Eravamo pronti da giorni per andare a Milano alla degustazione del “Simple the Best” organizzato da “Civiltà del Bere”. Chi può pensare che il maltempo può spaventare gli appassionati del vino, si sbaglia.
Con la fine dell’inverno e lo sbocciare delle prime gemme, comincia anche la fioritura degli eventi del mondo del vino in giro per Italia. Ogni giorno la stampa cartacea e quella on line ci arricchisce con notizie di nuovi eventi di successo. Un grande successo e un inaspettato avvicinamento al mondo del vino è stata anche la bellissima trasmissione “Signori del Vino”, trasmessa ogni sabato pomeriggio su Rai 2 che si è chiusa con uno share strabiliante.
Tanti amici che conoscono la nostra passione hanno cominciato a chiederci informazioni: come si degusta il vino, i profumi che si possono sentire, i sapori, e notizie sul lavoro enorme che un produttore fa per produrre il suo vino. Meglio tardi che mai. Era ora che in un canale prestigioso come la Rai si parlasse anche del vino. Non chiacchiere, ma tanta informazione. La voce di quel produttore con le mani segnate dal grande lavoro, i grandi sacrifici e le notti insonne sono state servite in un piatto d’argento davanti al consumatore.
Il vino è buono a berlo, ma dietro a ogni bottiglia c’è un grande lavoro insieme al lavoro degli organizzatori dei grandi eventi. Ogni degustazione è una crescita per tutti noi. Solo in una degustazione con diversi produttori, diversi vini, e diverse annate si può crescere tanto, per non parlare poi del piacere che ti trasmette ogni singolo particolare.
Torniamo al nostro evento “Simple the Best”.
I padroni di casa nonostante la grande stanchezza non tolgono il sorriso dalle labbra. La location, magnifica. Diversa da quella dei grandi hotel: Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano nella sala dedicata alla tecnologia marina. I vini erano circondati da imbarcazioni nel vero senso della parola, infatti appeso che volteggiava al di sopra dei banchi d’assaggio vi era un famoso catamarano, enorme, che ha partecipato alla recente America’s Cup. Anche le navi hanno dato molto al vino. Ricordiamo la traversata del mare sino ad arrivare in Inghilterra con la scoperta del vino Marsala. Correva l’anno 1773 e l’inglese John Woodhouse in una delle soste al porto di Marsala ebbe modo di assaggiare il vino di quella zona, che veniva invecchiato in botti di rovere. Carica sulla nave il vino che una volta attraversato il mare, piacque così tanto, che l’illuminato commerciate decide di tornare in Sicilia e occuparsi della produzione del vino e della sua commercializzazione.
E’ in quell’ambiente che i produttori servono il vino, sotto la prua di una nave. Navi di tutti i tipi e tutte le dimensioni. Era tutto magico quella sera, perfino la pioggia sotto i lumini vista da dentro, dietro alle grandi vetrate; la gente allegra ed entusiasta; i saluti affettuosi e gli scambi di idee su quel vino o su quella annata. Ci stiamo perdendo nel descrivervi la cornice di una serata meravigliosa, ma l’entusiasmo è ancora grande.
Alla scomparsa del padre di Sassicaia Giacomo Tachis gli organizzatori di “Civiltà del Bere” avevano riservato la prima parte dell’inizio evento. Al profeta del vino, all’uomo che odiava la chimica nel vino e predicava prudenza con la genetica perché “la natura si ribella”, veniva dedicato l’evento. Suo figlio Sassicaia era lì ad onorarlo. Le cantine sia quelle conosciute, sia quelle meno note dal Nord al Sud avevano vini di grande qualità: Tenuta San Guido, Ferrari, Fontodi, Argiolas, Donnafugata, Mastroberardino, Marchesi Antinori, Bertani Domains e tante altre cantine che ci scusiamo sin d’ora di non citare.
Usciamo di lì a sera inoltrata salutando i padroni di casa e facendogli i complimenti. Ci troviamo coccolati dalla pioggia leggera e rimaniamo folgorati dalla visione notturna della meravigliosa Basilica di Sant’Ambrogio, che sotto la luce naturale si confondeva con il panorama cittadino. Ora, invece, ci appare in tutto il suo splendore illuminata da una miriade di luci discrete e delicate.
Una visione, ripeto, perché per un attimo il frastuono cittadino scompare e veniamo trasportati indietro nel tempo di mille e più anni, in un villaggio medioevale. Avanziamo attirati da questa visione e come per magia, proprio in quel momento, si spalancano di fronte a noi le ante maestose della porta centrale della chiesa che svelano infondo alla navata l’altare maggiore con le sue decorazioni d’oro zecchino, inizia la messa della sera. Era come la scena di un film che quel lunedì sera e piovoso ci aveva riservato.
Anche noi siamo tornati in silenzio con la prudenza di non perdere il treno che ci portava a casa, convinti che appena fossimo “scesi dal treno” di quel bellissimo evento e dopo aver ritrovato una Torino piena di stelle, la giornata piovosa appena conclusa si sarebbe potuto – per incanto – trasformare in una magnifica serata di stelle!
Daniela Mecaj
Luca Ghirardo