Convengo organizzato dall’Associazione Donne della Vite al Castello di Brolio.
Il clima cambia principalmente per causa dell’uomo. Solo l’uomo può far invertire la rotta questo è quanto è stato detto durante il convengo “La sfida del climate change in vigneto: strategie per gestire stress abiotici e irrigazione” del 12 marzo 2019.
L’evento organizzato dall’Associazione Donne della Vite in collaborazione con Lallemand e con il patrocinio di Assoenologi e dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Siena, ha lanciato un importante messaggio per il futuro del pianeta.
Il congresso è stato ospitato dall’Azienda Ricasoli presso il Castello di Brolio a Gaiole in Chianti perché anche la viticoltura è strettamente coinvolta ai cambiamenti climatici.
I relatori italiani ed internazionali che hanno esposto le loro considerazioni durante il congresso sono tutti personaggi importanti nel mondo ricerca e della viticoltura, italiani e internazionali.
La giornata di studio ha creato maggior consapevolezza sui cambiamenti climatici a livello globale. Il contesto produttivo è mutato profondamente e il viticoltore oggi deve operare nel segno di adattamento, mitigazione e resilienza.
Stress multipli estivi, stress termici e idrici, creano squilibri nella fisiologia della vite e nella composizione delle uve e dei vini.
I produttori per contrastare lo stress della pianta e aumentarne la resilienza hanno a disposizione strumenti diversi:
- le scelte di impianto
- lo studio del suolo per un corretto sviluppo dell’apparato radicale
- l’uso di caolino, pinolene o auxine sintetiche
- l’ombreggiamento con reti schermanti
- l’irrigazione sovrachioma
- irrigazione di qualità, ben progettata e gestita
- analisi strumentali di campo
- analisi con i mezzi propri della viticoltura di precisione
E non solo: la formazione di antociani e proantocianidine che si trovano nell’acino delle uve a bacca rossa, dipende dalle temperature.
La ricerca sta mettendo a punto tecniche come la defogliazione in pre-fioritura e l’applicazione di elicitori derivati da lieviti inattivati come quelli sviluppati da Lallemand, in grado di indurre una maggiore espressione dei geni che intervengono nella biosintesi di questi composti, senza influenzare la maturità tecnologica.
Il convegno è stato moderato da Costanza Fregoni, nei dibattiti sono intervenuti Simone Orlandini dell’Università di Firenze, Alberto Palliotti dell’Università di Perugia, Paolo Storchi del CREA VE di Arezzo, Ilaria Filippetti dell’Università di Bologna, Fabrizio Battista di Lallemand Italia, l’agronomo Diego Zuccari, Lorenza Tuccio del CNR Ifac e Salvatore Filippo Di Gennaro del CNR Ibimet.
“Il modo migliore di prevedere il futuro è realizzarlo” Paolo Gabrielli del Byrd Polar and Climate Research Center dell’Ohio State University (Columbus, USA)
Il ricercatore è intervenuto nel convegno in diretta streaming spiegando come i ghiacci perenni raccontano il clima di ieri e di oggi. Gabrielli con Aaron Fait dell’Università Ben Gurion in Israele da oltre dieci anni è impegnato nello studio delle reazioni metaboliche della vite in condizioni desertiche.
Al termine del dibattito è stata allestita una interessante degustazione di vini sperimentali guidata da Massimiliano Biagi e Fabio Cascella dell’Azienda Ricasoli.
I vini Sangiovese dei vigneti del Castello di Brolio prodotti in collaborazione con Lallemand da uve trattate con LalVigne™ Mature e sono stati confrontati con i corrispettivi testimoni non trattati.
L’Associazione Donne della Vite diffonde e valorizza la cultura viticola ed enologica, favorendo occasioni di incontro e formazione tra le varie figure professionali che operano nel settore.
Paolo Alciati
Fonte Ufficio Stampa
Credit Photo Ufficio Stampa