Anche l’ultimo dei tabù sta cadendo, del tutto infranto da una serpeggiante voglia comune di vivere in un mondo migliore. Fino ad oggi, per essere chiari, alcol e guida non sono mai andati molto d’accordo: uno è sempre stato la negazione dell’altro, soprattutto perché l’esagerazione con il bicchiere si è portata in dote pagine e pagine di cronaca nera in cui si dimostra una tesi antica quanto il mondo: o bevi, o guidi. Da questa parte della barricata c’erano i produttori di vino, sempre un po’ in imbarazzo, dall’altra il buon senso di una generazione, compresa fra i 15 ed i 29 anni, che solo nel 2015 ha pagato un prezzo altissimo, con il 25% dei decessi di maschi ed il 10% di femmine per guida in stato di ebbrezza.
Ma proprio dai padiglioni veronesi di “Vinitaly”, sancta sanctorum a cadenza annuale del vino, arriva un’idea controcorrente, così vera da diventare perfino spiazzante. L’hanno battezzata “A glass of life”, in pratica un bicchiere di vita, ed è la prima bottiglia di vino che concilia il sacrosanto piacere di un bicchiere all’altrettanto inviolabile diritto di tornare a casa vivi e vegeti. “A Glass of Life” è una bottiglia, la prima di cui si abbia notizia nelle galassie conosciute, con alcol test incorporato. A produrla è “Cusumano”, società agricola di Partinico, nel palermitano, che studiando con astuzia il modo di lavorare sul design, ha sistemato lungo la bottiglia alcune strisce di mezzeria rappresentate da pratici alcol-test: prima di mettersi alla guida si staccano, si inumidisce il tampone con la saliva e basta attendere un paio di minuti per confrontare il colore del tampone con quello della legenda stampata sull’etichetta. Se la tinta lo permette via libera, altrimenti meglio aspettare o lasciare il volante a qualcun altro.
“A Glass of Life” è diventato un progetto che a breve sarà distribuito nei ristoranti di tutta la penisola, perché il piacere non si trasformi mai più in un dispiacere. Non è poco.
Germano Longo