

La scelta così recente del Consorzio Valtènesi di collegare il nome del territorio al vino si inserisce in una consuetudine che ha radici in tempi lontani, in quanto già nell’antichità era consolidato il concetto di vino come espressione del territorio. Ne ha parlato Lorenzo Colombo, esperto degustatore, il cui excursus storico è partito addirittura da Omero che già citava il “vino d’Ismaro” spingendosi anche a tracciarne una descrizione organolettica. “Fin dalla nascita delle AOC francesi è apparso evidente che il vitigno ha avuto un ruolo secondario rispetto al territorio nell’identificazione di un vino – ha spiegato Colombo -. Valtènesi sotto questo punto di vista dovrà arrivare a contenere il suo vitigno autoctono (Groppello) come già in provincia di Brescia accade in Franciacorta e Lugana. Anche se all’interno del territorio ci sono condizioni climtiche e di suolo diverse: ma questo può essere un punto di forza perché identificarsi sotto un unico nome non significa forzatamente produrre vini fotocopia. La forza deve essere il concetto di non imitabilità, l’impossibilità di riprodurre altrove un determinato patrimonio di profumi e di sapori. Soprattutto poi una Doc deve trasferire il territorio nel bicchiere. I punti di debolezza del Valtènesi? La sovrapposizione con troppe denominazioni. Il modello per il Valtènesi dovrebbe essere il vicino Lugana: un nome, un territorio, un vino di grande successo, ma anche un fenomeno che, pur con tutte le differenze, potrebbe essere replicato anche qui”.

Questo può essere senza dubbio una sorta di mandato per il futuro, che come prima tappa riserva l’appuntamento di Expo 2015, particolarmente strategico per un’area a forte vocazione turistica come la Valtènesi. Di questo ha parlato Isidoro Bertini, sindaco di Manerba e presidente della commissione studio Expo della Provincia di Brescia, che ha delineato una sintesi dei progetti presentati dal sistema Garda in vista dell’esposizione internazionale. “Il punto centrale di coordinamento è costituito dalla Camera di Commercio per tutte le iniziative del territorio, acquistando sei giornate, una al mese, in cui verrà presentata Brescia, la provincia e le sue produzioni – ha spiegato -. La Provincia di Brescia ha strutturato una propria commissione per raccogliere tutte le richieste: oltre 80 le associazioni ascoltate che hanno presentato altrettanti progetti. La provincia è stata suddivisa in sette zone e ogni zona è stata caratterizzata da un macroprogetto basato su due fili conduttori, l’acqua ed il prodotto agroalimentare. Il progetto Garda nasce dall’idea di un’unica proposta enogastronomica che si identifica attraverso i due vini simbolo della zona, il Lugana ed il Chiaretto. Ci sarà una proposta agli ospiti di Expo per una manifestazione che coinvolgerà tutto il territorio nelle serate di giovedì, inserita in un più ampio contenitore culturale nell’ambito del quale il Garda non ha nulla da inventare ma solo da valorizzare ciò che già esiste”. Di certo c’è che l’ottava edizione di Italia in Rosa, il prossimo anno, rappresenterà l’evento di partenza delle manifestazioni del lago per Expo 2015, per un circuito che poi legherà tutti gli eventi del bacino. Quindi una tappa fondamentale, come ricordato dal presidente della manifestazione Luigi Alberti.

Particolarmente significativo, in chiusura, il messaggio inviato al pubblico del convegno dal Ministro per le politiche agricole Maurizio Martina, che avrebbe dovuto essere fra i relatori del convegno ma non ha potuto partecipare a causa di sopraggiunti impegn
i istituzionali. “Vi ringrazio per il gradito invito al convegno di ‘Italia in rosa’, ‘L’importanza di chiamarsi Valtènesi’, ma purtroppo non potrò essere presente per impegni sopraggiunti – ha scritto il Ministro-. Mi dispiace molto di non essere lì con voi, ma vorrei comunque esprimerVi il mio più sincero apprezzamento per questa importante iniziativa che ha il merito di dare risalto in modo così significativo a un territorio e a una storia unici.
i istituzionali. “Vi ringrazio per il gradito invito al convegno di ‘Italia in rosa’, ‘L’importanza di chiamarsi Valtènesi’, ma purtroppo non potrò essere presente per impegni sopraggiunti – ha scritto il Ministro-. Mi dispiace molto di non essere lì con voi, ma vorrei comunque esprimerVi il mio più sincero apprezzamento per questa importante iniziativa che ha il merito di dare risalto in modo così significativo a un territorio e a una storia unici.
Le attività del Consorzio per la tutela e la valorizzazione di queste pregiate produzioni vitivinicole e la promozione dell’identità della Doc Valtènesi sono fondamentali per il tessuto sociale, economico e culturale non solo di quest’area ma di tutto il Paese, che trova in questi vini un’ulteriore conferma della qualità, della peculiarità e della varietà del nostro patrimonio enologico. Una manifestazione come ‘Italia in rosa’, che costituisce ormai un punto di riferimento a livello nazionale per il mondo dei rosè, ha un ruolo davvero rilevante e sono convinto che il suo successo sia stato ottenuto proprio grazie allo straordinario impegno di tutti quelli che lavorano a questo progetto”.
Paolo Alciati
Fonte: Uff. Stampa