Ecco una novità che rivoluziona il mondo del vino: il primo Barolo con tappo in vetro. A fare da pioniere è la famiglia Brezza, che dalla fine dell’Ottocento gestisce l’omonima casa vitivinicola, con il lancio del primo Barolo Docg tappato con la chiusura Vinolok.
Elegante, sicuro e con un design che lo rende unico come il grande vino piemontese, questo tappo è pronto alla sfida con i vini di eccellenza.
Da anni l’azienda ha avviato un’attività di ricerca su sistemi di chiusura alternativi in grado di superare i problemi legati all’utilizzo del sughero naturale: “Cercavamo un sistema di chiusura che garantisse un’armonica evoluzione del vino, senza difetti e con una migliore conservazione dell’aroma, anche per i consumatori che non dispongono sempre di condizioni di conservazione eccellenti”, spiega Enzo Brezza, dell’Azienda Agricola Brezza Giacomo e Figli che ha individuato in Vinolok la soluzione ideale per fornire al consumatore la garanzia di un vino migliore e la medesima attenzione alla qualità che l’azienda mette in fase di produzione.
L’azienda Brezza ha iniziato a sperimentare Vinolok nel 2003 su alcuni dei vini prodotti, confrontando sempre i risultati con quelli ottenuti utilizzando il sughero naturale. “Anche se il sapore di tappo non era la nostra preoccupazione principale, avevamo bisogno di una soluzione al problema dell’ossidazione casuale”, racconta Brezza. Al termine di questo lungo periodo di sperimentazione, l’azienda è rimasta molto soddisfatta dalle performance di Vinolok in termini di conservazione del vino: “Anche i consumatori più legati alla tradizione – spiega – apprezzano Vinolok. Utilizziamo questo sistema di chiusura da anni e la reazione dei nostri clienti è sempre stata positiva, anche fra i consumatori di vino più legati alla tradizione come gli italiani. Vinolok è realizzato con materiali tradizionali e mostra un design molto elegante. Anche una bottiglia aperta può dare alla tavola un tocco di classe in più. Inoltre, è superfluo sottolineare la facilità di apertura e chiusura della bottiglia. Dona un’immagine raffinata al prodotto, lo rende qualcosa da esibire, al contrario di un tappo in sughero usurato, ad esempio.”
Dopo oltre dieci anni di esperienza Brezza ha quindi deciso di lanciare il primo Barolo DOCG con la chiusura in vetro Vinolok: “Il nostro Barolo 2013, imbottigliato con Vinolok alla fine di agosto 2016 – annuncia Brezza – è il primo Barolo con il tappo di vetro disponibile sul mercato a partire dalla primavera del 2017. Circa il 10-15% delle 12.400 bottiglie prodotte utilizza il sistema di chiusura Vinolok”. Questo vino di primissima scelta è generalmente venduto direttamente dalla cantina, nei ristoranti e nelle enoteche. È anche esportato negli USA, in Australia, Nuova Zelanda e Asia. “Il prezzo al dettaglio del vino è di circa 27-30 euro, e Vinolok costa quanto un tappo di sughero di alta qualità. Cerchiamo di coprire le spese extra per la chiusura e l’imbottigliamento con un lieve aumento del prezzo di vendita”. Tuttavia, l’azienda è sempre attenta al rapporto di fiducia con il consumatore e il suo primo obiettivo è garantire una migliore conservazione del vino a vantaggio dei propri clienti.
Il Barolo vince la sfida contro il tempo grazie alle chiusure Nomacorc
Il tempo può contribuire a rendere grande un vino, ma anche diventare il suo peggior nemico. Nel caso del Barolo Docg dell’Agricola Brandini la sfida con il tempo si può dire tranquillamente vinta, grazie al supporto di un alleato importante come la chiusura Select Green di Nomacorc. La prova all’assaggio si è avuta nel corso di Vinitaly, quando il sommelier di fama mondiale Luca Martini ha guidato una degustazione tecnica presso lo stand di Vino Libero.
“Il nostro è il primo Barolo Docg tappato con una chiusura alternativa al sughero – ha spiegato Giovanna Bagnasco dell’Agricola Brandini – e non possiamo che dirci soddisfatti della scelta fatta. Siamo un’azienda biologica, attenta all’ambiente e all’innovazione e questa chiusura, frutto di una grande ricerca tecnologica e con una Carbon footprint pari a zero, è perfettamente in linea con la nostra filosofia”.
