
Trentaquattro anni, ex ciclista, Christian svela i segreti della sua creatività nel libro “Odio cucinare” presentato per i torinesi lunedì sera nella lussuosa cornice del Golden Palace in occasione della doppia cena stellata realizzata con Chef Rigotti (una stella Michelin).
Ma perché Christian odia cucinare?
«Non è proprio così, in realtà odiavo cucinare – ha spiegato – Sono stato ciclista per dieci anni e durante quel periodo, oltre ad essere continuamente in dieta, mi trovavo spesso solo in giro per l’Italia a dovermi preparare dei piatti. Odiavo farlo e, nonostante fossi figlio d’arte, non mi piaceva per niente.
Però, di necessità virtù, da lì iniziai a sperimentare e a rendermi conto di quanto importante siano gli elettrodomestici per cucinare e di quanto noi li usiamo poco. E così che capii le potenzialità di un microonde, per esempio, o del ghiaccio».
Giovane e creativo, alla base del successo dei suoi piatti c’è un impegno non indifferente, anni di studio presso l’istituto alberghiero di Pinerolo e tanta cucina al fianco del suo papà.

Ma com’è cambiato l’essere chef nel corso delle generazioni? «Molto direi. Una volta il cuoco era colui che entrava in cucina al mattino per poi uscirne la sera, oggi non è più così.
Per far fronte ai continui cambiamenti e alla concorrenza, oggi noi dobbiamo viaggiare e sperimentare sempre, a caccia di novità e materie prime, siamo imprenditori e Pr di noi stessi. Io nel 2013 ho fatto 33 viaggi, sono stato più in aereo che a casa».
Chiara Serafino