletica, che la corsia era riservata a loro, e che zampettando lì, sarebbero state al riparo da pericoli e incidenti. Ma a questo ci ha pensato la natura, dotando le anatre di una prontezza da far invidia a certi automobilisti: dal giorno nell’entrata in vigore delle “Duck Lane”, non c’è pennuta che abbia sbagliato percorso. Una in fila all’altra, proprio come i Beatles.
Germano Longo