Se l’attenzione alle questioni ambientali è certamente una “medaglia al valore” è l’impatto che questa chiusura ha sul vino ad essere davvero importante, come spiega Martini: “Select Green di Nomacorc diventa determinante da più punti di vista, a partire dalla capacità di garantire la conservazione e la qualità del vino, eliminando i principali difetti legati alle chiusure come il ‘sentore di tappo’. Ma non c’è solo questo: rappresenta infatti un vero e proprio strumento enologico che, permettendo di decidere la quantità di ossigeno che nel tempo passa dall’ambiente esterno al vino, contribuisce in maniera importante a determinare l’evoluzione una volta imbottigliato”.
Vino, il nuovo analizzatore PolyScan porta la produzione a un nuovo livello
Vinventions ha immesso sul mercato l’ultima versione del NomaSense PolyScan P200, il premiato analyzer del marchio Wine Quality Solutions, dotato di una nuova interfaccia utente in grado di rendere la gestione del contenuto di polifenoli ancora più facile nel corso della vinificazione.
Due anni dopo aver lanciato la prima generazione del PolyScan, Vinventions presenta una nuova versione, il Nomasense PolyScan P200, ora disponibile sul mercato. Il nuovo strumento è stato completamente ridisegnato per un uso più semplice e una più immediata leggibilità dei risultati.
“L’accesso diretto all’interfaccia utente e ai risultati dell’analisi sul touch screen dello strumento – spiega Christine Pascal, Wine Research Manager di Vinventions – rende l’uso molto più semplice, intuitivo e più adatto all’utilizzo in cantina. Lo strumento è ora totalmente portatile e autonomo. La possibilità di visualizza
re i risultati in tempo reale permette agli utilizzatori di ottimizzare le loro decisioni, e di adattare le loro scelte dal punto di vista tecnico sulla base del contenuto di polifenoli del mosto e del vino nelle differenti fasi della vinificazione”.
La tecnologia di misurazione, basata sulla voltammetria, rimane immutata. I risultati sono ottenuti sotto forma di indici, EasyOx e PhenOx, che misurano rispettivamente il livello dei polifenoli facilmente ossidabili e dei polifenoli totali presenti nel mosto e nel vino analizzato. Il calcolo degli indici sarà adattato sulla base delle diverse fasi della vinificazione.
“Gli utilizzatori possono monitorare l’evoluzione degli indici nel corso della vinificazione direttamente sullo schermo del device che fornisce, inoltre, una comparazione in percentuale con i risultati precedenti e i dati minimi misurati della serie – ha aggiunto Pascal -. Inoltre, grazie alle migliaia di analisi effettuate nelle cantine o nel corso di test, i valori di riferimento sono stati settati per alcune applicazioni e varietà di uve.
I settaggi sono a disposizione dell’utente per personalizzarlo nel migliore dei modi”.
Il device lavora con l’ultima generazione di elettrodi – immessi sul mercato lo scorso agosto – di più semplice utilizzo e che assicurano una maggiore ripetibilità dei risultati.
Per garantire la sicurezza, i dati registrati sono scaricati sull’interfaccia web in automatico via wi-fi. “I produttori – spiega Pascal – hanno la possibilità di salvare i loro dati, accedere allo storico delle misurazioni ed estrarre le informazioni raccolte per ulteriori elaborazioni”.
Attualmente sono in fase di sviluppo nuove applicazioni. “Il calcolo del rapporto tra tannini e antociani nel corso della vinificazione dei rossi – aggiunge Stéphane Vidal, Vice President di Wine Quality Solutions di Vinventions – è in fase di finalizzazione e sarà a breve disponibile per facilitare l’ottimizzazione delle scelte relative all’invecchiamento dei vini”.
Per maggiori informazioni sul nuovo NomaSense PolyScan P200 contattare il team di Wine Quality Solutions team:
winequalitysolutions@vinventions.com
http://www.winequalitysolutions.com
NOMACORC S.A.
Paolo Alciati
Fonte Uff. Stampa